Well Rimo, il pittore-migrante arrivato con un barcone. «Va all'asta con Picasso, le sue opere valgono più di 10mila euro»

L'odissea dalla Costa d'Avorio a Montpellier. Ora l'exploit nelle gallerie. E un suo quadro è a casa di Spike Lee

Well Rimo, il pittore-migrante arrivato con un barcone. «Va all'asta con Picasso, le sue opere valgono più di 10mila euro»
di Francesca Pierantozzi
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Domenica 23 Aprile 2023, 21:50 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 10:10

La biografia sui siti delle gallerie d’arte che presentano le sue opere comincia da un punto indefinito: data di nascita sconosciuta. Well Rimo sa però da dove viene, da Abidjan, e sa com’è arrivato in Francia: su un gommone. «Una notte, sulla costa marocchina, mi hanno praticamente buttato dentro un’imbarcazione. Non sapevo nemmeno dove stavo andando, dove mi stavano mandando». Del viaggio ricorda tutto, ma non ama tanto raccontarlo. Lo ha fatto brevemente con il Parisien, il giornale francese che ieri gli ha dedicato una pagina intera: nel 2017 è arrivato in Francia, nel 2020 ha ottenuto l’asilo per dieci anni. Due settimane fa due suoi quadri sono stati venduti nel corso di un’asta che comprendeva anche disegni di Picasso e Cocteau. Tanta strada. Ancora più lunga di quella che separa Abidjan da Montpellier. 

IL PASSATO E I SOGNI

Nei bagagli portati con sé dalla Costa d’Avorio, da cui è dovuto fuggire per ragioni politiche, c’era soprattutto il talento di pittore, ereditato un po’ dal padre, imbianchino, e affinato per un anno all’istituto di Belle Arti di Abidjan, dove lo aveva iscritto in segreto la sorella maggiore. Street art, arte povera, riciclo e anche un po’ di pop art: i critici vedono ispirazioni diverse nel suo lavoro, lui ci vede soprattutto la sua storia, la tradizione africana, la ricerca, la speranza. I due ultimi lavori venduti - “Crécoua” e “I figli della Strada” - sono stati quotati più di 10 mila euro. Una sua opera è in casa di Spike Lee, Well gliel’ha fatta consegnare di persona nel maggio 2021, quando il regista afro americano era presidente della Giuria del festival di Cannes. «È un suo ritratto – dice – realizzato con la tecnica del collage e anche con tanta ammirazione».

La rotta che lo ha portato fino a Montpellier e poi nelle gallerie d’Arte, è quella del Mediterraneo occidentale: quasi 8mila chilometri da Abidjan, attraversando l’Algeria e il Marocco, prima di sbarcare sulle coste meridionali della Spagna e infine la Francia oltre i Pirenei. Del viaggio ama ricordare soprattutto chi lo ha aiutato, il Café Solidaire a Montpellier, la Croce Rossa per il primo tetto sulla testa e poi il sindaco di Saint-Georges-d’Orques, comune a una ventina di chilometri da Montpellier, che gli è stato vicino e continua a dargli consigliargli ancora oggi. «Le qualità artistiche e umane di Well Rimo, la sua modestia e la sua semplicità sono semplicemente straordinarie – ha detto al Parisien Audrin – Tecnicamente sa fare tutto, sì, proprio come Picasso: figurativo, collage. Merita tutta l’attenzione che comincia a raccogliere». 

IL SUCCESSO INATTESO

Le sue opere sono piene di colore, esprimono momenti forti, non pochi ci vedono un’ispirazione simile a quella di Jean-Michel Basquiat. Lui ora sogna di esporre a Parigi. Spiega senza tante elucubrazioni il suo modo di lavorare e le fonti della sua ispirazione: «Dipingo quando arriva l’ispirazione, spesso di notte. Non dipingo per obbligo, su costrizione o ordinazione. Posso anche restare tre o perfino sei mesi senza toccare un pennello. E poi, a un certo punto è come se qualcosa mi porta alla tela. Come un’ispirazione divina». Tra i personaggi cui ha reso omaggio nei suoi lavori anche Pitagora e Pelé. Per i galleristi, nessun dubbio: ha un grande futuro davanti. «Le sue riflessioni sono costanti rispetto alle possibilità illimitate e all’evoluzione del suo mondo artistico» scrive la rivista d’arte “Artmajeur”. Intanto Well sta lavorando a un omaggio alla città che lo ha accolto, Montpellier. Riflette su un grande lavoro che si ispiri alla famosa fontana delle Tre Grazie nel cuore della città. Nel suo tratto resta anche tanta Africa, e i linguaggi tradizionali del suo paese. Il paragone con Basquiat lo lusinga, ma non l’accostamento dell’ispirazione all’uso di droghe. «La creatività ce l’ho dentro di me, sempre, me la sono portata da lontano, non è dentro nessuna sostanza, nessuna polvere» ha detto al Parisien. Le ultime quotazioni dei suoi quadri dovrebbero garantirgli di poter vivere del suo lavoro e abbandonare i lavoretti con cui è riuscito a sopravvivere fino ad oggi. 

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