Ucraina. Droni kamikaze, caccia Tempest e nuovi carri armati: l'Italia spenderà il 30% in più nel 2022 per l'acquisto delle armi

Il ministero della Difesa riserva a nuovi sistemi d'armamento 8 miliardi

Droni kamikaze, caccia Tempest e nuovi carri armati: l'Italia spenderà il 30% in più nel 2022 per l'acquisto delle armi
di Diodato Pirone
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Lunedì 14 Marzo 2022, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 12:19

Quest'anno l'Italia aumenterà almeno del 30% la spesa per l'acquisto di nuove armi in base a una scelta precedente all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Nel 2022, infatti, i ministeri della Difesa e dello Sviluppo (che finanzia la ricerca tecnologica per satelliti, navi e aerei militari) hanno stanziato circa 8 miliardi di euro per ammodernare l'arsenale delle nostre Forze Armate. Per la prima volta da molti anni, la spesa per armamenti si avvicinerà a quella complessiva degli stipendi dei 162.000 militari italiani che supera di poco i 10 miliardi e sorpasserà i 7,3 miliardi destinati ai carabinieri. La spesa militare italiana totale quest'anno supererà i 26 miliardi ma resta, in proporzione, fra le più basse in Europa ed è ben lontana dal coprire il 2% del Pil come richiesto dalla Nato. Tuttavia il segnale di riarmo è chiarissimo. A rilanciarlo è stata la legge di Bilancio per il 2022, varata dal Parlamento a fine dicembre e dunque, come detto, si tratta di una scelta antecedente all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia il che lascia presupporre che nel corso dell'anno potrebbero arrivare ulteriori stanziamenti.

Mario Draghi: «Necessario spendere molto di più per la Difesa»

Non si tratta di un fulmine a ciel sereno.

Lo scorso 29 settembre, quando era ancora vivo il clamore per il ritiro delle truppe occidentali dall'Afghanistan, lo stesso presidente del Consiglio, Mario Draghi aveva pronunciato una frase precisa: “Gli ultimi avvenimenti - spiegò in conferenza stampa – ci dicono che è necessario spendere molto di più per la Difesa”.

Parole che non sono cadute nel vuoto. Anche perché ad avviare l'aumento della spesa per navi, aerei e attrezzature militari non è stato il governo Draghi ma addirittura il governo Gentiloni. Dal 2018 ad oggi la voce “Funzione Difesa”, ovvero la spesa militare esclusa quella per i Carabinieri, è costantemente salita. Quest'anno ammonterà a 18,1 miliardi di euro, ben 4 in più rispetto a quanto stanziato nel 2019. L'Italia non registrava da decenni un aumento così robusto e ripetuto negli anni delle risorse per la Difesa.

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Quali molle sono scattate in un Paese che da sempre lesina fondi per i propri strumenti militari? Secondo gli addetti ai lavori oltre alla presenza di truppe russe e turche nella vicina Libia, il boom si spiega anche con una coincidenza: quest'anno si spenderanno tutti assieme soldi stanziati anni fa in altrettanti “Fondi di investimento pluriennali” destinati a Esercito, Marina e Aeronautica. Fatto sta che il solo ministero della Difesa riserva a nuovi sistemi d'armamento 5,4 miliardi con una lievitazione del 34,3% sul 2021, cui si aggiungono circa 2,6 miliardi del ministero dello Sviluppo disciplinati dai capitoli di spesa 7419, 7420, 7421, 7423 e 7485 destinati tra l'altro all'alta tecnologia militare (a partire dai satelliti) e all'approntamento delle navi militari Fremm coprogettate con la Francia, dei caccia Eurofighter, e degli elicotteri NH90.

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Le nuove armi italiane

Ma in concreto come crescerà l'arsenale italiano? Nel carrello della spesa della Difesa c'è di tutto. Alcuni programmi sono costosissimi e distribuiti su più anni, come il drone europeo "Male" che potrà controllare e colpire da quote aeree molto alte, oppure come la progettazione del Tempest, la nuova "macchina da superiorità aerea" che dovrebbe affrancare l'Europa dalle forniture aeronautiche americane. Uno degli acquisti in programma riguarda aerei "tanker", ovvero in grado di rifornire i caccia in volo o di essere imbottiti di diavolerie elettroniche per lo spionaggio e il disturbo delle comunicazioni di formazioni nemiche. Molte risorse saranno destinate all'acquisizione di alcune centinaia di Lince2, il gippone corazzato e ultratecnologico dell'Iveco Defence, in passato venduto a eserciti di tutto il mondo compreso quello russo e ad un sistema di comunicazione sul terreno in grado di connettere ogni singolo soldato ai centri di comando. L'Esercito, inoltre, sta già lavorando con Leonardo all'ammodernamento di un centinaio di carri armati Ariete. Oltre ai maxi-acquisti sono in programma anche micro-interventi con stanziamenti mirati di pochi milioni per il rafforzamento di reparti speciali e persino 3,9 milioni per l'acquisto di micro-droni kamikaze, costruiti in Israele dalla Uvision, che possono essere attivati da pattuglie di pochi soldati altamente addestrati. Non a caso, pare che proprio i droni siano l'arma "segreta" che sta consentendo agli ucraini di resistere alla valanga corazzata russa. Ma proprio questo tragico capitolo bellico potrebbe cambiare molte carte in tavola. Il capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, ha recentemente parlato di attrezzare i sottomarini italiani con missili Cruise come strumento di deterrenza.

 

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