L'Ucraina può vincere la guerra? Tricarico: «Sono in grado di liberare il Paese dai russi». Ma c'è il pericolo Bielorussia

Camporini: «Fare attenzione anche a cosa succede in Transnistria»

Kiev può vincere la guerra? Tricarico: «Può liberare il Paese dai russi». Ma c'è il pericolo Bielorussia
di Marco Ventura
4 Minuti di Lettura
Venerdì 13 Maggio 2022, 22:53 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 08:41

L’Ucraina può vincere? «Se vincere significa ributtare fuori dai confini fino all’ultimo soldato russo, la risposta è sì». Non ha dubbi, e non da ieri, l’ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e consigliere di tre presidenti del Consiglio, Leonardo Tricarico. «Ma è un sì condizionato, si dovrebbe dire sì, salvo intese». Vincere o perdere, per il generale Tricarico, sarebbe solo una questione politica, il frutto di una scelta. In pratica, l’andamento della guerra è chiaro. «Basta che si mantenga il trend osservato fino a oggi, anche con minore intensità, nella direzione di una progressiva chiusura della forbice iniziale tra le capacità militari di una parte e dell’altra, via via a favore dell’Ucraina». All’inizio il conflitto era totalmente asimmetrico, la Russia prevaleva. «Oggi – prosegue Tricarico – vediamo debilitato e logoro lo strumento militare russo, sia concretamente sia nel morale, e irrobustito ogni giorno di più quello ucraino. Non a caso Zelensky alza continuamente l’asticella dal primo giorno». Il leader ucraino ha sempre sostenuto che la guerra può essere vinta, ma i suoi toni sono diventati più assertivi. Per Tricarico, certo, una guerra «ad alta intensità come quella che osserviamo oggi non può durare a lungo, né da parte russa né ucraina». 

Ucraina, Berlino e Washington provano a convincere la Russia a interrompere i combattimenti

OBBLIGO DI TRATTARE

È arrivata l’ora del negoziato. «Onore a Draghi che ha osato pronunciare in modo esplicito e formale la parola tregua e negoziato a Washington». E tuttavia, non tutti sono convinti come il generale Tricarico che la guerra, alla lunga, possa essere vinta da Kiev. I tempi sarebbero ancora lunghi. È vero che sul terreno i russi si stanno vieppiù impantanando e gli obiettivi del conflitto mutano in base agli sviluppi delle battaglie. L’ultimo report dell’Institute for the Study of War, think tank molto attento all’evoluzione bellica in atto, ha adottato un linguaggio che per certi versi assume toni sprezzanti verso la capacità offensiva russa, più che in passato. «Le forze russe potrebbero abbandonare gli sforzi volti a un largo accerchiamento delle truppe ucraine lungo l’asse Izyum-Slovyansk-Debaltseve, a favore di un più limitato assedio di Severodonetsk e Lysychansk».

Si riscontra «un notevole declino dell’energia con cui hanno tentato di avanzare, il che suggerisce che potrebbero rinunciare a insistere sull’asse di Izyum…».

Quello, per intendersi, che avrebbe permesso di tirare una linea nell’Est dell’Ucraina e garantire a Mosca il controllo di tutto il Donbass (e non solo del terzo che attualmente è nelle mani dei separatisti filo-russi). Nelle unità russe si starebbe diffondendo sempre più una forma di «demoralizzazione e rifiuto di combattere», mentre la controffensiva di Kiev a Kharkiv, nel Nord-Est, potrebbe costringere i russi a scelte «difficili». Dopo il ritiro dalla regione di Kiev, la capitale, anche quello da Kharkiv, seconda città ucraina, nel Nord-Est. Col risultato, oltretutto, che gli ucraini si avvicinano al confine con la Russia e possono più facilmente bombardare i villaggi oltre confine della Federazione. Non proprio un bel risultato per lo Zar.

Finlandia nella Nato, la Russia taglia la fornitura di energia elettrica a Helsinki: «Stop da domani»

L’IMPERATIVO DI PUTIN

«Putin è obbligato a vincere», dice Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore della Difesa e oggi responsabile Difesa di Azione. «Il conflitto è asimmetrico nel senso che se i generali di Putin non annientano l’esercito ucraino, Putin ha perso. Ed è quello che sta accadendo. Tant’è che i russi si sono accorti che non potevano avanzare su tre fronti, li hanno ridotti a due ritirandosi da Kiev ma anche questi due sono troppi e hanno abbandonato Kharkiv, per concentrarsi infine nella parte meridionale del Donbass». Gli ucraini hanno anche loro dei problemi, costretti a presidiare tutti i possibili fronti devono «guardarsi dalla Bielorussia, ma anche fare attenzione a cosa succede in Transnistria, non possono concentrare le forze soltanto dove si combatte». I russi, invece, possono convergere tutte le risorse sul Donbass meridionale. «I risultati che hanno ottenuto finora sono modesti, ma ancora positivi, tutto sta vedere cosa succede adesso». La vittoria di Zelensky è possibile. A meno che i giochi non si chiudano prima, tornando al tavolo dei negoziati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA