Ucraina, l'ex ambasciatore Gb in Usa: «Putin sembra uno squilibrato, finirà male»

Lord Kim Darroch ipotizza che Vladimir Putin possa non essere - o non essere più - pienamente in sé

Ucraina, l'ex ambasciatore Gb in Usa: «Putin sembra uno squilibrato, finirà male»
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Sabato 26 Febbraio 2022, 15:04 - Ultimo aggiornamento: 17:46

Non usa giri di parole Lord Kim Darroch, ex ambasciatore britannico negli Usa che, a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, ha definito Vladimir Putin uno «squilibrato». Secondo il funzionario inglese - costretto di fatto a lasciare a suo tempo Washington dall'ex presidente Donald Trump - il comportamento del presidente russo potrebbe nascondere uno squilibrio psichico. Darroch definisce la decizione di Putin  come «irrazionale» e avanza anche la profezia che sia destinata a «finire male per lui»: anche se magari ci vorrà «molto tempo» e chissà quanto sangue.

«Tutto questo è così illogico, assurdo, ad alto rischio, da dover per forza sollevare la questione se il presidente russo stia ancora agendo con razionalità», argomenta Darroch ad Itv. «Io a penso che ci potrebbe volere molto tempo, ma in ultimo per lui finirà male», sentenzia poi. «Leggere nella sua mente è impossibile», ammette l'ex alto diplomatico, ricordando il passato del leader del Cremlino da «ufficiale del Kgb» e la sua «nota convinzione che il collasso dell'Urss sia stato il giorno peggiore nella storia del mondo».

Tuttavia, insiste, resta il fatto che «la sua performance stravagante di alcuni giorni fa di fronte al Consiglio della Sicurezza Nazionale russo», dove ha imposto ai collaboratori più stretti di dire pubblicamente sì al riconoscimento delle regioni separatiste del Donbass e non ha esitato a bacchettare in diretta tv il numero 1 dei servizi segreti esteri (Svr), Serghei Naryhskin, dia da pensare nelle parole di lord Kim.

Convinto d'aver visto in quell'occasione - come nel più recente discorso «rabbioso» in cui Putin ha invitato i generali ucraini a prendere il potere - «un comportamento borderline, francamente ai limiti dello squilibrato». Qualcosa di più che allarmante, se fosse vero, trattandosi dell'uomo che a Mosca ha la mano sul bottone del secondo arsenale nucleare del pianeta.

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