Dopo aver ucciso la moglie nel gennaio dell'anno scorso, Shelby si era per mesi arrampicato sugli specchi, accampando mille scuse, per far credere ai suoceri che la figlia fosse ancora viva nonostante non si facesse mai sentire al telefono, e per questo inviava loro foto e messaggi di testo dal telefonino di Jamie. Difficile capire come ci siano voluti mesi per cominciare a sospettare che qualcosa non andava, fatto sta che quando i primi dubbi sono affiorati, il 15 dicembre Shelby si è presentato a casa del 71enne Richard Ivancic e ha ucciso a martellate lui e i tre cani presenti nell'abitazione. Poi ha atteso che rientrasse la moglie Laura, 59 anni, e ha fatto fuori anche lei nello stesso modo, ha avvolto i cadaveri in due tappeti e li ha nascosti in camera da letto. Infine ha aspettato fino a notte che tornasse a casa anche il fratello di Jamie, il 25enne Nicholas, e che si mettesse a dormire sul sofà: a quel punto ha concluso lo sterminio assassinandolo. Il giorno dopo è andato tranquillamente a vendere alcuni gioielli in un negozio, il 21 dicembre ha ordinato delle pizze che si è fatto consegnare a casa Ivancic, senza pensare che effettuare quell'ordine equivaleva a mettere la firma su quegli omicidi: una volta trovati i cadaveri, la polizia non avrebbe impiegato molto a scoprire che lui era ancora in quella casa giorni dopo il delitto.
Alla fine, il 1° gennaio, il figlio maggiore di Richard Ivancic si decise a contattare la polizia dicendo che non riusciva a sentire i genitori dal 13 dicembre. Anche in questo caso non si può non notare come i contatti familiari fossero estremamente sporadici e come ci si preoccupasse con estremo ritardo di fatti anomali. Fatto sta che da quel momento c'è voluto poco per scoprire i cadaveri, arrestare Shelby e ricostruire tutta la vicenda. Così come sarebbe bastato poco a Richard, Laura e Nicholas, per salvarsi: sarebbe bastato chiedersi subito perché Jamie non si faceva più viva e telefonare alla polizia.
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