Gli ucraini tornano a casa e trovano solo macerie: «Sfregiati persino i ricordi»

Dolore e umiliazione per chi rientra nelle città che erano state occupate

Gli ucraini tornano a casa e trovano solo macerie: «Sfregiati persino i ricordi»
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 13 Aprile 2022, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 09:11

Oleksander, 44 anni, viveva a Borodianka, piccola città ottanta chilometri a Nord Ovest da Kiev. Quando sono cominciati i bombardamenti, è fuggito insieme alla moglie. Ha abbandonato la sua casa, senza sapere se sarebbe mai tornato. Poi i militari russi, che a Borodianka hanno lasciato i segni di una ferocia paragonabile a quella di Bucha, se ne sono andati. E quando la settimana scorsa Olekasander e la moglie sono tornati nella loro anitazione, hanno visto il lascito drammatico del passaggio degli invasori.

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«Sfregiati persino i ricordi»

Hanno raccontato alla Cnn: «Per fortuna la nostra casa non è stata distrutta dalle bombe, ma i russi l’avevano saccheggiata.

Sul pavimento c’erano vestiti e bottiglie vuote, hanno ucciso il nostro uccellino che era nella gabbia. Abbiamo trovato tracce di alcol ovunque, hanno spento le sigarette sul tavolo. Hanno usato la biancheria del letto come la propria. Hanno portato via i nostri gioielli. Sono dei saccheggiatori».

 


LO SFREGIO


Spesso hanno tracciato la lettera “V”, che è utilizzata alla stregua della famigerata “Z”. Ora che nella zona di Kiev molti ucraini possono rientrare nelle loro case che erano state occupate dai militari di Putin, stanno subendo una nuova umiliazione perché ritrovano pezzi della loro vita oltraggiati: foto di famiglia strappate, biancheria intima rubata, i soldati hanno perfino lasciato i loro bisogni sui mobili, sui divani, sul pavimento. Per comprendere quanto sia doloroso e umiliante tutto questo, provate a immaginare di essere costretti a fuggire dalle vostre case e al ritorno vedere che degli sconosciuti hanno danneggiato o portato via pezzi delle vostra vita quotidiana e dei vostri ricordi. Il quotidiano britannico The Guardian ha raccolto testimonianze simili a quelle di Borodianka in un altro villaggio a Est di Kiev, che ha condiviso lo stesso destino. È Novyi Bykiv, poco più di duemila abitanti, occupato per un mese dai militari della Federazione russa.

SACCHEGGIO

Una donna, Natalia Samson, vicepreside, nella sua abitazione ha scoperto che le avevano rubato «profumi, gioielli, del vino, uno scooter, un cuscino e una collezione di monete antiche; nella scuola dove insegno avevano preso computer, proiettori, apparecchi elettronici. La gente li ha visti semplicemente caricare tutto sui camion, prendevano tutto ciò su cui potevano mettere le mani». A Irpin, sempre nel circondario della Capitale, una famiglia è rientrata nell’appartamento che era stato preso dai soldati di Putin: non c’erano solo le usuali bottiglie di alcolici svuotate, ma anche grandi mucchi di feci sul pavimento, fotografie di famiglia strappate. «Hanno portato via tutti i vestiti, letteralmente tutto, cappotti maschili e femminili, stivali, camicie, giacche, persino i miei vestiti». «Perfino la biancheria intima» racconta una donna.


Nei giorni scorsi, video e testimonianze hanno mostrato come i soldati russi, spesso provenienti da aree della Federazione molto lontane e molto più povere dell’Ucraina, inviavano alle famiglie voluminosi pacchi con la merce rubate; addirittura nelle telefonate venivano incitati da madri e fidanzate a rubare più cose possibili. Ma ciò che ha davvero umiliato gli ucraini, al ritorno nelle loro abitazioni, non è solo la perdita di oggetti di valore, ma la violenza contro la propria intimità, addirittura il furto della biancheria delle donne e delle foto di famiglia. E poi c’è chi torna e non trova nulla, perché le case sono state distrutte dalle bombe dei russi.


DISTRUZIONE

Un reportage del Kyiv Independent fa parlare le persone che vivevano nella zona di Chernihiv: «Siamo tornati, ma la casa non c’era più». Una donna: «L’appartamento dove ho vissuto per trentasei anni è stato distrutto, lì erano nati i miei figli, lì erano nati i miei nipoti». E c’è chi osserva: «Capisco che è una guerra, ma bombardare in questo modo è incomprensibile, non ha senso». E allora bisogna tornare a Borodianka dove Halina Yerko, deputata e figlia del sindaco, dice: «Borodyanka e tutti i suoi ventidue villaggi sono stati quasi completamente distrutti dalla guerra. Dopo Mariupol, è la più danneggiata di tutta l’ Ucraina. Scomparirà se l’Europa non ci aiuterà con dei fondi per la ricostruzione».

 

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