Lo stupro come arma di guerra. Riecheggiano in Ucraina i drammi delle guerre balcaniche, degli stupri usati per fiaccare la resistenza della popolazione che resiste all'invasione russa. Una donna incinta di otto mesi, costretta a vedere tre vicine di casa stuprate dai soldati russi a Kostopil. Il marito di una di loro verrà poi ucciso. Una donna violentata davanti alla figlia di 17 anni, vittima poi a sua volta della stessa violenza a Kherson. E ancora donne stuprate in gruppo a Bucha, nessuna delle quali ha la forza di denunciare, ma il cui caso viene sollevato da un amico delle vittima alla ong ucraina 'Strada', che già prima della guerra si occupava di violenza, discriminazione di genere e traffico di esseri umani in Ucraina.
Lo racconta ad Adnkronos da Kiev l'avvocato Yuliia Anosova, che «da quando è iniziata la guerra la nostra hot line nazionale raccoglie le denunce delle violenze subite dalle donne ucraine da parte dei soldati russi».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout