Volodymyr Zelensky, dopo aver incassato il rinnovato sostegno dei partner europei, cerca nuovi sponsor tra i Paesi formalmente neutrali nel conflitto, ma di fatto non ostili a Mosca. Un tour de force diplomatico per il leader ucraino con due tappe chiave: la riunione della Lega Araba a Gedda, per premere sui Paesi che finora «hanno chiuso gli occhi», e il G7 di Hiroshima. Con l'obiettivo di incontrare - oltre agli alleati - il premier indiano Narendra Modi e il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva. Archiviata la missione a Roma, Berlino, Parigi e Londra, con la promessa di ulteriori aiuti militari e supporto politico-economico, Zelensky è volato a Gedda, su invito dei sauditi, per «rafforzare i rapporti con i Paesi arabi», anche in chiave «energetica».
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— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) May 19, 2023
Ucraina, il presidente Zelensky a Gedda per summit Lega Araba
Zelensky, le critiche ai Paesi arabi
Non sono mancate critiche verso gli interlocutori: «Alcuni di voi hanno chiuso gli occhi occhi di fronte a queste prigioni e alle annessioni illegittime», ha sottolineato il presidente ucraino, che guardava soprattutto al padrone di casa, il principe Muhammad bin Salman, per aprire una breccia nella regione.
Zelensky a caccia di sponde
Allo stesso tempo la più grande economia del mondo arabo mantiene stretti rapporti con la Russia e sta resistendo alla pressione degli Usa di aumentare la produzione di greggio per indebolire Mosca. Oltre ai Paesi arabi, Kiev è a caccia di sponde con le potenze emergenti, come India e Brasile, che sono state invitate al G7 giapponese. Zelensky, che parteciperà al summit in presenza, ha attivato i suoi diplomatici per organizzare un incontro a margine con Modi. New Delhi, che detiene la presidenza del G20, appare interessata ad un ruolo di mediazione, per consolidare il suo ruolo guida nell'Indo-Pacifico in chiave di contenimento della Cina (non a caso a Hiroshima Modi incontrerà i partner del formato Quad, Biden, Kishida e il premier australiano Albanese). Mosca, tuttavia, si è garantita la neutralità indiana con un aumento esponenziale dell'export di greggio a prezzi ridotti. Una risorsa a cui il gigante asiatico non è disposto a rinunciare, tanto da non accodarsi alle sanzioni occidentali. Sull'ambiguo crinale delle relazioni con Mosca si muove anche il Brasile, grande importatore di fertilizzanti russi. Pur condannando l'invasione dell'Ucraina in sede Onu, il pacifismo di Lula finora si è tradotto in una maggiore vicinanza alla Cina rispetto alla Nato. Con il sugello della visita a Xi a Pechino ed un progetto di sostituire il dollaro con la valuta cinese. Il «presidente operaio» inoltre ha ricevuto il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov mentre Vladimir Putin lo ha inviato a Mosca: l'obiettivo è una partnership militare ed energetica. Con queste premesse, la partita di Kiev per avvicinare i non allineati si conferma complicata.
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