La Francia cambia strategia di comunicazione. E lo fa epurando gli scienziati dal piccolo schermo. Ma non solo.
Andiamo con calma, però.
La notizia è questa: da qualche settimana i media francesi non danno più spazio a studiosi, virologi ed epidemiologi. Non a quelli del Comitato Scientifico Francese, per lo meno. Che, da un giorno con l’altro, sono praticamente scomparsi del tutto da televisioni, radio e giornali dei nostri cugini d’Oltralpe.
Ora, che l’indicazione venga dall’alto è sicuro.
La ragione? Si dice che fosse stanco di assistere tutti i giorni alle passerelle degli scienziati, protagonisti di talk e dibattiti dove è difficile distinguere la competenza scientifica da un certo narcisismo di fondo. Alla base della decisione, il pensiero che meno annunci e meno dichiarazioni contrastanti ci sono, meno dilagano allarmismo e populismo.
Così oggi sui media francesi non c’è più spazio nemmeno per Vittoria Colizza, la fisica romana specialista in malattie infettive chiamata a orientare le scelte del governo francese.
Attenzione, non che sia sparita.
Pochi giorni fa, per esempio, l’abbiamo vista affiancare il ministro della Salute nell’ultima conferenza stampa e sentita commentare che in Francia “il coprifuoco delle 18 ha avuto un impatto significativo sul declino della circolazione dello storico ceppo Covid-19 e poco sulle varianti”. Ma poi è finita lì. Non ha fatto nessuna ospitata in salotti tv o interviste ad personam.
In compenso, la troviamo sulle pagine del Corriere della Sera con un’ampia intervista…