Bambini ucraini, la vicepresidente Ue Šuica: «Sono le prime vittime dobbiamo salvarli dai trafficanti»

Con l'aiuto di Europol e l'agenzia Eurojust si è attivata la prevenzione contro fenomeni di tratta dei minori

Bambini ucraini, la vicepresidente Ue Šuica: «Sono le prime vittime dobbiamo salvarli dai trafficanti»
di Gabriele Rosana
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Mercoledì 6 Aprile 2022, 14:17

«Più di due milioni di bambini sono scappati dall'Ucraina: si tratta della metà dei 4 milioni di migranti finora arrivati nell'Ue. Molti di loro sono minori non accompagnati, che rischiano di finire vittime del racket dei bambini. E altri sei milioni sono gli sfollati interni nel Paese, che si sono spostati dall'est all'ovest. A loro va dato tutto il nostro sostegno». L'allarme umanitario nel Paese sotto assedio è anche il dramma di un'infanzia perduta. L'Europa «vuole fare la sua parte, garantendo cure e istruzione a chi viene nell'Ue, ma non solo. Le vite degli ucraini valgono più del gas che arriva dalla Russia», dice la vicepresidente della Commissione, Dubravka Šuica, che è anche titolare del portafoglio Demografia e Democrazia. «Ogni bambino, dappertutto, deve avere gli stessi diritti e le stesse opportunità».

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Bucha potrebbe non essere la sola né l'ultima testimonianza di massacri contro i civili. Cosa farà l'Ue?
«La Commissione si è impegnata a seguire da vicino l'accertamento di quanto è successo a Bucha e non solo, in collaborazione con Eurojust e Europol, le agenzie Ue per la cooperazione giudiziaria e di polizia.

Vogliamo raccogliere le prove e assicurare i responsabili alla giustizia. Non è accettabile vedere questi atti in Europa. Tutti i civili, e in particolare i bambini, sono le principali vittime di questi crimini di guerra. Sono scene di oggi, ma purtroppo vive anche nella mia memoria, visto che nella mia Dubrovnik, in Croazia, 31 anni fa ho vissuto sulla mia pelle la guerra, da sfollata e da madre, con una bambina di otto anni.


Aprirete i corridoi umanitari dedicati ai più piccoli?
«È quello che stiamo provando a fare. Ma i russi non hanno pietà e impediscono o addirittura bombardano i corridoi umanitari. Per ora ciò che per noi è importante è la corretta registrazione dei bambini al confine, perché c'è chi cerca di abusare di questa situazione critica. E mi riferiscono al traffico illegale di minori».


Nei giorni scorsi la Lituania ha aperto un'indagine sul caso di 43 bambini ucraini sottratti illegalmente. Il rischio traffico di minori è reale?
«Sì, ma il nostro impegno è chiaro: non vogliamo perdere neanche un bambino nelle maglie delle tratte. A complicare la questione va aggiunto il fatto che in Ucraina, per via della legislazione nazionale sulle adozioni, ci sono più orfanotrofi che nella vicina Polonia, che ha lo stesso numero di abitanti. Quando ho visitato il confine, due settimane fa, ho potuto vedere con i miei occhi arrivare 100 bambini, dopo 36 ore di viaggio in treno, accompagnati da un solo adulto. Per questo serve la collaborazione delle autorità nazionali, per assegnare senza ritardi i tutori a questi minori e verificare le condizioni nelle famiglie d'affido».


Eppure sul fronte sanzioni all'energia c'è ancora chi tentenna. Come mai?
«Cos'è più importante per noi europei? Continuare a vedere civili e bambini morire ingiustamente, oppure perdere un punto percentuale di Pil? Sono sicura che, un passo alla volta, l'unità d'intenti arriverà anche sulla messa al bando del gas russo. Non è una decisione semplice da prendere, soprattutto per i Paesi più dipendenti dalle forniture, ma dobbiamo davvero chiederci se teniamo più alle vite umane o alla nostra economia. Gli Stati membri avranno bisogno di tempo, ma sono sicura che smetteremo presto di finanziare la macchina da guerra di Putin: solo a marzo abbiamo pagato a Mosca 17 miliardi di euro».

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