Ucraina, armi chimiche, dall'iprite ai gas nervini: che cosa sono e perché le convenzioni internazionali non vengono rispettate

Ucraina, armi chimiche, dall'iprite ai gas nervini: che cosa sono e perché le convenzioni internazionali non vengono rispettate
di Paolo Ricci Bitti
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Venerdì 11 Marzo 2022, 16:05 - Ultimo aggiornamento: 17:14

L'aggressione della Russia all'Ucraina e le armi di distruzione di massa: le più temute sono quelle nucleari; quelle più citate nello scambio di accuse sono quelle biologiche; le più rapide e pronte da usare - e le più usate nella storia - sono quelle chimiche. Armi Nbc: nucleari, biologiche (batteriologiche) e chimiche, appunto. Un acronimo che da oltre un secolo è sinonimo di terrore. 

Il debutto delle armi di distruzione di massa, nella versione di armi chimiche, risale di fatto alla prima guerra mondiale con il cloro gassoso nel 1915 a Ypres in Belgio: violando le convenzioni dall'Aja, in particolare quella del 1907, vennero fatti morire atrocemente oltre 5mila soldati francesi e canadesi.

La disumanità dell'uomo segnava un'altra tappa.

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Due anni dopo, nel 1917, il debutto della prima arma chimica di distruzione di massa considerata tale, sempre nelle trincee-carnaio di Ypres: il mondo conosce l'iprite (il tioetere del cloroetano, il liquido o gas mostarda giallastro e dall'odore di senape): dopo aver atteso le condizioni di vento favorevole, dalle bombole venne fatto fuoriuscire il gas che causava danni letali alla pelle, agli occhi e all'apparato respiratorio. La morte sopraggiungeva al più dopo una una settimana, ma oltre all'effetto fisico va considerato l'effetto psicologico nei soldati che all'epoca erano malamente equipaggiati per resistere a questi attacchi, peraltro non facili da allestire perché bastava che girasse il vento per rischiare di causare danni al proprio esercito. 

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Dopo la prima guerra mondiale negli arsenali di tutti i grandi eserciti (compreso quello italiano) si accumularono grandi quantità di ordigni all'Iprite, anche se nel secondo conflitto globale quest'arma venne sorpassata da altre.   

Negli anni venti la gara a produrre le armi chimiche più devastanti non conosce tregua: dallo Ziklon (la cui versione B venne usata anche per sterminare gli ebrei nei lager nella seconda guerra mondiale) ai gas nervini fra i quali il più conosciuto è il Sarin. Ne sono stati creati più di settanta con la tecnologia che ne ha permesso un uso (soprattutto attraverso l'uso di granate di artiglieria e di bombe d aereo) sempre più efficace e devastante dando vita a una terrificante nomenclatura con relativa classificazione: nervini, asfissianti, vescicanti, lacrimogeni, paralizzanti e infine i più pericolosi, i tossicologici. Oltre alle vittime dirette registrate in tutti i conflitti con l'uso di queste armi chimiche, vanno calcolati anche gli incalcolabili danni causati all'ambiente anche dallo smaltimento degli arsenali via via che nuove e più sofisticate armi venivano create.

La Convenzione internazionale sulle armi chimiche del 1993, entrata in vigore nel 1997 e relativa anche alle armi biologiche, ne vieta l'uso e impone lo smantellamento delle scorte, ma la sua efficacia vale solo fino a quando non viene violata, così come è accaduto per tutti gli accordi che l'anno preceduta. Gli aggressivi chimici sono basati su sostanze che hanno anche importanti usi civili, ad esempio nell'agricoltura, la cui produzione non conosce sosta.

 

Zelensky

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha respinto le accuse russe di sviluppare armi chimiche: « Sono il presidente di un paese degno, di una nazione degna. E padre di due bambini. E nella mia terra non sono state sviluppate armi chimiche o altre armi di distruzione di massa», ha affermato in un suo video intervento. La Russia ha riferito di avere trovato documenti che mostrerebbero componenti di armi biologiche realizzati in laboratori ucraini con il finanziamento del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Su questo Zelensky ha risposto: «Mi preoccupa molto: perché se vuoi conoscere i piani della Russia, guarda a cosa la Russia accusa gli altri di pianificare».

Paolo Ricci Bitti

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