Ucraina, diretta. Al via maxi-esercitazioni russe nel Mediterraneo. Cnn: incontro ravvicinato tra aerei Usa e Russia

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Ucraina, diretta. Al via maxi-esercitazioni russe nel Mediterraneo. Cnn: incontro ravvicinato tra aerei Usa e Russia
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Mercoledì 16 Febbraio 2022, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:34

Prima le prove di dialogo sulla crisi in Ucraina tra la Russia e l'Occidente. Poi, da Mosca nuove minacce e il via libera alle maxi-esercitazioni nel Mediterraneo. La Russia, infatti, ha schierato nelle ultime ore bombardieri a lungo raggio con capacità nucleari e jet da combattimento che trasportano missili ipersonici nella sua base aerea in Siria. I velivoli prendono parte a massicce esercitazioni navali e aeree nel mar Mediterraneo orientale, annunciate il mese scorso. Lo riferiscono media siriani e panarabi, secondo cui la visita in Siria del ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, è coincisa con l'avvio di queste esercitazioni militari, definite «le più massicce dai tempi della Guerra fredda». Secondo le fonti, i caccia MiG-31K con missili ipersonici Kinzhal e bombardieri strategici Tupolev Tu-22M a lungo raggio sono atterrati ieri alla base aerea di Hmeimim, nella regione costiera di Latakia.

Subito è arrivata la risposta della Nato: «Valutiamo la presenza di nuove truppe nell'Europa centrale e orientale». Poco prima la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata da Interfax, ha lanciato un nuovo avvertimento all'Ucraina e all'Occidente: «Ogni movimento anomalo lungo la linea di contatto in Ucraina, ogni sparo, ogni provocazione potrebbero avere conseguenze fatali. L'isteria fomentata dall'Occidente ha messo una dura pressione psicologica sulla popolazione ucraina, ma tocca a loro averci a che fare. Siamo preoccupati per un'altra cosa: si tratta di un Paese in una fase calda di conflitto interno, e quindi la condizione della popolazione, compresa la salute mentale, è importante», ha aggiunto Zakharova, puntando il dito anche contro «i media occidentali».

Ucraina, segnali di de-escalation da Putin. Biden: «Ritiro delle truppe non verificato»

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Guerra di nervi

È una guerra per ora solo di nervi quella che si sta consumando tra l'Occidente e Vladimir Putin sulla frontiera ucraina. All'indomani dell'annuncio del Cremlino sulla fine parziale delle esercitazioni e il rientro dei soldati alle loro basi, la Nato continua a non vedere «alcun ritiro delle truppe russe dai confini dell'Ucraina. Anzi - ha accusato il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg nel corso della ministeriale Difesa a Bruxelles - Mosca sta inviando altre forze».

L'Occidente, immagini satellitari alla mano, teme insomma il bluff dello zar e oggi si è mostrato unito come non mai nel respingere l'assalto ibrido russo per forzare la mano a Europa, Usa e Nato su un nuovo assetto di sicurezza. Con l'Alleanza che sta valutando un rafforzamento «di lungo termine» del fianco est e l'Italia, rappresentata dal ministro Lorenzo Guerini, che si è detta «pronta a fare la sua parte» sull'invio di truppe per la deterrenza. Certo, segnali di apertura diplomatica da Mosca ci sono, tutti i leader lo riconoscono. «Dopo le parole però adesso ci vogliono i fatti», ha sintetizzato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Se di distensione si tratta, è al rallenty. Come confermano anche le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Le truppe russe non se ne vanno davvero, si avvicendano», ha avvertito, aggiungendo quasi a farsi coraggio che il suo Paese «non teme nulla e nessuno» ed è pronto a difendersi. Accogliendo al quartier generale i 30 ministri della Difesa alleati, Stoltenberg non a caso ha definito le «minacce militari» della Russia come un tentativo d'imporre «una nuova normalità» nell'est. E ottenere concessioni. Ma ha anche professato «cauto ottimismo» per la volontà manifestata da Putin di voler proseguire il percorso della diplomazia.

In Crimea d'altra parte le immagini rilanciate dai media mostrano i mezzi russi lasciare la penisola - annessa nel 2014 - attraverso il ponte costruito (a caro prezzo) dai fratelli Rotenberg, oligarchi di nuovo conio e pezzi da novanta del cerchio magico di Vladimir Putin. Il ministero della Difesa ha inoltre annunciato che quando le esercitazioni congiunte con la Bielorussia termineranno (il 20 di febbraio) gli effettivi faranno rientro in patria. «Vorrei chiedere alle fonti di disinformazione statunitensi e britanniche di pubblicare il programma delle nostre imminenti invasioni per l'anno: mi piacerebbe pianificare le mie vacanze», ha sferzato caustica la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.

La tanto paventata invasione prevista da Washington e Londra fin quasi nell'orario preciso, non si è infatti materializzata. Ma per una colonna di tank che fa rientro negli hangar, c'è un'altra esercitazione che inizia, questa volta nel Mediterraneo. Con i bombardieri a lungo raggio a capacità nucleare e i jet da combattimento armati di missili ipersonici dislocati nella base aerea siriana di Khmeimim.

Mosca, dal canto suo, ora si gioca la carta delle contro accuse. È l'Occidente che rimpinza di armi l'Ucraina per «spingerla alla guerra» o a «una provocazione» nel Donbass e al contempo reputa «positiva» l'offerta di Joe Biden a continuare il dialogo. Putin ha poi per il momento declinato la richiesta della Duma di riconoscere le repubbliche separatiste filo-russe di Donetsk e Lugansk poiché «non in linea» con il trattato di Minsk. Come dire: noi rispettiamo i patti. Parole di pace, se così si può dire, arrivano anche dall'Alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell (non certo un russofilo), che ha invitato a considerare le «legittime preoccupazioni» della Russia in termini di sicurezza. L'intesa finisce ad ogni modo qui.

Borrell ha parlato chiaramente di uno «scontro di valori» tra il «democratico» Occidente e «l'autoritaria Russia», che teme il successo dell'Ucraina perché sarebbe la sconfitta del suo modello. Il coordinamento allora continua: domani si terrà il Consiglio Ue informale sulla crisi ucraina, l'incontro alla Nato con gli omologhi di Ucraina e Georgia e sabato la riunione dei ministri degli Esteri del G7. In serata c'è stata l'ennesima telefonata tra Biden ed Olaf Scholz, mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è a Mosca per incontrare Serghei Lavrov dopo la tappa di martedì a Kiev. L'Ue ha promesso che «non abbandonerà mai» il popolo ucraino ma Berlino non nasconde di essere pronta ad andare incontro al Cremlino su qualche aspetto. Tipo tempi di attesa lunghi sull'eventuale ingresso di Kiev nella Nato, che però la Russia ribadisce di non poter accettare né ora né mai.

Ucraina, la diretta

Ore 20.00 Il presidente ucraino Zelensky passa in rassegna le truppe. Nella 'Giornata dell'unità' dichiarata di fronte ai timori di un'invasione russa, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha passato in rassegna le truppe di Kiev, impegnate in esercitazioni militari con le armi anti-carro fornite dagli alleati occidentali nei pressi di Rivne, a ovest di Kiev. Successivamente, il capo di Stato si è recato nella città portuale di Mariupol, nel sud-est ucraino vicino al confine russo, dove ha tenuto un discorso alla popolazione, indossando una giacca verde oliva in stile militare.

Ore 19.00 Incontro ravvicinato tra aerei Usa e Russia sul Mediterraneo. Un aereo della marina statunitense ha avuto un incontro «estremamente ravvicinato» con diversi jet russi nelle acque internazionali del Mediterraneo, mentre rimane alta la tensione per le minacce militari russe all' Ucraina.

Lo riferisce la Cnn, citando diverse fonti americane informate dell'incidente. Le fonti non hanno precisato quanto i jet russi si siano avvicinati all'aereo americano di ricognizione P-8, ma hanno aggiunto che si è trattato di manovre «pericolose e non professionali». Ci sarebbe anche un video dell'incidente. Poco dopo c'è stato un nuovo incontro ravvicinato fra jet americani e russi.

Ore 17.44 - Cremlino contro gli accordi di Minsk: riconoscere le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk. Il presidente russo Vladimir Putin ha «preso nota» della richiesta della Duma - il ramo basso del Parlamento di Mosca - di riconoscere le autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk, nel sud-est ucraino, ma un'iniziativa del genere non rispetterebbe gli accordi di Minsk. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Nelle scorse ore, gli Stati Uniti avevano condannato l'ipotesi di un riconoscimento.

Ore 17.33 - Al via maxi-esercitazioni russe nel Mediterraneo. La Russia ha schierato nelle ultime ore bombardieri a lungo raggio con capacità nucleari e jet da combattimento che trasportano missili ipersonici nella sua base aerea in Siria. I velivoli prendono parte a massicce esercitazioni navali e aeree nel mar Mediterraneo orientale, annunciate il mese scorso. Lo riferiscono media siriani e panarabi, secondo cui la visita in Siria del ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, è coincisa con l'avvio di queste esercitazioni militari, definite «le più massicce dai tempi della Guerra fredda».

Ore 17.07 - Nato: valutare la presenza di nuove truppe nell'Europa centrale e orientale. I ministri della Difesa della Nato hanno «incaricato» l'Alleanza di «valutare la presenza di nuove truppe nell'Europa centrale e orientale». Lo afferma il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in conferenza stampa.

Ore 16.37 - Macron sente Xi Jinping: «Proseguire sforzi per un calo delle tensioni». Il presidente francese Emmanuel Macron e il suo omologo cinese Xi Jinping hanno avuto oggi un colloquio telefonico su diversi temi tra cui la crisi in Ucraina e «la necessità di proseguire gli sforzi a favore di un calo delle tensioni e della risoluzione della crisi attraverso il dialogo»: è quanto afferma l'Eliseo, secondo cui nel corso del colloquio il presidente cinese «ha salutato l'azione della Francia e della Germania nel quadro del formato Normandia e ribadito il suo pieno sostegno all'attuazione degli Accordi di Minsk» per sciogliere le tensioni tra Mosca e Kiev.

Ore 16.06 - von der Leyen sente Draghi. Telefonata tra il premier Mario Draghi e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sulla crisi ucraina. «Ho avuto uno scambio con il premier Draghi sulla situazione attuale della sicurezza. Una de-escalation sarebbe benvenuta ma mancano segnali concreti da parte della Russia. Abbiamo anche parlato della prontezza nella risposta sulla sicurezza delle forniture energetiche, a beneficio dell'Ue dell'Italia», scrive von der Leyen in un tweet.

Ore 15.45 - Mosca: «Ogni movimento anomalo lungo la linea di contatto potrebbe avere conseguenze fatali». «Ogni movimento anomalo lungo la linea di contatto in Ucraina, ogni sparo, ogni provocazione potrebbero avere conseguenze fatali». A lanciare il nuovo avvertimento è la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata da Interfax. «L'isteria fomentata dall'Occidente ha messo una dura pressione psicologica sulla popolazione ucraina, ma tocca a loro averci a che fare. Siamo preoccupati per un'altra cosa: si tratta di un Paese in una fase calda di conflitto interno, e quindi la condizione della popolazione, compresa la salute mentale, è importante», ha aggiunto Zakharova, puntando il dito anche contro «i media occidentali».

Ore 15.27 - Blinken: «Non vediamo il ritiro russo, la minaccia resta». Gli Usa non hanno visto «un ritiro significativo delle truppe russe, la minaccia in Ucraina resta reale». Lo dice il segretario di Stato americano Antony Blinken. 

Ore 15.21 - Mosca pubblica video del rientro dei tank dal ponte di Crimea. La Difesa di Mosca ha diffuso un video del presunto ritiro di mezzi militari attraverso il ponte della Crimea al termine delle esercitazioni. Le nuove immagini mostrano decine di tank e mezzi dei reparti d'assalto che rientrano verso la Russia lungo il ponte illuminato. Secondo i media, potrebbero dirigersi verso le basi militari in Cecenia. Le immagini, sottolinea la Cnn, non risultano al momento verificate.

Ore 14.40 - Erdogan insiste per organizzare un incontro in Turchia tra i presidenti di Russia e Ucraina. «Siamo in contatto con Putin e anche con Zelensky», ha detto il leader turco, sul volo di rientro dagli Emirati Arabi Uniti. «Avrò uno scambio con Putin per valutare cosa ne pensa di un trilaterale con Zelensky. Andremo avanti in base a questo», ha aggiunto Erdogan nelle dichiarazioni riportate oggi dall'agenzia Anadolu. «Nel nostro incontro - ha affermato - Zelensky ha detto di essere disponibile a un trilaterale a Istanbul o Ankara». «Una guerra - ha proseguito - non promette nulla di buono per il bene della regione».

Ore 14.20 - Domani a Bruxelles un Consiglio Ue informale sulla crisi Ucraina. La riunione è stata convocata dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel per le 12.30.

Ore 14.10 - Mosca: dall'Occidente armi a Kiev per spingerla alla guerra. L'Occidente sta riempiendo di armi l'Ucraina per spingerla alla guerra nel Donbass. È l'accusa del consiglio di sicurezza russo, riferita dall'Interfax, nel pieno della crisi in Ucraina.

Ore 13.20 - G7, riunione sabato in Ucraina. I ministri degli esteri del G7 terranno sabato una riunione sulla situazione in Ucraina.

 

Ore 12.30 - Zelensky: non stiamo vedendo alcun ritiro russo. «A dire la verità, non abbiamo ancora visto alcun ritiro» da parte della truppe russe. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Bbc, dicendo che del ritiro russo «ne abbiamo solo sentito parlare». Intervistato in un campo di addestramento militare nell'Ucraina occidentale, Zelensky ha aggiunto che quando le truppe russe si ritireranno «lo vedranno tutti, non solo l'esercito. Ma per ora sono solo parole». Dicendo di ritenere che «tutte le persone normali sperano in una de-escalation», il presidente ucraino ha affermato che «per quanto riguarda la minaccia» posta dalla Russia «ho detto molte volte che siamo sereni su qualsiasi minaccia perché ricordiamo che tutto questo non è iniziato ieri. Succede da molti anni».

Ore 12.10 - In Ucraina Giornata dell'unità. L'Ucraina celebra oggi per la prima volta la Giornata dell'unità, indetta dal presidente Volodymyr Zelensky nel giorno in cui secondo l'Occidente la Russia avrebbe potuto invadere il Paese. In molti hanno accolto l'appello del capo dello Stato a innalzare le bandiere gialle e blu e a intonare l'inno nazionale alle 10 in punto. A Kiev alcune decine di persone si sono riunite nella celebre piazza dell'Indipendenza, la Maidan delle proteste del 2013, chiamate dalle organizzazioni giovanili alle quale si sono poi uniti anche i passanti. Hanno cantato l'inno e issato cartelli con slogan inneggianti all'unità e alla sovranità del Paese: « Ucraina indipendente in un'Europa indipendente», si legge su uno striscione. «Siamo orgogliosi di essere ucraini e dobbiamo mostrarci uniti, tutti, da nord a sud, da est a ovest», dice all'Ansa Mikola Sherchenko, un medico di 22 anni. «Abbiamo paura e per questo molte persone hanno già lasciato l'Ucraina. Altri sono rimasti, come me, dobbiamo sostenere la nostra gente», afferma invece Natalia Klorachina, insegnate e interprete di 46 anni che si è fermata mentre si stava recando al lavoro. «Speriamo bene», aggiunge. Julia Kovalenko, studentessa di 19 anni, è «sicura che andrà tutto bene»: «Sono nata in Ucraina e amo il mio Paese. Credo che sia forte, siamo degli eroi e l'Ucraina ha un grande grande futuro». Altri flashmob sono stati lanciati sui social in altre parti del Paese dall'organizzazione giovanile "Ze! Molodezhka".

Ore 11.30 - La Gran Bretagna sta giocando un «ruolo provocatorio» nella crisi ucraina, ma la Russia «si vendicherà» nel caso in cui Londra dovesse «imporre nuove sanzioni» nei confronti di Mosca. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov a Mosca, al termine di un incontro nel formato «2 + 2» con la partecipazione dei ministri degli Esteri e della Difesa di Russia e Brasile.

Ore 11.10 - Mosca: noi estranei a cyberattacchi. Il Cremlino afferma di non avere nulla a che fare con gli attacchi cibernetici in Ucraina che ieri hanno colpito i siti web del ministero della Difesa e delle forze armate del Paese e quelli di due banche statali. «Come atteso, l' Ucraina continua a incolpare la Russia per tutto. La Russia non ha nulla a che fare con gli attacchi cibernetici», ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Ore 10.55 - È positivo che Biden voglia proseguire i colloqui. Lo ha detto il Cremlino. «È positivo che il presidente americano stia anche rimarcando la sua prontezza a iniziare trattative serie», ha affermato Peskov. «Possiamo accogliere favorevolmente che il presidente degli Stati Uniti, uno dei Paesi più potenti, pensi alla nazione russa», ha dichiarato ancora il portavoce di Putin. «Certamente - ha proseguito - preferiremmo non sentire minacce su ciò che ci accadrà se facciamo o non facciamo qualcosa. Siamo stanchi di queste minacce». Il portavoce del Cremlino ha inoltre affermato che i negoziati potrebbero essere «molto complessi e richiederanno flessibilità da entrambe le parti».

Ore 10.30 - Stoltenberg: vediamo altre truppe di Mosca in arrivo. La Nato non ha notato nessun segno chiaro di de-escalation sul terreno, anzi le truppe russe «sono aumentate non diminuite». Lo ha detto il segretario generale dell'Alleanza Jens Stoltenberg aprendo la ministeriale difesa a Bruxelles. «Stiamo monitorando molto da vicino cosa accade», ha aggiunto. «Allo stesso tempo registriamo le aperture di Mosca al dialogo diplomatico e siamo pronti in questo senso. Ma stiamo ancora aspettando la reazione della Russia alle nostre risposte scritte inviate il 26 di gennaio».

Ore 10.00 - Bielorussia: i militari russi lasceranno il Paese. Dopo la fine delle esercitazioni in Bielorussia, tutti i militari russi lasceranno il Paese: lo ha detto il ministro degli Esteri della Bielorussia, Vladimir Makei, ripreso dall'agenzia Ria Novosti.

Ore 9.45 - Michel: l'Ue non abbandonerà mai il popolo ucraino. «Nel 2014 l'Ucraina ha scelto lo stato diritto e la democrazia liberale: l'Ue ha sostenuto questa scelta, e l'Ue non abbandonerà mai il popolo ucraino». Lo ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel alla plenaria del parlamento europeo a Strasburgo.

Ore 9.30 - Von der Leyen: da Mosca ora fatti e non parole. «Credo che la diplomazia non abbia detto l'ultima parola ma ora dobbiamo vedere i fatti oltre alla parole». Lo ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen alla plenaria di Strasburgo. «La Nato non ha ancora visto segni chiari di ritiro. Abbiamo esaminato tutte le possibili perturbazioni se la Russia sceglie di usare l'energia come leva di pressione e posso dire che per questo inverno siamo al sicuro. Con gli stati membri abbiamo messo a punto misure di emergenze che possiamo mettere in campo se si arriva a una crisi totale: oltre 200 navi di Gnl sono in arrivo in Europa», ha detto. «Ma dobbiamo anche investire per liberarci dalla dipendenza dalla Russia per il gas».

Ore 9.15 - Borrell: verificare il ritiro delle truppe russe dalla Crimea. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha espresso cautela questa mattina di fronte all'annuncio del ritiro delle forze russe dalla Crimea, sottolineando che è necessario prima «verificarlo». Commentando la notizia ai microfoni di radio France Inter, l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera ha detto che il ritiro, «se fosse vero, senza dubbio» sarebbe un segnale di distensione. Tuttavia ha aggiunto: «Bisogna sempre controllare».

Ore 8.30 - Mosca, terminate esercitazioni militari in Crimea. La Russia ha annunciato la fine delle esercitazioni militari nella Crimea annessa a Mosca, dove il dispiegamento di truppe aveva alimentato i timori di un'invasione dell'Ucraina. I soldati, ha reso noto il ministero della Difesa in un comunicato, stanno tornando alle loro guarnigioni: la notizia segue un primo ritiro delle truppe russe dai confini dell'Ucraina ieri. «Le unità del distretto militare meridionale, dopo aver completato la loro partecipazione alle esercitazioni tattiche, si stanno spostando verso i loro punti di schieramento permanente», ha affermato il ministero della Difesa in un comunicato. Allo stesso tempo, la tv di Stato ha trasmesso le immagini di unità militari che attraversavano un ponte che collega la penisola controllata dalla Russia alla terraferma.

 

Ore 7.10 - La Russia: «Nessun attacco né oggi né il prossimo mese». «Per quanto riguarda la Russia, posso assicurare che non ci sarà alcun attacco questo mercoledì. Né ci sarà un'escalation nella prossima settimana, né nella settimana successiva, né nel prossimo mese». Lo ha detto l'inviato russo presso l'Ue, Vladimir Chizhov, in dichiarazioni pubblicate da Die Welt in cui ha affermato che «le guerre in Europa raramente iniziano di mercoledì». «Quando si fanno accuse, in particolare accuse molto gravi contro la Russia, si ha anche la responsabilità di produrre prove - ha aggiunto, con un riferimento all'allerta Usa sull' Ucraina - Al contrario, è calunnia». Quindi, ha proseguito, «dove sono le prove?». E ha aggiunto: «Quando i nostri partner ascolteranno le nostre legittime preoccupazioni non tarderà un processo di distensione. Sarebbe nell'interesse di tutti gli europei, da Lisbona a Vladivostok e di tutti gli altri Paesi del mondo».

Ore 6.30 - Le Borse in rialzo dopo i segnali di distensione. Ieri seduta in deciso rialzo a Wall Street grazie all'ottimismo sulla crisi ucraina. Dow Jones è salito di 422,14 punti (+1,22%), lo S&P 500 ha terminato in rialzo di 69,33 punti (+1,58%), il Nasdaq ha guadagnato 348,84 punti (+2,53%). Dopo aver chiuso lunedì ai massimi in oltre 7 anni, il petrolio Wti al Nymex ha perso ieri 3,39 dollari, quasi il 3,6%, terminando a 92,07 dollari al barile, visti i segnali di distensione sull' Ucraina. L'oro, che lunedì aveva chiuso ai massimi degli ultimi tre mesi, ieri ha perso 13,20 dollari, lo 0,7%, e ha chiuso a 1.856,20 dollari all'oncia. Euro in rialzo dello 0,49% a 1,1360 dollari, biglietto verde poco mosso a 115,63 yen, sterlina stabile a 1,3535 dollari. Continuano a salire i rendimenti dei titoli del Tesoro, con il decennale che ha raggiunto il 2,055%, massimi dal luglio 2019.

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