Usa, si accorcia ancora l'aspettativa di vita. La causa? Suicidi, overdose e alcolismo

Usa, si accorcia ancora l'aspettativa di vita. La causa? Suicidi, overdose e alcolismo
di Anna Guaita
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Martedì 26 Novembre 2019, 20:57

NEW YORK – Gli Stati Uniti sono il Paese che per la sanità spende per capita più di ogni altro al mondo. Eppure sono anche l’unico Paese ricco in cui l’aspettativa di vita sta calando. Per tre anni consecutivi, invece di promettere una vita più lunga, le statistiche dimostrano che la vita media degli americani si sta accorciando.
 
A influire negativamente sulle statistiche sono quelle che vengono definite “Deaths of Despair”, morti da disperazione, cioè morti da overdose, suicidi, alcolismo, complicazioni da obesità. Uno studio pubblicato sul Journal of the American Medical Association analizza i dati statistici per spiegare che l’inversione di tendenza nell’aspettativa di vita negli Usa è legata a problemi che hanno le loro radici nelle crisi economiche-sociali degli anni Ottanta-Novanta, la chiusura delle fabbriche, il crollo della classe media, l’allargarsi della diseguaglianza economica, l’impossibilità di tante famiglie di continuare a pagare un’assicurazione sanitaria, lo sgretolarsi del tessuto sociale nelle grandi città e nelle campagne: «La nostra salute non è definita solo da quel che succede in uno studio medico – spiega uno dei docenti che ha condotto lo studio, Steven Woolf della Facoltà di Medicina della Virginia Commonwealth University -, ma da quello che succede nella vita di tutti i giorni». Secondo Woolf, l’accesso all’istruzione, a un impiego stabile, a un salario dignitoso, a un ambiente sociale sano sono elementi cruciali «nel definire la nostra salute». E «il fatto che tanti americani non godano di questi elementi, genera profonda sofferenza. E ora sappiamo che può costare anche la vita di un individuo». Va anche ricordato che le spese faraoniche del sistema sanitario americano non sono tutte investite in reale assistenza: si calcola che fra il 30 e il 40 per cento del totale vada in spese amministrative.
 
A essere colpita di più dalle «morti da disperazione» è la fascia degli adulti fra i 25 e i 64 anni d’età, in particolare la popolazione delle aree dove si è registrata la crisi dell’industria manifatturiera e nelle fasce che non hanno concluso gli studi superiori. Fra costoro il tasso di mortalità per overdose e suicidi è aumentato del 40 per cento dal 2000 a oggi. Simili aumenti si sono registrati nel settore delle cirrosi epatiche da alcolismo e nelle crisi cardiache da obesità.
 
Se l’aumento delle morti di questo genere non ha influito prima sui dati statistici si deve al fatto che di converso altri fattori stavano contribuendo a ridurre la mortalità in diversi settori, come la riduzione delle morti in incidenti automobilistici (grazie anche all’obbligatorietà delle cinture di sicurezza), la riduzione nei decessi da Aids grazie alla prevenzione e ai nuovi farmaci, la prevenzione e la cura di molte forme di cancro e delle malattie cardiache. Difatti negli anni fra il 1960 e il 2014, la vita media degli americani era cresciuta di dieci anni, da 69,9 a 78,9.
 
Ma adesso, sta retrocedendo. E nel 2017 era scesa al 78,6. Nello stesso anno, se gli Usa fossero stati un Paese europeo, si sarebbero qualificati al 32esimo posto, al pari della Slovacchia. Nel 2017 la vita media in Italia era di 82,5 anni, ed eravamo cioè sesti a pari merito con Norvegia e Islanda.



 
 
 
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