Uccide la moglie che lo aveva lasciato buttandola da un ponte legata a un blocco di cemento

Uccide la moglie che lo aveva lasciato buttandola da un ponte legata a un blocco di cemento
di Alix Amer
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Domenica 10 Marzo 2019, 16:34
Rodolfo “Rudy” Arellano ed Elizabeth Pule, si conoscevano da ragazzini. Dopo la laurea si sono sposati ed hanno creato la loro bella famiglia: sono nati tre maschietti e una femmina. La vita trascorreva tranquilla nella loro casa a Fort Worth, Texas. Ma qualcosa nel 2016 aveva iniziato ad intaccare il loro matrimonio. Elizabeth, 28 anni aveva deciso di lasciare Rudy, 36. E così aveva fatto era tornata con i suoi figli a vivere dai suoi genitori. Ma questo a Rudy non andava giù e così l’ha uccisa legandogli una corda al collo con un masso di cemento di oltre 50 chili e buttandola giù da un ponte nel fiume. Lei, assistente medica, si era trasferita dai suoi genitori da una settimana, quando uscì con i colleghi dopo il lavoro, il 15 aprile 2016, e non fece più ritorno. Una storia che ha sconvolto l’intera comunità che si è conclusa solo in questi giorni con una condanna all’ergastolo per l’uomo. 

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Ma riavvolgiamo il nastro della storia. Quando Elizabeth scomparve, qualcosa di strano avvenne. Messaggi inviati alla mamma che la giovane non aveva mai mandato. Ore dopo, riferì che sua figlia era scomparsa. Aveva trovato l’auto di Elizabeth abbandonata fuori, con la chiave ancora nel cruscotto e la borsa e il cellulare sul sedile del passeggero. Non era possibile che Elizabeth se ne fosse andata di sua spontanea volontà: qualcuno l’aveva presa. Durante le loro indagini, gli ufficiali andarono a casa di Rodolfo e furono sorpresi dall’atteggiamento dell’uomo che non sembrava per nulla preoccupato. «Non so dove sia», aveva detto agli agenti. Qualche ora prima, un pescatore aveva riferito di aver sentito delle urla intorno alle 3 del mattino, poi ha visto qualcuno che cadeva dal ponte sull’Interstate 820 a Lake Worth. Alla fine i vigili del fuoco recuperarono il corpo nell’acqua: era Elisabeth. Al collo era legata una fune, che era attaccata a un blocco di cemento di 54 chili. All’inizio, si pensava che la morte di Elizabeth fosse un suicidio, medico il medico legale stabilì che, sebbene fosse morta annegando, era stata vittima di omicidio. Se non ci fosse stato il testimone ad ascoltare le urla e scorgere Elizabeth cadere dal ponte, il suo corpo non sarebbe mai stato scoperto. Era ancora viva quando fu gettata dal ponte e aveva urlato per farsi sentire. I detective scoprirono che Rodolfo aveva abbattuto un recinto per un amico mesi prima, c’erano pali di legno ancorati nel cemento. Alcune parti di cemento sono state trovate nel cortile di Rodolfo e nella parte posteriore del suo pick-up, ed era lo stesso per Elizabeth. Aveva davvero gettato la madre dei suoi figli da un ponte, attaccata a una lastra di cemento? Sembrava impensabile. Lui all’inizio negò un suo coinvolgimento. Ma dalle analisi tecniche dei cellulari di entrambi gli investigatori avevano verificato che lui aveva tentato di sapere esattamente a che ora usciva da lavoro quel giorno. I tabulati telefonici mostravano che era vicino al suo posto di lavoro nel momento in cui cercava di mettersi in contatto con lei. E così 10 giorni dopo che Elizabeth fu trovata, Rodolfo fu arrestato e accusato del suo rapimento e omicidio. A febbraio di quest’anno, ha fatto un accordo con i giudici. Si sarebbe dichiarato colpevole di rapimento e omicidio in cambio di un ergastolo senza possibilità di libertà condizionale. Per la famiglia di Elizabeth la certezza che non sarebbe mai stato rilasciato era l’unica possibilità. In questi giorni durante la condanna ufficiale, molti cari avevano la foto di Elizabeth appesa ai loro vestiti. La sorella Johanna Pule, rivolgendosi all’assassino, ha detto: «Sapevi cosa avevi fatto, eppure eri in piedi davanti al suo corpo piangendo insieme a me»..
 
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