Uccide la moglie e per 8 anni rifiuta di rivelare dov'è sepolta: confessa solo in cambio dell'Xbox

Uccide la moglie e per 8 anni rifiuta di rivelare dov'è sepolta: confessa solo in cambio dell'Xbox
di Federica Macagnone
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Mercoledì 24 Ottobre 2018, 20:13
Per otto anni, dal fondo della cella dove marcirà finò all'ultimo dei suoi giorni, si era sempre rifiutato di dire dove avesse seppellito il cadavere di sua moglie dopo averla uccisa, nonostante le insistenti pressioni esercitate su di lui per farlo confessare. Il 29enne Doug Stewart sembrava un irriducibile, un duro deciso a portare quel segreto con sé nella tomba. Invece, quando nessuno ci sperava più, ha capitolato. O meglio, ha aperto una trattativa dicendosi disposto a parlare se gli fosse stato concesso l'oggetto che più desiderava al mondo: una console Xbox per poter giocare con i suoi videogame preferiti. Un adolescente, forse, non avrebbe ceduto così: lui, killer spietato, sì. Se i magistrati avessero saputo prima che quello era il suo tallone d'Achille gli avrebbero probabilmente offerto anche qualche videogioco in più pur di svelare il suo segreto.

E così, nei giorni scorsi, Doug ha portato i poliziotti nei boschi della Contea di Kalamazoo, in Michigan, dove nell'aprile 2010 aveva ucciso la 32enne Venus Stewart, l'ex moglie che lo aveva lasciato accusandolo di violenze domestiche e di molestie nei confronti della loro figlia. Lei era tornata a vivere con i genitori, mentre lui era rimasto in Virginia, covando un rancore sordo che lo aveva spinto a pianificare l'omicidio a sangue freddo. Un giorno Venus sparì improvvisamente: tutte le sue cose erano in casa, ma di lei neanche l'ombra. La polizia, dopo averla cercata inutilmente per mari e per monti, arrivò alla convinzione che fosse stata uccisa. Doug aveva cercato di crearsi un alibi coinvolgendo Ricky Spencer, un uomo che aveva conosciuto giocando online, neanche a dirlo, alla Xbox: Ricky aveva il compito di farsi vedere in giro in Virginia fingendo di essere Doug mentre lui andava in Michigan a uccidere l'ex moglie, ma lo stratagemma non funzionò. Doug, infatti, fu incriminato e Ricky confessò tutto in tribunale, pur non essendo coinvolto nell'omicidio: nel 2011 per il killer arrivò la condanna all'ergastolo, anche se il cadavere di Venus non era stato trovato. 

Quando nei giorni scorsi Doug è arrivato sul luogo del delitto insieme alla polizia non ha avuto esitazioni nell'indicare il punto esatto dove aveva seppellito Venus: i tronchi d'albero che aveva lasciato come punto di riferimento erano ancora lì. Ora i resti della donna sono all'esame dei periti, ma gli inquirenti sembrano non avere dubbi: sono proprio quelli di Venus. Doug, che come un bambino mai cresciuto ha confuso i videogiochi con la vita vera e ha avuto la sua console, in base al suo accordo con le autorità sarà anche ammesso a partecipare ad alcuni programmi speciali per i detenuti. Qualche parola di pentimento, comunque, è riuscito a tirarla fuori. «Vorrei che la famiglia di Venus sapesse che provo un grande peso per quello che ho fatto - ha detto - E' un dolore orribile sapere di aver fatto del male a così tanta gente».
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