Ucraina, pioggia di fuoco russo sull'acciaieria: ma Azovstal resiste ancora

Il comandante: «Scontri sanguinosi siamo grati al mondo per il sostegno»

Ucraina, pioggia di fuoco russo sull'acciaieria: ma Azovstal resiste ancora
di Marco Ventura
25 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Maggio 2022, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 06:30

Colonne di fumo visibili anche dal satellite, le immagini della tv russa mostrano gli obici che tirano contro l’acciaieria Azovstal di Mariupol e l’ultima telefonata dei militari ucraini del Reggimento Azov alle mogli. Poi la perdita di ogni contatto tra gli irriducibili e i «decisori politici» a Kiev. Per tutta la giornata si sono rincorse le voci sull’assalto finale dei russi all’ultima ridotta di circa duemila soldati (le unità più agguerrite dell’esercito ucraino) e un migliaio di civili ancora rifugiati o asserragliati nei tunnel sotterranei della fabbrica distrutta senza risparmiare proiettili, anche con le terrificanti bombe termobariche che squassano in profondità il sottosuolo. I russi parlano di “catacombe”.

Ma i sopravvissuti di Azovstal, per il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, «resistono ancora». E il negoziatore di Kiev e capo del partito di Zelensky “Servitore del popolo”, David Arahamiya, conferma in serata che sono continuati per il secondo giorno i tentativi russi di espugnare la Fortezza, il nuovo soprannome dell’acciaieria di Mariupol. «Le truppe russe sono già sul territorio di Azovstal, ma la comunicazione coi difensori è stata ripristinata». Neanche stavolta sono bastati i raid aerei, il martellamento dei cannoni, le armi tabù, gli scontri a terra per ricacciare nel sottosuolo gli incursori ucraini. La battaglia prosegue, per quanto il Cremlino si sforzi di sostenere che tutta Mariupol è in sicurezza, sotto il controllo delle proprie truppe, e che i militari ucraini di Azovstal sono stati «bloccati in modo affidabile lungo l’intero perimetro della zona industriale dell’impianto», secondo il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu. «Le ripetute proposte ai nazionalisti di rilasciare i civili e deporre le armi, con la garanzia di rimanere in vita e ricevere un trattamento dignitoso in conformità col diritto internazionale, sono state ignorate ma continuiamo con questi tentativi».
 

STOP BOMBE
Il comando militare russo annuncia anche da giovedì a sabato tre giorni di tregua per aprire un corridoio umanitario. La tesi di Mosca è quella ribadita ieri dal portavoce di Putin, Dmitry Peskov, che dopo l’ordine dello Zar di non attaccare gli irriducibili nei tunnel (dove ci sarebbero anche 500 feriti) si limita a segnalare che la reviviscenza, le «esacerbazioni» degli scontri, sono dovute al fatto che «il nemico cerca di rientrare nelle postazioni di tiro, e viene represso. L’ordine di annullare l’assalto è stato impartito ai comandi sul campo e quindi non c’è un assalto». Nient’altro da aggiungere. Eppure, era stato Zvesda, il canale del ministero della Difesa russo, a dare la notizia di obici e lanciarazzi che miravano proprio sull’acciaieria per «rendere incapaci di uscire dalle catacombe» i duemila militari impegnati a resistere senza cibo né medicine. Più esplicito e allarmante il sindaco di Mariupol, Vadym Boichenko, per il quale ieri ci sarebbero stati ancora centinaia di civili nei sotterranei della fabbrica, e almeno 30 bambini. E ciononostante, dal giorno prima sono continuati l’attacco, i «violenti combattimenti e un potente assalto, col supporto di veicoli corazzati, carri armati e tentativi di sbarco delle truppe, oltre all’avvicinamento dal mare di unità della Marina russa» e all’impiego di «un gran numero di fanti». Insomma, un misto di «artiglieria pesante, carri armati, aviazione e anche marina». Ma i ragazzi resistono con coraggio, «stanno difendendo la fortezza, è veramente dura». 

I COMBATTENTI
Intanto, sono riusciti a trattenere e ostacolare «il nemico» per settimane, e gli ultimi sul campo si sono trincerati nelle profondità. Stringono d’assedio la Fortezza e presidiano Mariupol, secondo fonti del Pentagono, circa duemila soldati russi, pari a due gruppi tattici di battaglione (Btg), mentre altri dieci Btg si sarebbero spostati a nord, a sud di Velyka Novosilka, per creare «migliori posizioni difensive, e riorganizzarsi e riposizionarsi». Ieri dev’essere stata tosta per i militari dell’Azov. «Mio marito oggi a pranzo mi ha salutato per sempre», racconta Yulia Fedosiuk, una delle mogli di Azovstal intervistate a “Porta a Porta” in serata. «I soldati russi hanno fatto irruzione su una parte dell’acciaieria, c’è stata battaglia… quindi tutti i nostri uomini ci hanno salutato. In seguito, però, ci hanno detto che erano riusciti a respingere i russi. Ma che non hanno più munizioni, acqua, cibo». Nella notte ci sarebbero stati anche altri morti tra i civili sotto le bombe, due donne, e al mattino un’incursione russa a ridosso della labirintica «acciaieria sotterranea». 

Il segretario di Stato USA, Anthony Blinken, in linea con il presidente ucraino Zelensky, rilancia la necessità di evacuare ancora molti civili da Azovstal, visto che un centinaio sono stati messi in salvo nelle ultime ore ed è quindi possibile farlo se i russi lo vogliono. L’acciaieria è diventata un simbolo della resistenza ucraina, mentre nel resto del porto sul Mare d’Azov, a detta degli ucraini, i russi starebbero togliendo i cadaveri insieme alle macerie, e preparando il terreno a un referendum per l’indipendenza o l’annessione alla Russia, con immagini festose, ovviamente artefatte, di civili che accolgono i «liberatori». 

VERSIONI CONTRAPPOSTE
Tutto a uso e consumo della parata che si terrà il 9 maggio in coincidenza col giorno della Vittoria nella grande guerra patriottica contro la Germania nazista. In serata, comunque, il comandante del reggimento Azov, Denis Prokopenko, in un video pubblicato su Telegram, si dice «fiero dei miei soldati, che fanno degli sforzi sovrumani per resistere alla pressione del nemico. E sono grato a tutto il mondo per il colossale sostegno alla guarnigione di Mariupol: i nostri soldati se lo meritano. La situazione è estremamente complicata, ma nonostante tutto noi continuiamo ad eseguire l’ordine di mantenere la difesa».

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La diretta del conflitto 

Ore 23.40 - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un appello per la pace durante un discorso registrato alla Danimarca nel 77° anniversario della liberazione del paese scandinavo dalla Germania durante la seconda guerra mondiale. «Lo stato russo non è pronto a fermare la guerra.

Stanno sognando di catturare l'Ucraina e altri paesi europei. Stanno ancora sognando che la libertà dell'Europa scomparirà. Ma i loro sogni non si avvereranno. Il sogno della pace dovrà diventare realtà - ha detto -proprio come è successo 77 anni fa». «È ora in Ucraina che il futuro del nostro continente è deciso. Se non solo noi, ma anche i nostri vicini avremo la pace», ha detto, «Nessuno può dire per quanti giorni andrà avanti questa guerra. Ma credo che il nostro il giorno della liberazione si avvicina», ha detto.

Ore 23.10 - «Sono orgoglioso dei miei soldati che stanno compiendo sforzi sovrumani per contenere la pressione del nemico. La situazione è estremamente difficile». Lo ha detto il comandante del reggimento Azov Denis Prokopenko, secondo quanto riporta il Guardian, in un videomessaggio su Telegram nel giorno in cui le forze russe sono entrate nell'acciaieria Azovstal a Mariupol, incontrando la resistenza delle forze ucraine.

Ore 22.57 - È morto Oleksandr Makhov, giornalista dei canali TV Dom e Ukraina 24 e militare delle forze armate ucraine. Lo rende noto Ukrinform, postando una foto del giornalista in mimetica e ricordando che Makhov era «un giornalista di talento che aveva deciso di scegliere la difesa della Patria». Anche il portavoce dell'amministrazione di Odessa Sergey Bratchuk ha fatto un post su Telegram in ricordo del giornalista

Ore 22.22 Il capo dell'agenzia atomica internazionale (Aiea) Rafael Grossi e quello della russa Rosatom, Alexei Likhachyov, si sono incontrati a Istanbul per un focus sulla situazione in Ucraina e in particolare della centrale di Zaporizhzhia. Lo riferisce un comunicato citato da Interfax. L'Aiea preme per l'accesso agli impianti nucleari, mentre la controparte russa assicura di avere come priorità «la sicurezza sotto ogni punto di vista». Le parti si sono accordate per avere «incontri regolari».

Ore 21.25 - Esplosioni sono state segnalate a Kherson. Lo riporta su Telegram Ukraina 24.

Ore 20.55 - Mosca annuncia un cessate-il-fuoco per tre giorni per consentire l'evacuazione dei civili dall'acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo rende noto il comando militare russo aggiungendo che il corridoio umanitario resterà aperto da giovedì a sabato e i civili potranno scegliere se andare nei territori controllati dall'Ucraina o dalla Russia. Lo riporta Interfax. I corridoi umanitari, precisano le forze armate di Mosca, resteranno aperti tra le 8 e le 18 ora locale (le 7 e le 17 in Italia).

Ore 20.45 - Esplosioni sono state udite a Odessa. Lo riporta Ukraina 24, che ha già reso conto di esplosioni in corso in diverse città del paese.

Ore 20.35 - Le sirene dell'allarme aereo tornano a suonare a Leopoli. Lo riferisce l'inviata della Bbc nella città dell'Ucraina occidentale, ricordando che ieri si erano registrati una serie di raid alla periferia di Leopoli, che avevano messo fuori uso tre centrali elettriche.

Ore 19.54 - Dieci civili sono stati uccisi e 20 feriti dopo che un attacco militare russo ha colpito un deposito di autobus nella città di Avdiivka, nella regione di Donetsk. Lo ha denunciato il procuratore generale ucraino, Iryna Venediktova. La polizia nazionale ucraina, riporta il Guardian, ha pubblicato foto che mostrano le conseguenze del raid al deposito degli autobus, affermando che gli operai di una fabbrica stavano aspettando di salire a bordo di un mezzo quando è arrivato l'attacco. «I russi sapevano »esattamente dove stavano mirando«, ha affermato il governatore del Donetsk Pavlo Kyrylenko.

Ore 19.50 - L'acciaieria Azovstal, ultima roccaforte ucraina a Mariupol, continua a resistere all'assalto russo. Lo ha detto in un discorso su Twitter il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba.

Ore 19.48 - Esplosioni sono state udite a Kiev. Lo riporta Ukraina 24, precisando che sta lavorando per avere informazioni più dettagliate.

Ore 19.40 - Il centro della città di Dnipro è stato colpito da missili russi. Lo ha denunciato il sindaco Borys Filatov su Telegram. In serata sono state avvertite potenti esplosioni anche in altre zone centrali dell'Ucraina, come Cerkasy e Zaporizhzhia, come riporta Unian.

Ore 19.10 - «I tentativi di prendere d'assalto l'impianto continuano per il secondo giorno. Le truppe russe sono già sul territorio di Azovstal», ma «la comunicazione con i difensori è stata ripristinata». Lo ha detto a Radio Svoboda David Arahamiya, negoziatore ucraino e capo del partito 'Servitore del popolò del presidente Volodymyr Zelensky. Nel suo ultimo bollettino di questo pomeriggio, l'esercito di Kiev ha confermato l'assalto delle forze nemiche «per prendere il controllo dell'impianto», anche «con appoggio aereo», assicurando di avere ancora il controllo dell'acciaieria.

Ore 18.05«Il patriarca Kirill è responsabile del sostegno o dell'attuazione di azioni o politiche che minano o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina. Inoltre, sostiene il governo russo ed i decisori responsabili dell'annessione della Crimea e della destabilizzazione dell'Ucraina». Così recita il testo del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia in discussione a Bruxelles e visionato dall'Ansa, testo in cui appare anche il nome del patriarca ortodosso Kirill.

Ore 18.00 - Ci sono ancora 500 marittimi bloccati a bordo di 109 navi nei porti ucraini, nel Mar Nero e nel Mar d'Azov, in attesa di essere evacuati. A fare il punto della situazione è l'Ics, International chamber of shipping, l'organizzazione marittima che rappresenta circa l'80% della flotta mercantile mondiale che chiede la conservazione dei corridoi umanitari per portare fuori i marittimi. Millecinquecento dei 2000 marittimi che erano rimasti intrappolati sei settimane fa sono stati sgomberati attraverso corridoi umanitari, ma ne restano appunto altri 500. E alcuni dei 1.500 sono ancora in attesa dell'ulteriore trasferimento da località costiere in Ucraina per il rimpatrio. I duemila marittimi provengono da 27 diversi Paesi, con una rappresentanza più consistente delle Filippine e dell'India, ma ci sono anche marittimi ucraini, russi, cinesi, danesi, greci e turchi.

L'Ics insieme con l'Imo ha raccolto i dati che individuano l'ubicazione di 99 navi, sono soprattutto portarinfuse (42) o navi da carico generale (38), bloccate a Mykolaiv (25), Chornomorsk (23), Kherson (16), Odessa (10), Berdyansk (8), Pivdennyi (6), Mariupol (5), Nika Tera (2), Ochakiv (2) , Izmail (1) e Yuzhny (1). «La via di fuga dall'»apocalisse« come l'ha definita il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres deve essere aperta anche a questi marittimi» sottolinea Natalie Shaw, director of employment affairs di Ics. «Il nostro focus è su quelli ancora a bordo. Continueremo a fare tutto il possibile per facilitare il loro passaggio sicuro fuori dalle aree colpite e, nel frattempo, collaboreremo con le agenzie umanitarie per garantire la consegna degli aiuti umanitari alle persone ancora colpite».

Ore 17.22 - «Siamo sempre aperti a nuove sanzioni contro la Russia, parlerò con i leader del G7 questa settimana per vedere i prossimi passi da fare». Lo ha detto il presidente americano, Joe Biden, alla Casa Bianca.

Ore 17.05 - «I Paesi dell'Ue che continueranno ad opporsi all'embargo sul petrolio russo sono complici dei crimini commessi dalla Russia in territorio ucraino». Lo ha detto il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba in un videomessaggio.

Ore 16.15 - Nessuna decisione del Consiglio Ue sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. La riunione dei rappresentanti permanenti dei 27 (Coreper) è terminata senza un'intesa sulle proposte presentate dalla Commissione anche a causa del poco tempo a disposizione per approfondirne i contenuti. Il Coreper tornerà a riunirsi nei prossimi giorni, forse già domani. 

Ore 15.45 -  Le truppe russe hanno fatto irruzione in una sezione dell'acciaieria Azovstal che era stata bombardata. Lo scrive Ukrainska Pravda senza specificare se si tratti della parte dello stabilimento dove si trovano civili e militari ucraini. L'assalto, spiega il sito, è iniziato ieri dopo la parziale evacuazione dei civili.

Ore 15.00 - «Violenti combattimenti» sono in corso nell'acciaieria Azovstal di Mariupol. Lo ha confermato alla tv ucraina il sindato di Mariupol, Vadym Boichenko, citato dal Guardian.

Ore 14.10 - «È deplorevole che un mese e mezzo dopo la conversazione con il Patriarca Kirill, Papa Francesco abbia scelto il tono sbagliato per trasmettere il contenuto di questa conversazione», ha dichiarato il dipartimento delle relazioni esterne del Patriarcato russo in una nota, secondo quanto riporta la Tass. «Tali dichiarazioni difficilmente contribuiranno all'instaurazione di un dialogo costruttivo tra le chiese cattolica romana e ortodossa russa, che è particolarmente necessario in questo momento». I colloqui dei leader delle due chiese hanno avuto luogo il 16 marzo con un collegamento video.

Ore 14.00 - La Russia e le sue aziende vengono da oggi bandite dalla rete di servizi finanziari, di consulenza e di pubbliche relazioni della City britannica. Lo annuncia il governo di Boris Johnson, per bocca dei ministri degli Esteri, Liz Truss, e dell'Industria, Kwasi Kwarteng, ufficializzando un nuovo pacchetto di sanzioni in risposta all'invasione dell'Ucraina che porta a oltre 1600 gli individui e le società colpite finora dal Regno Unito. Londra annuncia inoltre una stretta più dura contro i media vicini al Cremlino: incluse testate già sanzionate come Rt e Sputnik, definite «voci della propaganda» di Mosca.

Ore 13.20 - «Nel nostro colloquio abbiamo riaffermato la condanna all'invasione russa dell'Ucraina. Italia e Giappone sono impegnate perché si arrivi il prima possibile a tregue, anche localizzate, per permettere le evacuazioni di civili e favorire i negoziati di pace. Continuiamo ad aiutare l'Ucraina e a esercitare pressione sulla Russia, perché cessi immediatamente le ostilità». Così il presidente del Consiglio Mario Draghi al termine dell'incontro con il primo ministro giapponese Fumio Kishida.

Ore 12.55 - Il Cremlino ha negato che le forze russe abbiano lanciato un assalto alle acciaierie Azovstal, nella città portuale di Mariupol, nel sud-est dell'Ucraina. «L'ordine è stato dato pubblicamente (21 aprile) dal comandante in capo (Vladimir Putin) di annullare qualsiasi assalto. Non c'è nessun assalto» al momento, ha confermato alla stampa il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sostenendo che le forze di Mosca stanno assediando il sito e intervengono solo per «fermare molto rapidamente i tentativi» dei combattenti ucraini di raggiungere delle «postazioni di tiro».

Ore 12.45 - «Non vediamo alcun progresso nei colloqui con l'Ucraina. E la Russia non ha alcuna intenzione di dichiarare ufficialmente guerra all'Ucraina e quindi la mobilitazione generale in occasione della ricorrenza del 9 maggio, anniversario della vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale». Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. 

Ore 12.35 - Non c'è alcun accordo su un eventuale incontro tra Papa Francesco e il presidente russo Vladimir Putin. Lo rende noto il Cremlino.

Ore 12.10 - Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha avuto un colloquio con Luigi Di Maio, che ha ringraziato per «la leadership dell'Italia sulle sanzioni» alla Russia, «incluso l'embargo sul petrolio, e le consegne di armi all'Ucraina». Durante il colloquio telefonico, scrive Kuleba su Twitter, si è discusso anche delle «garanzie di sicurezza» per l'Ucraina.

Ore 12.00 - Via libera della Commissione Ue a un nuovo schema di aiuti di Stato della Germania da circa 11 miliardi di euro per sostenere le aziende in tutti i settori nel contesto della guerra in Ucraina. «Questo regime ombrello consentirà alla Germania di mitigare l'impatto economico della guerra di Putin in Ucraina e di sostenere ulteriormente le aziende in tutti i settori colpiti dall'attuale crisi e dalle relative sanzioni», ha indicato la vicepresidente dell'esecutivo comunitario, Margrethe Vestager. Lo scorso 19 aprile Bruxelles aveva dato luce verde a un altro regime di aiuti stanziato da Berlino per le sue aziende da 20 miliardi di euro,

Ore 11.40 - La Chiesa ortodossa russa si dice scettica sui piani della Commissione europea di imporre sanzioni al patriarca Kirill. «Il patriarca Kirill proviene da una famiglia i cui membri sono stati sottoposti per decenni a repressioni per la loro fede e posizione morale durante i giorni dell'ateismo militante comunista, senza temere reclusione e repressioni», scrive il portavoce della Chiesa ortodossa, Vladimir Legoyda, sul suo canale Telegram. «Quindi bisogna essere completamente estranei alla storia della nostra Chiesa per intimidire il suo clero e i suoi credenti inserendoli in alcune liste», ha aggiunto.

Ore 11.30 - Il patriarca Kirill: la Russia non ha mai attaccato nessuno. La Russia non ha mai attaccato nessuno nella sua storia, ha solo protetto i suoi confini. Lo ha detto il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia in un sermone nella Cattedrale dell'Arcangelo al Cremlino riportato da Interfax. «Noi non vogliamo combattere nessuno. La Russia non ha mai attaccato nessuno. Sorprendentemente, un Paese grande e forte non ha mai attaccato nessuno, ha solo protetto i suoi confini. Dio conceda che il nostro Paese rimanga forte, potente e amato da Dio fino alla fine dei tempi», ha affermato. Il patriarca ha poi pregato perché Dio «rafforzi la fede, la pietà e la saggezza del popolo e dia la forza di lavorare sempre, vivere e, se necessario, combattere per preservare lo stile di vita libero e indipendente del popolo e della Russia». «Possa Dio salvare il suolo russo dalla faida e dall'invasione straniera e rafforzare il credo ortodosso, che è l'unica forza spirituale capace di unire veramente il nostro popolo. Crediamo che Dio ci concederà la sua misericordia e la sua grazia, anche durante questi tempi turbolenti», ha detto. Oggi la Commissione europea ha proposto di sanzionare il capo della Chiesa ortodossa russa nell'ambito di un sesto pacchetto di misure in risposta alla guerra in Ucraina.

Ore 11.17 -  La Russia ha vietato l'ingresso al primo ministro giapponese e a 62 cittadini giapponesi. Lo rende noto il ministero degli Esteri russo citato dall'agenzia Tass. Secondo l'agenzia Interfax, Mosca ha vietato l'ingresso in Russia a tempo indeterminato anche al ministro degli Esteri del Giappone, Yoshimasa Hayashi, e al ministro della Difesa, Nobuo Kishi, nonché ad alcuni parlamentari, giornalisti e rappresentanti della comunità scientifica di cittadinanza giapponese.

Ore 11.15 - I combattenti del gruppo militare ucraino che si trovano sul territorio dell'impianto metallurgico Azovstal a Mariupol sono bloccati in modo sicuro lungo l'intero perimetro dell'acciaieria. Lo ha dichiarato oggi il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu citato da Ria Novosti. «Ripetute proposte di rilasciare civili e deporre le armi con la garanzia di salvare vite umane e un trattamento dignitoso in conformità con le norme del diritto internazionale sono state da loro ignorate. Continuiamo con questi tentativi», ha affermato Shoigu.

Ore 11.05 - Durante l'udienza di papa Francesco con il premier giapponese Fumio Kishida «si è parlato di armi nucleari, e di come ne sia inconcepibile l'uso e il possesso». Lo riferisce il direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni.

Ore 11.05 - Il personale militare russo ora controlla la città di Mariupol, secondo quanto ha dichiarato il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, citato dall'agenzia Tass. Secondo Shoigu, «nei territori delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk e nell'Ucraina liberata dai nazionalisti la vita sta tornando alla normalità. Compresa Mariupol, il più grande snodo industriale e dei trasporti sul Mare d'Azov, che è sotto il controllo dell'esercito russo».

Ore 11.02 - Il personale militare russo ora controlla la città di Mariupol, secondo quanto ha dichiarato il ministro della Difesa russo, Serghei Shoigu, citato dall'agenzia Tass. Secondo Shoigu, «nei territori delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk e nell'Ucraina liberata dai nazionalisti la vita sta tornando alla normalità. Compresa Mariupol, il più grande snodo industriale e dei trasporti sul Mare d'Azov, che è sotto il controllo dell'esercito russo»

Ore 11.00 - Ungheria e Slovacchia saranno esentate fino alla fine del 2023 dall'applicare il blocco delle importazioni di petrolio dalla Russia. Questa, secondo l'indicazione raccolta da fonti europee, la proposta presentata dalla Commissione europea agli Stati membri.

Ore 10.20 - I sei scali merci ferroviari bombardati ieri sera dalle forze russe nell'Ucraina centrale e occidentale erano usati per il trasferimento di «armi occidentali alle forze ucraine in Donbass». Lo ha detto oggi il ministero della Difesa di Mosca citato da Interfax. Gli scali, colpiti con missili a lunga gittata lanciati dal mare e da aerei, si trovano vicino alle stazioni ferroviarie di Leopoli, Podbortsy, Volonets, Tymkove e Pyatikhatka. Ieri le autorità russe avevano parlato di sei stazioni ferroviarie bombardate senza che fossero segnalate vittime.

Ore 10.00 - «La guerra in Ucraina avrà gli impatti più devastanti sui Paesi in crisi alimentare, oltre quelli già sull'orlo della carestia». È l'allarme contenuto nel Rapporto Globale annuale sulle Crisi Alimentari di Fao-Programma alimentare Onu-Ue. I Paesi che già affrontano alti livelli di fame acuta, «sono particolarmente vulnerabili ai rischi creati dalla situazione nell'Europa orientale, in particolare a causa della loro elevata dipendenza dalle importazioni di prodotti alimentari e agricoli e per la vulnerabilità agli shock dei prezzi alimentari». Di fronte a ciò, «è necessaria un'azione umanitaria urgente su vasta scala».

Ore 9.30 - «Nella settimana in cui abbiamo ricordato il Giorno della Shoah, il ministro russo degli esteri Lavrov ha scelto di diffondere bugie, terribili bugie che sanno di antisemitismo». Lo ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog in una intervista ad Haaretz. «Non posso credere - ha aggiunto - che siano state pronunciate da un ministro russo. Mi hanno fatto arrabbiare e mi hanno provocato disgusto». «Mi aspetto - ha sottolineato - che ritiri le sue parole e che chieda scusa».

Ore 9.50 - Nella regione di Kiev, altri 20 corpi sono stati trovati nei villaggi liberati dall'occupazione dell'esercito russo: sale così a 1.235 il numero dei cadaveri di civili recuperati, che ieri erano 1.202. Lo ha riferito il capo della polizia della zona di Kiev, Andrey Nebitov, citato da Unian. «Solo ieri sono stati trovati altri 20 corpi senza vita. La maggior parte delle persone era di Borodyanka e dei villaggi vicini, e di insediamenti di Vyshhorod», ha affermato, «la maggior parte di loro è morta a causa del fuoco di armi leggere. Possiamo parlare di crimini su larga scala commessi dall'esercito russo nella regione di Kiev».

Ore 9.09 - «Proponiamo un divieto del petrolio russo, un divieto totale d'importazione di tutto il petrolio russo, via mare e via oleodotto, greggio e raffinato». Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen all'Eurocamera. «Ci assicureremo di eliminare gradualmente il petrolio russo in modo ordinato, in modo da permettere a noi e ai nostri partner di assicurare vie di approvvigionamento alternative e di ridurre al minimo l'impatto sui mercati globali. Questo è il motivo per cui elimineremo gradualmente il greggio russo entro sei mesi e i prodotti raffinati entro la fine dell'anno», ha aggiunto. «Quando i leader si sono incontrati a Versailles, hanno concordato di eliminare gradualmente la nostra dipendenza dall'energia russa. Nell'ultimo pacchetto di sanzioni, abbiamo iniziato con il carbone. Ora stiamo affrontando la nostra dipendenza dal petrolio russo. Cerchiamo di essere chiari: non sarà facile. Alcuni Stati membri sono fortemente dipendenti dal petrolio russo. Ma dobbiamo semplicemente farlo», ha detto.

Ore 9.05 - Ue, stop a tre emittenti russe: blocchiamo la propaganda. «Oggi blocchiamo tre grandi emittenti russe. Non sarà più permesso loro di distribuire i loro contenuti nell'Ue, in qualsiasi forma, sia via cavo, via satellite, su internet o tramite applicazioni per smartphone. Questi canali televisivi amplificano le bugie e la propaganda di Putin in modo aggressivo. Non dovremmo più dare loro un palcoscenico per diffondere queste bugie. Inoltre il Cremlino si affida a contabili, consulenti e spin-doctor europei. E questo ora finirà. Stiamo vietando la fornitura di questi servizi alle aziende russe». Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen all'Eurocamera.

Ore 8.45 - La Commissione europea ha proposto di sanzionare il capo della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, nell'ambito di un sesto pacchetto di misure in risposta alla guerra in Ucraina, secondo un documento visionato oggi dall'Afp. La nuova lista, che dovrà ancora essere approvata dagli Stati membri, comprende 58 personalità da sanzionare, tra cui molti soldati russi, ma anche moglie e figli del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Ore 8.31 - Le forze armate ucraine hanno colpito due postazioni militari russe sull'Isola dei Serpenti, nel Mar Nero, conquistata dalle forze di Mosca all'inizio del conflitto. Lo afferma il Kyiv Independent, citando il comando operativo sud ucraino, che dice di aver impiegato nell'attacco un drone d'attacco di tipo Bayraktar-2 di fabbricazione turca. 

Ore 8.05 - A seguito di attacchi missilistici nemici nella regione di Luhansk, due persone sono rimaste uccise e altre due sono rimaste ferite. Lo ha riferito su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale di Luhansk, Sergey Gaidai. «Ieri ciascuna delle nostre città ha sofferto a causa del nemico - ha scritto - Quattro insediamenti hanno resistito agli attacchi di razzi e bombe. I russi non stanno solo distruggendo Popasna, ma la stanno rimuovendo dalla mappa della regione di Luhansk. Il nemico ha colpito 34 volte le aree residenziali. Due persone sono morte - una donna di Lysychansk e un uomo di Popasna. Due donne di Lysychansk sono rimaste ferite».

Ore 7.33«Attualmente, le truppe russe non stanno rispettando gli accordi. Continuano massicci attacchi all'acciaieria Azovstal. Stanno cercando di prendere d'assalto il complesso». Lo ha denunciato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo consueto discorso notturno.

Ore 6.58 - «Le forze armate della Bielorussia hanno lanciato esercitazioni militari lampo di forze di risposta», comunica stamani l'ufficio stampa del ministero della Difesa bielorusso citato dall'agenzia Tass.

Ore 6.40 - Il Servizio di sicurezza ucraino (Sbu) afferma di aver intercettato una comunicazione tra un soldato russo e un suo amico in cui il militare afferma che la Russia ha perso più vite di soldati in Ucraina che in quattro anni in Cecenia. Lo riporta la Cnn. Nell'audio il soldato esprime malcontento per il fatto che i membri d'élite della guardia nazionale russa Rosgvardiya e della forza speciale di polizia Omon avrebbero lasciato l' Ucraina. «Sono maledettamente inutili - afferma -. Stanno tornando indietro. Tutti questi combattenti delle forze speciali 'fantasticì che avevamo si sono tutti ritirati, sono fuggiti in Russia e si rifiutano di andare avanti». «Anche le unità nemiche d'élite non sopportano la pressione dei difensori ucraini», ha commentato l'Sbu in una dichiarazione sui social media. Il numero esatto dei soldati russi che sono stati uccisi in Ucraina - ricorda la Cnn - rimane incerto. La Nato stima che ne siano morti fino a 15.000. A metà marzo il tabloid russo Komsomolskaya Pravda ha pubblicato e poi rimosso un rapporto secondo cui il ministero della Difesa aveva registrato 9.861 caduti nella guerra in Ucraina. 

Ore 06:14 - Kiev: martedì sera lanciati 18 missili contro l’Ucraina

Sarebbero almeno 18 i missili da crociera lanciati dalle forze russe contro l’Ucraina negli attacchi su varie città messi in atto martedì sera. Le sirene dell’allarme antiaereo sono risuonate in varie zone del paese e gli attacchi massicci sono stati letti da alcuni osservatori come una risposta della Russia all’esito del colloquio telefonico, il primo da fine marzo, fra Vladimir Putin e il leader francese Macron (qui l’articolo completo di Stefano Montefiori). Secondo quanto riportato da Ukrinform, otto missili sarebbero stati intercettati. Le regioni interessate dall’attacco sono state quelle di Dnipropetrovsk, Kirovohrad, Leopoli, Vinnytsia, Kiev e Zakarpattia.

Ore 05:46 - Mosca: per noi è importante dialogare con il Papa

«Anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta...». Le parole al Corriere del Papa dolorante, che soffre per il suo ginocchio e per il destino del mondo, hanno toccato molti cuori e aperto forse qualche spiraglio. Fermare la guerra in Ucraina è il suo pensiero dall’inizio. «Ma io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin», ha detto Francesco al direttore Luciano Fontana.

E la prima risposta è arrivata subito ieri da vicinissimo, via della Conciliazione numero 10, la sede dell’ambasciatore russo in Vaticano, Aleksandr Avdeev, che al cronista Sergey Startsev dell’agenzia di stampa Ria Novosti ha dichiarato: «In qualsiasi situazione internazionale, il dialogo con il Papa è importante per Mosca. E il Pontefice è sempre un gradito, desiderato, interlocutore». 

 

Ore 3.32 La Russia ha rubato 400.000 tonnellate di grano dai territori temporaneamente occupati dell' Ucraina, secondo il viceministro dell'agricoltura ucraino Taras Vysotsky citato dal Kyiv Independent. Si tratta, secondo Vysotsky, di circa un terzo di tutte le scorte di grano degli oblast di Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Lugansk. E se questo furto continuasse, afferma il viceministro, tali regioni potrebbero incorrere in carestie. 
 

Ore 00.57 Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: 156 le persone arrivate ieri a Zaporizhzhia dopo essere state evacuate dall'acciaieria Azovstal a Mariupol. «Finalmente abbiamo il primo risultato della nostra operazione di evacuazione a Mariupol, che stiamo organizzando da molto tempo - ha detto Zelensky - nel suo ultimo consueto video-discorso di fine giornata -. Finalmente queste persone sono completamente al sicuro. Le truppe russe non stanno rispettando gli accordi di cessate il fuoco, continuando con massicci attacchi all'Azovstal, ma credo che ci sia la possibilità di salvare il resto del nostro popolo» da lì. 

Ore 23.34 Ci potrebbero essere anche uomini e ragazzi tra le vittime di stupri perpetrati da soldati russi in Ucraina, dove decine di casi denunciati sono già oggetto di indagini. Lo affermano l'Onu e autorità di Kiev citate dal Guardian. «Ho ricevuto denunce, non ancora verificate, relative a casi di violenza sessuale su uomini e ragazzi», ha detto Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale in guerra, in una conferenza stampa a Kiev. «È duro per le donne e per le ragazze denunciare casi di stupro a causa dello stigma sociale che ciò comporta - ha detto la Patten - ma spesso è anche più difficile per gli uomini e i ragazzi. Dobbiamo creare uno spazio di sicurezza per tutte le vittime perché denuncino i casi di violenza sessuale». Le decine di casi attualmente oggetto d'inchiesta potrebbero «rappresentare solo la punta dell'iceberg», ha aggiunto la rappresentante dell'Onu, incoraggiando tutte le vittime a farsi avanti e a denunciare i casi di cui sono stati vittime. La procuratrice generale ucraina, Iryna Venediktova, ha detto oggi che il suo ufficio ha raccolto denunce di violenze sessuali compiute da soldati russi contro uomini e donne di tutte le età. 

Ore 23.49 L'obiettivo dell' Ucraina è ripristinare la sua integrità territoriale, inclusa la Crimea. Lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo virtualmente a un incontro del Wall Street Journal. «Ci auguriamo che la Crimea sarà parte dell'Ucraina», dice Zelensky.

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