Gli accordi avrebbero dovuto gettare le basi per una pace duratura, rileva Oxfam in un comunicato, ma nulla di tutto questo è accaduto. Nelle 11 settimane che hanno seguito le intese, 231 civili sono stati uccisi da attacchi aerei, bombardamenti, cecchini o esplosioni di mine, e di questi un terzo si trovavano nel governatorato di Hodeidah, nonostante nell'area fosse stato accordato appunto il cessate il fuoco. Tra le vittime 56 erano bambini e 43 le donne. Un'area in cui la violenza degli scontri ha già causato oltre 600 mila sfollati.
Secondo Save The Children quasi 6.500 bambini hanno già perso la vita o sono rimasti feriti dai bombardamenti e attualmente più di un minore su 10 vive in zone in cui l'intensità del conflitto è elevata, con conseguenze devastanti sulla propria vita e sul proprio futuro.
«Siamo di fronte a un bilancio atroce e assolutamente inaccettabile, nonostante il leggero calo del numero di vittime dopo i colloqui presieduti dall'Onu in Svezia, le stesse Nazioni Unite hanno recentemente affermato che sono stati uccisi o feriti circa 100 civili alla settimana nel 2018 - ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia -. Ogni giorno che passa senza un concreto progresso verso la pace, altri yemeniti perdono la vita e se sopravvivono lottano per il cibo, l'acqua, per trovare un riparo. I paesi, inclusa l'Italia, che continuano a consentire la vendita diretta o indiretta di armi verso le parti in conflitto, si stanno rendendo di fatto complici di questo massacro. Perciò facciamo ancora una volta appello alla comunità internazionale, affinché agisca subito, per portare in Yemen una pace duratura».
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