Vescovo accusato di aver stuprato una suora. «Gli abusi sono durati due anni»

Vescovo accusato di aver stuprato una suora. «Gli abusi sono durati due anni»
di Alix Amer
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Mercoledì 13 Febbraio 2019, 21:10 - Ultimo aggiornamento: 22:18

Quando il vescovo Franco Mulakkal accettò di celebrare personalmente la prima comunione per il figlio di Darly, la famiglia fu sopraffatta dall’orgoglio. Durante la cerimonia, Darly guardò sua sorella, una suora che lavorava con il vescovo, i suoi occhi si riempivano di lacrime (lacrime di gioia, pensò). Ma solo più tardi avrebbe saputo delle accuse di sua sorella che la sera prima il vescovo aveva convocato nei suoi alloggi e l’aveva violentata. La famiglia dice che è stato il primo di una serie di abusi durati due anni. Il vescovo, che continua a proclamare la sua innocenza, sarà processato per stupro e intimidazione. La svolta nel caso è arrivata con l’arrestato il 21 settembre dall’Alta Corte del Kerala, anche se concesse a monsignore Mulakkal, vescovo dimissionario di Jalandhar (in Punjab), il rilascio su cauzione. Le indagini sono andate avanti e ora comparirà davanti ai giudici. A conclusione di tre mesi di roventi polemiche e proteste di piazza, Papa Francesco lo aveva già sollevato momentaneamente dall’incarico. La suora che lo accusa ha raccontato che sarebbe accaduto «tredici volte» dal 2014 al 2016 «ma la Chiesa ha cercato di fami tacere». Alcuni mesi fà è stato portato sul luogo dove sarebbero avvenuti gli abusi. Più precisamente in una delle stanze del convento di Kuravilangad. 
 

 

Il fatto è uscito allo scoperto dopo la protesta delle altre suore che hanno chiesto «giustizia e verità» per la loro sorella. Il vescovo ha parlato per la prima volta a giugno, ma la polizia ha iniziato a interrogarlo formalmente solo a settembre, mentre la furia del caso ormai era fuori controllo. «Vedevamo i padri della chiesa come equivalenti a Dio, ma ora non più», ha detto una delle suore del convento. Altre hanno raccontato di ritorsioni da parte di alcune parrocchie dove operavano «tutto questo per aver preso parte alle proteste contro il vescovo». Pronta la giustificazione «sono stati i fedeli a chiedercelo». Il caso fa parte di «un problema più grande che Papa Francesco ha affrontato martedì per la prima volta dopo decenni di silenzio da parte del Vaticano», riportano oggi alcuni quotidiani. «Questo oltretutto accade in un momento in cui la frequenza della chiesa è bassa in Occidente, i monasteri vengono chiusi in Europa e in America, e il Vaticano si affida sempre più a luoghi come l’India». E «davanti a fatti del genere si perde l’autorità morale»,ha detto il reverendo Augustine Vattoly, che ha supportato le suore durante le proteste. I dettagli delle accuse della suora provengono da interviste con i funzionari delle forze dell’ordine, dalla sua famiglia e dalle altre cinque suore che hanno raccontato i fatti avvenuti all’interno della Chiesa siro-malabarese, che ha sede in India ma risponde al Vaticano. Copie delle denunce ufficiali che la religiosa ha inviato alle autorità ecclesiastiche per posta elettronica e per posta normale sono state fornite anche al New York Times, che si è occupata del caso. Intanto lo scandalo in Kerala sta dividendo i cattolici indiani, che contano circa 20 milioni pur essendo una minoranza relativamente piccola di una vasta popolazione. Più suore «si sono fatte avanti, in questo periodo, per denunciare abusi sessuali da parte di sacerdoti», dicono del Kerala. E nel distretto di Pathanamthitta, quattro sacerdoti sono stati accusati di ricattare donne durante la confessione, usando le informazioni «per costringerle a fare sesso», spiega Sudhakaran Pillai, capo della polizia criminale.

 

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