Variante inglese, la Gran Bretagna è isolata. L'incubo degli italiani bloccati: «Il consolato non ci assiste»

Variante inglese, la Gran Bretagna è isolata. L'incubo degli italiani bloccati: «Il consolato non ci assiste»
di Cristina Marconi e Camilla Mozzetti
5 Minuti di Lettura
Martedì 22 Dicembre 2020, 07:15

Un Paese blindato, con il caos alle frontiere e il Natale ridotto all'osso per via della nuova variante del virus Sar-Cov-2. Eccola la Gran Bretagna a 24 ore dal blocco del traffico aereo varato dall'Italia a cui è seguito quello di molti altri Paesi europei. Le ripercussioni sono notevoli: a fermarsi infatti sono stati anche treni e pullman con effetti non solo sulla circolazione delle persone ma anche su quella di merci e approvvigionamenti e i supermercati sono stati presi d'assalto. La mutazione ha reso il Covid-19 più contagioso ma non necessariamente più pericoloso a detta degli esperti, motivo per cui Boris Johnson primo ministro del Regno Unito si è mostrato ottimista in conferenza stampa e ha detto di lavorare a un sistema per sbloccare la situazione dei camion il prima possibile, «nelle prossime ore». Ha escluso di voler chiedere un periodo di transizione sulla Brexit come suggerito dalla leader scozzese Nicola Sturgeon, che ha bloccato gli arrivi dall'Inghilterra, e ha respinto le accuse di mancanza di trasparenza e le critiche per le sue ormai proverbiali inversioni a U.
Secondo Johnson e il responsabile scientifico del governo, Patrick Vallance, la nuova variante non incide sull'efficacia dei vaccini nel paese sono state già vaccinate 500 mila persone e il programma va avanti come previsto - ma va tenuta sotto controllo perché mette sotto pressione il servizio sanitario. Ma intanto la situazione è al collasso su un altro fronte: quello degli italiani rimasti bloccati nel Regno Unito. L'ambasciata ha riattivato la task force della primavera scorsa per rispondere via e-mail o per telefono alle varie richieste di assistenza anche se rispetto all'ordinanza dei giorni passati non ci sono novità e i voli, al momento, non possono riprendere fino al 6 gennaio.

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«BLOCCATI SENZA RAGIONE»
Su quanti grava questa situazione? Migliaia di connazionali per i quali il problema non è solo quello di non vedere la famiglia per Natale. Si tratta di cittadini che non risiedono stabilmente in Gran Bretagna e ci sono pure quelli che sono rimasti bloccati solo perché dovevano fare uno scalo all'aeroporto di Heathrow. Come i genitori di Gerardo Rebollo che domenica, quando il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l'ordinanza per bloccare i voli, erano appena partiti da Los Angeles. «Al loro arrivo a Londra avrebbero dovuto prendere un altro aereo per Bologna - spiega il ragazzo che vive con loro a Pesaro - ma non si sono mai imbarcati e nessuno ci dice cosa fare, ho chiamato e scritto al Consolato, nessuno ci risponde». I suoi genitori per il momento hanno trovato una stanza in albergo «a cento sterline a notte, ma se non potranno tornare prima del 6 gennaio sarà un vero problema, stavano tornando a casa da un altro continente e li hanno bloccati sul loro volo c'erano tanti altri italiani che ora si trovano nella stessa situazione». Di corridoi o canali o ancora voli attivati dal governo italiano per riportare a casa chi non risiede in Gran Bretagna non c'è ancora traccia.
Molti concittadini poi sono arrivati ad esempio a Londra solo qualche giorno fa per compiere procedure burocratiche in vista della Brexit.

Banalmente pur essendo uomini e donne che hanno già vissuto in Gran Bretagna o che si sono laureati nelle università inglese, sono tornati a Londra per trascorrere alcuni giorni prima di gennaio e dimostrare così di essere stati nel Paese al fine di non dover richiedere poi un visto temporaneo per tornare in Gran Bretagna.

 


ROTTE ALTERNATIVE»
È il caso di Francesca Dell'Olio, trevigiana di 37 anni: «Sono arrivata a Londra il 15 per compiere delle procedure prima della Brexit al fine di frequentare il prossimo anno un post-dottorato in Linguistica applicata alle scienze sociali, questa mattina alle sei (ieri ndr) avevo il volo ma è stato cancellato, ho iniziato a cercare di tutto ma sono stati bloccati anche i pullman per Parigi, ho pensato anche di passare per la Polonia acquistando un biglietto ma poi ho avuto paura di restare bloccata in un altro Paese». Per ora Francesca una casa dove stare l'ha trovata: «Mi ospita un mio amico ma è assurdo che ci abbiano chiuso così senza distinguere tra chi vive e risiede in Gran Bretagna e chi, invece, è solo di passaggio. Nessuno ci sta assistendo, il Consolato in primis». Anna Chiari, 28 anni, di Parma invece è chiusa in un b&b. È atterrata a Londra proprio domenica mattina e sarebbe dovuta ripartire oggi ma niente «Solo noi italiani siamo abbandonati, la Spagna e il Portogallo invece di stanno organizzando con i rimpatri». Ancora più preoccupante la situazione degli italiani che non hanno più un lavoro e un contratto di affitto. Laura P. aveva il biglietto per tornare in Sardegna il 24 dicembre. «Il mio contratto di lavoro è terminato il 16 e ho disdetto già l'affitto, fra tre giorni non saprò dove andare, il governo ha l'obbligo morale di riportarci a casa». Nelle sue stesse condizioni anche Giorgia Tammetta, 26 anni di Trieste che racconta la sua odissea: «Dovevo arrivare a Venezia questa mattina (ieri ndr) ma ovviamente il mio volo è stato cancellato, lavoro a Londra dalla scorsa estate in una catena di attività alimentari ma ho deciso di tornare in Italia e per questo ho disdetto il contratto compreso quello della stanza in affitto, da ore sto cercando di contattare la Farnesina ma non risponde nessuno non ci sono comunicazioni». Si sentono così questi italiani: «Siamo persone che hanno problemi più grandi di quello di non riuscire a mangiare il panettone con mamma e papà».

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