«È possibile che il Papa incontri il presidente ucraino nella giornata di sabato». Poche parole, consegnate da una fonte vaticana all'Ansa, per dire che almeno come ipotesi, domani Zelensky potrebbe volare da Berlino a Roma, e incontrare non solo Papa Francesco, ma anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello del Consiglio, Giorgia Meloni. Forse domenica. Sarebbe la prima visita del leader ucraino in Italia, il cui governo mai ha fatto mancare a Kiev un appoggio costante, pur sottotraccia, a differenza di altri Paesi europei. Con il Pontefice, Zelensky potrà parlare di pace, e dell'iniziativa "riservata" che da mesi la Santa Sede avrebbe intrapreso per mettere fine al conflitto. Con il premier Meloni, invece, potrà discutere i rifornimenti militari, decisivi per la controffensiva ucraina e la prospettiva della ricostruzione in cui l'Italia intende ricoprire un ruolo centrale. Il capo dello Stato, ieri in Norvegia, ha dato il senso della scelta di campo italiana. «Oggi ha argomentato - Norvegia e Italia sono unite nella lotta contro le tenebre che l'insensata aggressione della Federazione russa all'Ucraina cerca di portare nel nostro continente». E ha richiamato l'impegno della Nato. «Insieme, nell'Alleanza atlantica, difendiamo la comune visione di una comunità internazionale fondata sul multilateralismo, sul rispetto della indipendenza e della sovranità di ciascuno Stato, sui valori di libertà e democrazia e sulla salvaguardia della dignità umana e dei diritti fondamentali, che sono irrinunciabili e incomprimibili».
IL TOUR EUROPEO
Di recente, Zelensky è stato all'Aia, davanti al Tribunale penale internazionale che ha incriminato Putin per crimini di guerra, poi a Helsinky che dopo decenni di neutralità, "grazie" all'invasione russa dell'Ucraina, ha aderito alla Nato.
SUL FRONTE
Il leader ucraino, ieri, ha dato l'impressione di frenare lo slancio controffensivo. «Dobbiamo aspettare, ci serve un po' più di tempo», ha detto alla Bbc. Le brigate da combattimento addestrate dalla Nato sono «pronte», ma manca qualcosa. I veicoli blindati arrivano a stock. «Possiamo avanzare con successo, ma subiremmo molte perdite e questo è inaccettabile». Un modo, forse, per marcare la differenza rispetto a Putin che manda allo sbaraglio migliaia di reclute impreparate e dovrà, prima o poi, giustificare un numero esagerato di morti. Stando all'agenzia Bloomberg, l'Ucraina avrebbe già ricevuto armi per oltre 30 miliardi di dollari dall'Occidente, «armamenti che costano più di quanto qualsiasi membro della Nato a eccezione degli Usa spenda in un anno». Battistrada, ancora una volta, i britannici che ieri per bocca del ministro della Difesa, Ben Wallace, hanno confermato le indiscrezioni sull'invio dei missili aria-terra a lungo raggio (tra 250 e 300 km) Storm Shadow.