Ucraina, Biden: «Putin ha deciso di invadere, non invieremo truppe ma sostegni a Kiev»

Autobomba a Donetsk, panico nelle città. Mosca offre 10 mila rubli agli evacuati

Biden: «Russia ha cercato di divederci ma gli alleati sono rimasti uniti»
di Anna Guaita
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Venerdì 18 Febbraio 2022, 23:04 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 08:44

«Penso che a questo punto Putin abbia preso una decisione: invaderà l'Ucraina tra una settimana o entro pochi giorni. Non invieremo truppe, ma aiuti. La strada della diplomazia resta aperta fino a quel momento». Per la prima volta dall’inizio della crisi, Joe Biden ha attribuito ieri sera al presidente russo la determinazione di portare avanti i piani di invadere l’ex repubblica sovietica. «Abbiamo forti risorse di intelligence, so quello che dico» ha aggiunto Biden. Nel suo discorso al Paese ha ripetuto la determinazione a punire l’eventuale violazione di confine con l’applicazione di durissime sanzioni economiche e finanziarie. 

Scariche di artiglieria, sirene, evacuazioni di massa e pure una potente autobomba. Nella regione del Donbass, la striscia orientale dell’Ucraina occupata da ribelli filorussi, va prendendo forma quella che l’ambasciatore Usa all’Ocse, Michael Carpenter, ha ammonito essere «una narrazione che può venir usata per giustificare l’invasione russa». Il susseguirsi di atti di guerra, enfatizzati dai media di Mosca che li presentano come provocazioni dell’esercito ucraino, ha aperto la porta all’evacuazione della popolazione russa nella zona. I leader delle due aree indipendenti, Donetsk e Lugansk, hanno cominciato ieri sera a mettere la popolazione a bordo di autobus diretti in Russia, dove Putin ha promesso di accoglierla, sistemarla e dare a ciascuno l’equivalente di 100 euro (10mila rubli).

Prima dell’arrivo dei bus, alle 20, si erano formate lunghe file ai bancomat, per ritirare il massimo possibile prima di lasciare le proprie case. Il programma sarebbe di evacuare 700mila civili dalla zona di confine. Una situazione ideale per un’eventuale invasione dell’esercito russo: con l’area vuota non farebbe vittime fra la popolazione consanguinea.

 ACCUSE

Ingigantendo la “narrazione”, in un conferenza stampa a Mosca con il leader bielorusso Lukashenko, Putin ha ripetuto le sue accuse: l’Ucraina «sta commettendo massicce e sistematiche violazioni dei diritti umani nella forma di un genocidio della popolazione di lingua russa, la situazione nel Donbass sta peggiorando». E ha spedito a Rostov, cioè a ridosso del Donbass, il Ministro delle Emergenze, incaricato di supervisionare gli arrivi dei “profughi”. Lui oggi andrà ad assistere a una serie di esercitazioni strategiche, con il lancio di missili balistici: un appuntamento che doveva avvenire più in là, ma Putin stesso avrebbe voluto anticipare e mostrarlo al mondo proprio mentre al suo confine con l’Ucraina l’ipotesi di una guerra prende sempre più forza. È davvero difficile stabilire quanto le bombe e gli attacchi chimici di cui i ribelli filorussi si lamentano siano veri.

La bomba ha fatto esplodere la vecchia jeep del capo della Milizia del popolo Denis Sinenkov, parcheggiata e vuota davanti alla sede del governo a Donetsk. Nessun ferito. L’esplosione è stata però estremamente forte ed è stata seguita dal suono lacerante delle sirene. Sempre nell’area di Donetsk i filorussi sostengono di aver ucciso due soldati ucraini che stavano tentando di fare esplodere un impianto chimico per la produzione di cloro. Sia il governo provvisorio di Donetsk che quello di Lugansk hanno poi denunciato numerose violazioni del cessate il fuoco, almeno 27, insistendo che provenivano da parte ucraina. Il governo di Kiev ha risposto che invece gli attacchi, almeno 60, erano arrivati dai filorussi. Gli osservatori dell’OCSE a loro volta sostengono che stati contati 189 lanci di artiglieria nell’arco di 24 ore.

 

Intanto da Kiev il ministro degli esteri Dmytro Kuleba ha reagito con forza alle accuse dei ribelli del Donbas: «Neghiamo categoricamente che ci sia del vero nella propaganda russa secondo cui avremmo condotto attacchi offensivi o sabotaggi a impianti chimici. Siamo totalmente e unicamente impegnati nella soluzione diplomatica del conflitto». La capitale si starebbe preparando all’evacuazione, ha affermato Roman Tkachuk, direttore della sicurezza municipale: «Nel caso di un’invasione evacueremo i cittadini e resteranno solo i lavoratori delle infrastrutture indispensabili e i militari». 

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