Bob Dylan, all'asta la bozza di "A Hard Rain’s A-Gonna Fall”: si parte da 275mila euro

Un'immagine del documento in vendita (cde.peru21.pe)
di Giacomo Perra
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Giovedì 27 Agosto 2015, 17:33 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 10:55
Se amate Bob Dylan e possedete un conto in banca da Paperone, segnatevi questa data: martedì 29 settembre. A Londra quel giorno, infatti, sarà messo all’asta un oggetto da collezione imperdibile per ogni fan del menestrello di Duluth che si rispetti: una bozza (recentemente scoperta) del testo originale di “A Hard Rain’s A-Gonna Fall”, una delle canzoni più importanti e significative dell’artista statunitense.



Appartenente alla raccolta “Rock & Pop” di “Sotheby’s”, di cui il manoscritto di Dylan, uno dei tre documenti conosciuti, tra cui quello della versione definitiva, utilizzati dal cantautore per vergare le parole della sua hit - gli altri due si trovano alla “Morgan Library” di New York e nelle mani di colui che lo acquistò nel 2014 in una vendita della stessa “Sotheby’s” -, rappresenta il pezzo da novanta, la prestigiosa carta risale al 1962, l’anno nel quale “A Hard Rain's A-Gonna Fall” venne composta e incisa negli studi della “Columbia Records”.



Per accaparrarsela si parte da una base di 200mila sterline (all’incirca 275mila euro), una cifra, come detto, non proprio alla portata di tutte le tasche ma comunque sicuramente ben spesa. D’altronde, il prezioso reperto conserva tra le sue righe la testimonianza del certosino lavoro di limatura compiuto da Dylan prima del dicembre del ’62, mese d’uscita del singolo. Tante le correzioni apportate, come del resto le scelte destinate in seguito ad essere accantonate; tra queste ultime, quella dei due versi d’apertura - Where have you been, my blue eyed boy/ Where have you been, my darling young son?” - cambiati, nell’adattamento destinato alla sala di registrazione, in “Oh, where have you been, my blue-eyed son/ And where have you been, my darling young one?”.



Descritta dal magazine “Rolling Stone” come “la canzone di protesta più bella del cantautore di protesta più bravo”, “A Hard Rain’s A-Gonna Fall”, una ballata sotto forma di domanda e risposta scritta dall’interprete di “Like A Rolling Stone” all’età di 21 anni in una piccola stanza sopra il “Gaslight Folk Club”, locale storico del quartiere newyorchese di Greenwich Village dove il giovane Dylan mosse i suoi primi passi, è stata sempre associata alla crisi dei missili di Cuba, scoppiata nell’ottobre di quel fatidico ’62, per via del suo celebre ritornello e di quelle due parole, “hard rain” (forte pioggia), per qualcuno legate alla paura di una guerra nucleare.



In realtà, a sentire lo stesso Dylan, che lo spiegò in un’intervista del ‘63, non si trattava affatto di un riferimento all’atomica: “No, non è la pioggia atomica, è solo una forte pioggia. Intendo una sorta di fine che sta per accadere... Nell'ultimo verso, quando dico, “le pallottole di veleno stanno contaminando le acque”, questo verso rappresenta tutte le bugie che vengono dette alle persone dalle loro radio e dai loro giornali”. Come non detto, mr. Dylan.