Ucraina, sanzioni per Putin: Germania blocca il gasdotto Nord Stream 2. Biden e la Ue: colpire le finanze degli oligarchi

La Nato: «Dalla Russia attacco su larga scala»

Ucraina, sanzioni per Putin: Germania blocca il gasdotto Nord Stream 2. Biden e la Ue: colpire le finanze degli oligarchi
di Cristiana Mangani
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Martedì 22 Febbraio 2022, 20:40 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 07:40

Il botta e risposta tra l’Occidente e Mosca sulla crisi in Ucraina si intensifica ora dopo ora. E il giorno dopo la firma di Putin per l’indipendenza delle Repubbliche separatiste del Donbass, Europa, Gran Bretagna, e Stati Uniti alzano il tiro e provano a colpire lo zar sugli accordi economici, sulle banche, sul commercio. Nella riunione informale dei ministri degli Esteri convocata a Parigi, l’Ue ha trovato un punto di equilibrio adottando un pacchetto di sanzioni corpose ma che non toccano Putin in persona. Appigliandosi alla risposta più forte arrivata finora dal Vecchio continente nei confronti di Mosca: lo stop al Nord Stream 2 annunciato da Berlino, il gasdotto che unisce Russia e Germania con una capacità di 55 miliardi di metri cubi l’anno. Altra arma affilata è stata l’esclusione della Russia dal sistema Swift (Society for Worldwide interbank financial telecommunication), a cui il ministro russo Sergei Lavrov fa riferimento come la «madre di tutte le sanzioni». Swift è la rete attraverso cui “dialogano” le banche di tutto il mondo e gestiscono le loro transazioni.

Decisioni che alzano l’asticella delle sanzioni che la Ue, a cominciare dall’Italia, dovrebbero essere pronte ad appoggiare.

Ora che Putin è «venuto a vedere» le carte in mano alla Nato, i paesi occidentali cercano di definire una risposta comune. Anche se non è un mistero che Germania, Francia, Italia e Spagna siano parecchio restii a picchiare duro. A differenza di Usa e Gran Bretagna e ai paesi del Nord Europa più orientati verso un maggior rigore. Alla fine, però, l’accordo c’è ed è unanime. Palazzo Chigi è in linea con la Ue, sebbene si continui a insistere sulla strada della diplomazia, e il premier Draghi sia ancora pronto a incontrare Putin. «Quello che è avvenuto con il riconoscimento da parte della Russia delle due regioni separatiste del Donbass è inaccettabile e l’Italia è assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle sanzioni - dichiara, confermando la posizione comune, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio -. Il governo italiano inoltre, sta costruendo un percorso per erogare aiuti finanziari all’Ucraina che in questo momento è in evidente difficoltà». L’ufficio diplomatico di Palazzo Chigi sta aspettando una risposta dal Cremlino. È stato Putin a chiedere un incontro a Draghi, ma i suoi uffici non hanno ancora comunicato uno spazio utile nell’agenda del presidente russo. Il presidente del Consiglio potrebbe volare a Mosca già questa settimana, forse domani o dopodomani, ma, al momento, non ci sono certezze. Draghi, comunque, è già intervenuto sul tema: ha detto in modo chiaro che gli interessi italiani sulle sanzioni possono divergere da quelli degli alleati, e che le sanzioni non dovrebbero includere il tema dell’energia, ma ha anche respinto qualsiasi lusinga proveniente da Mosca: «L’unità del fronte occidentale non è in discussione», ha rimarcato. All’interno del governo c’è, poi, chi come Matteo Salvini considera le sanzioni alla Russia come l’ultima mossa possibile. «Se fossero necessari degli interventi per carità. La domanda è: quanto sono servite le passate sanzioni? Quanto sono costate all’Italia e alle aziende italiane? Bisogna abbassare tutti i toni. Spero non ci sia nessuno che tifi per la guerra».

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«Nessuna paura»

«Mosca non è spaventata - è stata la replica di Sergei Lavrov, ministro degli Esteri russo -. I nostri colleghi europei, americani, britannici non si fermeranno e non si calmeranno finché non avranno esaurito tutte le loro possibilità per la cosiddetta punizione della Russia. Ci stanno già minacciando con ogni sorta di sanzioni o, come si dice ora, la madre di tutte le sanzioni. Bene, ci siamo abituati. Sappiamo che le sanzioni verranno comunque imposte, in ogni caso. Con o senza motivo», ha aggiunto Lavrov. Mentre l’ex premier russo Dmitry Medvedev ha scritto su Twitter che lo stop al Nord Stream 2 causerà un incremento del prezzo del gas fino a 2mila euro per mille metri cubi (più o meno il triplo rispetto a quanto viene pagato oggi). Anche se ieri mattina Putin ha affermato che «la Russia proseguirà le forniture ininterrotte di gas ai mercati globali». In attesa di sviluppi, l’Ue tira dritta: «Il pacchetto di misure è calibrato, le finalizzeremo presto», ha assicurato Ursula von der Leyen, mentre dall’altra parte dell’Oceano Joe Biden ha annunciato le misure americane per «tagliare fuori il governo russo dalla finanza occidentale». Ben oltre quindi quelle per l’annessione della Crimea 8 anni fa. A riprova che lo scontro diplomatico è molto duro c’è anche l’annullamento del vertice tra il segretario di Stato americano, Blinken, e il ministro russo Lavrov. Doveva tenersi giovedì, ma - secondo Washington - non a più senso vedersi dopo le forzature putiniane.
 

 
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