Ucraina, “guerra decennale” e la nuova cortina di ferro in un Paese diviso in due: gli scenari

L’opzione minimale è che Mosca si annetta le Repubbliche autoproclamate nel Donbass. Negli altri casi la prospettiva di una resistenza decennale, con patrioti armati dagli occidentali

Ucraina, la nuova cortina di ferro in un Paese diviso in due: ecco gli scenari
di Marco Ventura
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Sabato 19 Febbraio 2022, 22:58 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 13:51

Cominciamo col dire che “morire per Kiev” e che si accenda in Ucraina la miccia della terza guerra mondiale è uno scenario fantascientifico. Non lo è, però, la prospettiva di oltre dieci anni di guerriglia indipendentista in un’Ucraina occupata per metà dai russi, spaccata in due come la Germania durante la Guerra Fredda, con i patrioti armati dagli occidentali, incidenti lungo le linee di confine e un viavai di spie tra Est e Ovest alla John le Carré. 

I PROSSIMI PASSI

Tutto dipenderà dalle decisioni di Putin. «Sono ragionevolmente convinto che se dovesse esserci un’operazione militare, sarebbe limitata al teatro dell’Ucraina, che non facendo parte della Nato non gode dell’articolo 5 del Trattato e non potrebbe quindi contare sull’intervento alleato in caso di aggressione». Il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica e della Difesa, e responsabile Difesa di Azione, osserva che «in teoria singoli Paesi potrebbero inviare risorse nel teatro operativo, ma è molto improbabile». In caso di conflitto in “area prossima”, Nato e Stati vicini devono mettere in allerta «tutti i loro strumenti», ma l’ipotesi di impiegarli è vicina allo zero. 
Gli oltre mille militari della forza di pronto intervento Nato in ciascuno dei tre Paesi Baltici (sotto comando britannico, canadese e tedesco), i quasi 6mila militari USA in Polonia, e centinaia di francesi in Romania, si terrebbero pronti e contribuirebbero a presidiare le frontiere dell’Alleanza.

Ma poco di più. Un report del Csis, Centro per gli studi strategici e internazionali, delinea 6 scenari a seconda che permanga o no una forza ribelle partigiana in una Ucraina invasa del tutto, a metà o soltanto nella porzione fra Crimea e Donbas. Una opzione minima sarebbe l’annessione armata di quest’ultimo, ossia delle Repubbliche indipendenti di Donets e Luhansk. 

L’OBIETTIVO RUSSO

In tal caso, è anche ipotizzabile un’avanzata russa mirata al controllo del corridoio di Mariupol, per assicurare la continuità territoriale tra la Crimea, già annessa a Mosca, e il Donbas. L’offensiva «avverrebbe con tutti i mezzi possibili», spiega Camporini. «La guerra oggi è ibrida, va ben al di là dello scontro tra mezzi corazzati, è un misto di operazioni sul terreno e altre di tipo cyber, disinformazione, sabotaggio». 
Nello scenario di mezzo del Csis, i russi attaccano contemporaneamente su tre fronti: dalla Bielorussia a Nord, dalla Russia a Est e dalla Crimea a Sud. Il loro obiettivo: occupare tutta l’Ucraina fino al corso del Dniepr, compresa la capitale Kiev, a sua volta bersagliata da raid aerei e attacchi missilistici. Tra i primi target: le basi aeree ucraine, i depositi, i centri di controllo, le vie di comunicazione. In volo anche gli elicotteri dalle basi in Crimea. 

I RISCHI

C’è chi giura che sono stati allestiti piani di uccisione mirata di politici e alte sfere ucraine. La presa dell’Ucraina Est potrebbe completarsi in qualche settimana. Il generale Camporini tende però a escludere l’assalto a Kiev. «Non perché non sia fattibile dal punto di vista militare, anzi le risorse dispiegate da Putin sono sufficienti, ma per il costo economico altissimo che dovrebbe pagare Mosca. Putin non ha interesse a occupare un territorio ostile che dovrebbe poi controllare, con le difficoltà che abbiamo toccato con mano in Afghanistan».

MEZZI SOFISTICATI

E gli ucraini sono ossi duri, venderebbero cara la pelle. «In questi anni di guerra civile - spiega Camporini - l’Ucraina si è molto rafforzata con attrezzature militari e l’acquisizione di sistemi anche assai performanti come i missili anti-carro Javelin, in grado di fare molto male a forze corazzate all’attacco. Inoltre, insorgerebbe una vera e propria guerriglia partigiana, motivata oltretutto dagli storici contrasti tra Ucraina e Russia, come lo sterminio per fame dopo la riforma agraria di Stalin o la rottura di Putin della promessa dei predecessori di non intaccare l’integrità del Paese, in cambio della rinuncia all’arma nucleare». Terzo scenario del Csis è quello di un’invasione totale, che naturalmente comporterebbe un alto rischio di incidenti alla frontiera con l’Occidente, una condizione d’instabilità permanente e una potenziale minaccia russa a quella parte di Est europeo che per ultima ha aderito alla Nato.

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