Usa, taglia da 25 milioni di dollari per ritrovare l'ex spia Fbi-Cia Robert Levinson scomparsa nel 2007 in Iran

Usa, taglia da 25 milioni di dollari per ritrovare l'ex spia Fbi-Cia Robert Levinson scomparsa nel 2007 in Iran
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Domenica 10 Novembre 2019, 17:27
Una taglia da 20 milioni di dollari per chi fornisca informazioni sul suo destino. Dopo l'offerta di 5 milioni da parte dell'Fbi, anche il dipartimento di Stato Usa si è mosso per trovare e rimpatriare Robert Levinson, 58 anni, ex agente Fbi, appunto, scomparso misteriosamente in Iran il 9 marzo del 2007 nell'isola di Kish, durante una missione per conto della Cia.  Per la prima volta Teheran, dopo varie affermazioni contraddittorie, ha riconosciuto di avere un caso ancora aperto presso la sua Corte Rivoluzionaria pur se ha specificato che si tratta solo di un uomo scomparso, e non di un caso particolare. Ora in primo piano, però, oltre a una miriade di cartelli sparsi in tutto il Paese, ci sono 25 milioni di dollari: la stessa cifra in palio per la cattura del leader dell'Isis Abu Bakr al-Baghdadi, il terrorista più ricercato del mondo, poi eliminato nel recente blitz Usa.

Tutto è partito dalla famiglia di Levinson, che aveva affermato di avere ogni motivo per credere che il proprio caro fosse vivo. Per questo si è rivolta al Gruppo di Lavoro dell'Onu che indaga sulle sparizioni forzate o involontarie e questa volta, a sorpresa, l'Iran ha risposto positivamente. «Stando alla dichiarazione del ministero della Giustizia, Robert Levinson ha un caso in corso davanti alla Corte rivoluzionaria di Teheran», si legge nella email inviata dagli investigatori Onu alla famiglia. In febbraio invece Teheran aveva chiesto allo stesso gruppo di lavoro di chiudere la sua indagine su Levinson, in quanto «non è stata fornita alcuna prova che dimostri la sua presenza nelle prigioni iraniane». È quindi la prima indicazione in oltre un decennio che l'ex agente dell'Fbi potrebbe essere detenuto in Iran e sottoposto ad indagini. In genere la Corte rivoluzionaria tratta casi di spionaggio, sovversione, contrabbando, blasfemia, con processi a porte chiuse che per gli occidentali o gli iraniani con doppia nazionalità si concludono spesso con condanne da usare come merce di scambio nei negoziati.
Gli Usa sostennero a lungo che l'uomo - un agente Fbi che si era distinto in operazioni contro la mafia italiana e russa - stava lavorando in quell'occasione per un'azienda privata.
Ma nel 2013 l'Associated Press rivelò che in realtà era in missione per analisti della Cia. La sua famiglia ha ricevuto 2,5 milioni di dollari l'anno dall'agenzia di intelligence per bloccare una causa che avrebbe rivelato i dettagli del suo lavoro, mentre tre analisti sono stati cacciati ed altri sono stati sanzionati. Nelle uniche immagini emerse dopo la scomparsa, risalenti al 2010 e 2011, Levinson indossa una tuta arancione simile a quella dei prigionieri nel carcere Usa di Guantanamo e appare dimagrito, con la barba e i capelli lunghi. In un video, con una popolare canzone nuziale pashtun in sottofondo, l'uomo si lamenta delle sue cattive condizioni di salute. Oltre a lui, ci sono almeno altri quattro americani detenuti in Iran. 

«Nessun caso giudiziario è stato formato nei tribunali iraniani, incluso il tribunale rivoluzionario, sull'ex agente della Cia Robert Levinson» ha però detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Abbas Mousavi, citato dall'agenzia Isna, aggiungendo che come mossa umanitaria l'Iran ha aperto un caso relativo a Levinson solo come «persona scomparsa. Non abbiamo informazioni sul destino del cittadino americano, ma facciamo del nostro meglio per aiutare a risolvere il problema», ha ribadito Mousavi. (ANSA).
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