Il portale siriano “Snack Suri” era presente all’inaugurazione avvenuta per scelta il 25 novembre, in concomitanza con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un segnale forte e rivoluzionario per certi versi. Secondo quanto riporta il sito web “Enf News”: «Alla cerimonia di apertura erano presenti le donne dell’Eufrate, così come i combattenti delle unità di protezione delle donne curde».
«È il primo nel suo genere in Siria - racconta una delle promotrici del progetto, Rhumic Haval - non sarà monopolio solo delle donne curde, ma aprirà le porte a ogni donna che vorrà venire a viverci». «Vorrei sottolineare che la donna è stata da sempre amica della terra, parte attiva nel lavoro e nel raccolto, è lei che da sempre si prende cura dei figli e della comunità - aggiunge - Insomma sono in grado di determinare il loro destino a 360 gradi». E ha poi spiegato: «Sono arrivate qui da diverse città della provincia di Hasaka, come ad esempio Al-Shaddadah, Tell Tamer, Kobanî, e Al-Darbasiyah. La maggior parte di loro sono vedove, madri divorziate o che comunque hanno attraversato tante difficoltà. Prima fra tutte: la guerra. Ma da oggi hanno una speranza».
Trenta case sono già abitate, tante altre stanno per essere terminate. «Abbiamo pianificato e pensato a tutte le esigenze. Nel villaggio c’è un punto di prima accoglienza medico, una scuola per bambini. Ma anche 200 pecore per la produzione di latte, formaggi - raccontano - Le donne hanno collaborato fattivamente alla costruzione delle loro case, ma si occupano di tutto: dall’istruzione all’agricoltura, dall’allevamento alle attività commerciali». E sulla possibilità che gli uomini possano entrare a Jinwar? «Potranno solo visitarlo e incontrare i loro parenti - prosegue Haval - ma non gli è permesso di rimanere lì».
L’Egitto è stato il primo Paese del mondo arabo a creare villaggi femminili, primo fra tutti quello di Al-Samaha, dove non è concesso agli uomini di entrare. Ci vivono 300 donne (anche in questo caso vedove o divorziate). Il villaggio è sorto vicino la città di Edfu, nella provincia di Assuan, nel sud dell’Egitto, su aree agricole assegnate dal governo. Terreni utilizzati per coltivare prodotti tipici, per l’allevamento di polli o altri animali (fonte di sostentamento).
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