Ucraina, Lucescu: «Situazione di perenne tensione ma la guerra sarebbe una follia»

Ucraina, Lucescu: «Situazione di perenne tensione ma la guerra sarebbe una follia»
di Stefano Boldrini
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Sabato 12 Febbraio 2022, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 18:15

“Da?” Mircea Lucescu risponde dalla sua Bucarest, dove ha trascorso qualche ora prima di partire per la Turchia, destinazione Antalya, dove la Dinamo Kiev completerà la preparazione. L’ex tecnico di Inter, Reggiana, Brescia e Pisa in Italia, otto club internazionali e due nazionali (Romania e Turchia) all’estero, conosce bene la realtà ucraina: ha guidato lo Shakhtar Donetsk dal 2004 al 2016, mentre nel 2020 è il manager dello squadrone di Kiev.

Lucescu, la guerra Russia-Ucraina sembra imminente.

“Le mie informazioni sono più rassicuranti.

Mi dicono che la vita scorre come negli ultimi anni. La verità è che dal 2014 a oggi, con la questione della Crimea e dell’occupazione russa nell’area del Donbass a Est, la situazione è stata di perenne tensione”.

La vita scorrerà tranquilla, ma nelle frontiere tra i due paesi la Russia ha ammassato quasi 150 mila uomini, mentre Stati Uniti e Paesi europei hanno invitato i propri connazionali a lasciare l’Ucraina. Anche la Russia sta riducendo il personale dell’ambasciata a Kiev.

“So benissimo quello che sta accadendo e le reazioni nel mondo, ma penso che nessuno voglia davvero una guerra. Sarebbe una follia”.

Dopo 14 anni di lavoro in Ucraina, si è fatto un’idea sulle ragioni del contenzioso con la Russia?

“Non sono un politico e non mi permetto di azzardare un giudizio. Posso dirle che quando la guerra è scoppiata nel Donbass, con lo Shakhtar Donetsk siamo stati costretti a cambiare città e a vivere sempre sugli aerei per spostarci quasi ogni giorno. Anche la Donbass Arena, dove giocavamo, fu danneggiata. Ci trasferimmo prima a Leopoli e poi a Charkiv per le partite in casa. A Kiev la situazione è sempre stata più tranquilla”.

Dove vogliono arrivare i signori di questa guerra?

“Credo che l’obiettivo minimo sia quello di un’Ucraina federale, con le regioni dell’Est dotate di grande autonomia, ma probabilmente c’è anche il disegno di dividere la nazione”.

In Occidente si ritiene che tutto quello che sta accadendo ricada nella responsabilità e nelle ambizioni espansionistiche del presidente Vladimir Putin.

“Non sono un analista politico, ma ho 76 anni e mi sento di dire che bisogna fare il possibile e l’impossibile per scongiurare le guerre. Un conflitto tra Russia e Ucraina produrrebbe migliaia di morti, tra militari e civili. Uno scenario da evitare assolutamente. L’unica via quando ci sono incomprensioni, anche profonde, è il dialogo”.

Il vostro programma per ora è stato confermato?

“Sì. Svolgeremo l’ultima parte del ritiro in Turchia perché a Kiev c’è la neve e fa freddo. Torneremo in Ucraina il 22 febbraio. Il 26 inizia il campionato”.

Ci crede veramente?

“Lo spero”.

 
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