IL VOTO

Elezioni Turchia, ballottaggio Erdogan-Kilicdaroglu dopo lo spoglio del 97% delle schede

Gli aggiornamenti in tempo reale sul voto

Elezioni Turchia, Erdogan in testa con il 55% dopo lo spoglio del 21,3% delle schede

La borsa di Istanbul cede il 6,6% dopo il voto

La Borsa di Istanbul in netto calo dopo l'esito del voto che ha portato al ballottaggio i due candidati alla presidenza. L'indice Bist cede il 6,6% a 4.502 punti.

Erdogan: affluenza record, trionfo della democrazia

È una «affluenza record» quella che si è registrata alle elezioni presidenziali e parlamentari che si sono svolte ieri in Turchia dove c'è stato un «trionfo della democrazia». Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan incontrando nella notte i suoi sostenitori di fronte alla sede dell'Anp ad Ankara e affermando che «abbiamo avuto una delle più alte affluenze elettorali della nostra storia. Questo equivale a un »trionfo della democrazia«, ha aggiunto Erdogan dicendo che »non sappiamo ancora se abbiamo vinto al primo turno«, ma rivendicando di avere »2,6 milioni di voti di vantaggio sul nostro rivale più vicino«, il leader dell'opposizione Kamal Kilicdaroglu. Secondo Erdogan »questa distanza aumenterà quando arriveranno i risultati finali« con la fine dello spoglio dei voti. »Abbiamo un grande rispetto della volontà nazionale«, ha aggiunto Erdogan.

Si va al ballottaggio il 28 maggio, Erdogan avanti ma non oltre il 50%

Si va al ballottaggio il 28 maggio in Turchia, dove il presidente Recep Tayyip Erdogan non è riuscito a superare la soglia del 50 per cento dei voti nelle elezioni presidenziali di ieri e quindi a vincere al primo turno. Nemmeno lo sfidante Kamal Kilicdaroglu, che guida una coalizione dell'opposizione di sei partiti, è riuscito a rispettare quanto prevedevano i sondaggi e quindi a vincere al primo turno. Con il 90 per cento delle schede scrutinate, Erdogan ha ottenuto il al 49,49 per cento dei voti mentre Kilicdaroglu al 44,79%.

Erdogan, la prima dichiarazione dopo la chiusura dei seggi: "Siamo ampiamente in testa, rispetteremo il ballottaggio"

Quando sono passate due ore dopo la mezzanotte (ora italiana), il presidente Erdogan rilascia la prima dichiarazione durante lo spoglio delle schede che ha già superato quota 95%: «Anche se i risultati non sono ancora definitivi, siamo chiaramente in testa», ha detto ai sostenitori riuniti ad Ankara. Sarà però necessario il ballottaggio: «Rispettiamo queste elezioni e rispetteremo le prossime», ha affermato Erdogan.

 

 

 

Erdogan è in testa con il 49,6% dei voti, Kemal Kilicdaroglu è al 44,4%: verso il ballottaggio il 28 maggio

Con il 94,7% delle schede scrutinate, secondo i dati dell'agenzia Anadolu, il presidente Recep Tayyip Erdogan è in testa con il 49,6% dei voti, mentre il suo sfidante più accreditato, Kemal Kilicdaroglu, è al 44,7%. Il terzo candidato, Sinan Ogan, è al 5,3% mentre Muharrem Ince, che si è ritirato ufficialmente, è allo 0,4%. Questi dati, se confermati, indicherebbero la necessità di tenere il ballottaggio tra Erdogan e Kilicdaroglu il 28 maggio.

Erdogan appare in pubblico, ma non rilascia dichiarazioni

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, è apparso in pubblico davanti alla sua abitazione nel quartiere di Uskudar, a Istanbul. Erdogan ha ringraziato la folla, ma non ha rilasciato dichiarazioni. Secondo alcuni giornalisti turchi, sarebbe diretto all'aeroporto e da lì ad Ankara.

Turchia in bilico: il punto alle 22

La Turchia è in bilico dopo 20 anni di Erdogan al potere. Secondo lo spoglio ufficiale, il presidente è un soffio sopra il 50% con oltre l'87% delle schede scrutinate ma l'opposizione contesta i dati forniti dalla tv di Stato e lo sfidante Kemal Kilicdaroglu denuncia «una farsa» in corso: «Siamo in vantaggio noi - ha scritto su Twitter -. Non dormiremo stanotte, popolo mio».

In effetti il distacco tra i due è andato via via riducendosi con il passare delle ore. I primi dati del pomeriggio a urne chiuse indicavano Erdogan oltre il 58% delle preferenze ma l'accusa dell'opposizione è che sono stati contati e trasmessi prima i voti delle roccaforti tradizionali del presidente. Il Sultano in serata era ancora di poco sopra la soglia necessaria per vincere al primo turno, ma Kilicdaroglu avanzava ottenendo quasi il 44% dei consensi. Sinan Ogan, candidato di una coalizione di piccoli partiti di estrema destra, era invece relegato a poco più del 5% dei consensi dopo una campagna elettorale tutta giocata all'attacco dei migranti siriani arrivati in Turchia dopo l'inizio del conflitto civile nel Paese, circa 4 milioni di persone.

Kilicdaroglu, leader del partito laico di centrosinistra Chp, trionfa in gran parte del sudest del Paese a maggioranza curda ma Erdogan si conferma nelle campagne e nei suoi feudi. Nonostante lo svantaggio, l'opposizione ha più volte sostenuto di essere in testa, esprimendo pesanti critiche nei confronti dell'agenzia Anadolu, già finita al centro di scandali in passati appuntamenti elettorali e accusata varie volte di non rivelare i dati quando questi si presentavano sfavorevoli per il Sultano. Secondo l'agenzia indipendente Anka, vicina all'opposizione, i numeri sarebbero ben altri, con Kilicdaroglu oltre addirittura al 60%. Si chiarirà soltanto nella notte il risultato definitivo delle elezioni più importanti della carriera di Erdogan e per la Turchia in generale ma il presidente in carica può già guardare con sicurezza ad un buon risultato a livello parlamentare, dove la sua coalizione risulta per ora prima con più del 50% dei consensi, cifra che le consentirebbe di avere la maggioranza nell'assemblea. Se si confermerà tale, la vittoria della coalizione di Erdogan sarà destinata a pesare nelle prossime settimane in caso di ballottaggio il 28 maggio. L'unico dato certo comunque è che i turchi sono andati in massa a votare con un'affluenza che ha sfiorato il 90% degli aventi diritto. Secondo il Consiglio elettorale supremo di Ankara, le operazioni di voto si sono svolte senza irregolarità. Lunghissime file si sono viste ai seggi di tutte le città, tra sostenitori di Erdogan convinti di rinnovare la fiducia al Sultano e oppositori per i quali il voto di oggi rappresentava «una questione di vita o di morte».

Una conferma di Erdogan, secondo loro, metterebbe per sempre la parola fine all'indipendenza della magistratura, assesterebbe un colpo letale ai diritti umani e porterebbe la Turchia sull'orlo del baratro dal punto di vista economico. «Mi auguro che stasera ci siano benefici per la democrazia turca», aveva detto il presidente dopo avere votato nel quartiere Uskudar, sulla sponda asiatica di Istanbul. Dopo essersi recato alle urne, dove si è presentato con sua moglie Emine distribuendo denaro in contanti a dei bambini, il presidente turco è partito alla volta di Ankara per seguire lo spoglio. «A tutti è mancata la democrazia. Ci è mancato stare insieme, ci è mancato abbracciarci. Vedrete, la primavera tornerà in questo Paese se Dio vorrà e durerà per sempre», sono state invece le parole di Kilicdaroglu che ha votato nella capitale, dove sabato si è recato ad omaggiare il mausoleo del padre della Repubblica di Turchia laica Mustafa Kemal Ataturk per chiudere la campagna elettorale mentre Erdogan veniva invece ripreso a pregare a Santa Sofia, che nel 2021 decise di riconvertire in moschea, come successe all'epoca della conquista ottomana di Costantinopoli.

Verso il ballottaggio

Si avvicina il ballottaggio tra Recep Tayyip Erdogan e Kemal Kilicdaroglu. Con l'85% dei voti scrutinati, il presidente è al 50,1% mentre il suo sfidante è al 44%. Fin dall'inizio dello spoglio, tuttavia, la percentuale di voti assegnata a Erdogan sta scendendo costantemente - al contrario di quella di Kilicdaroglu - e, se questa tendenza sarà confermata, si può ipotizzare che nessuno dei due riuscirà a superare la soglia del 50% e quindi tra due settimane si terrà il ballottaggio.

Kilicdaroglu, per l'agenzia indipendente Anka è al 67%

Prosegue lo spoglio parallelo delle presidenziali in Turchia, che conferma la vittoria sempre più netta - senza passare per il ballottaggio - del leader dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu.

L'agenzia indipendente Anka, sul suo profilo Twitter, lo accredita di oltre il 67% delle preferenze con il 53% delle schede scrutinate, rispetto al 31% di Recep Tayyip Erdogan. Tutto questo mentre il conteggio ufficiale dà l'attuale presidente avanti, seppur poco sopra il 50%.

Erdogan un soffio sopra il 50%

Con più dell'80% delle schede scrutinate, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è al 50,68% dei consensi mentre il principale candidato di opposizione, Kemal Kilicdaroglu, e al 43,52%. Lo dicono i dati sulle elezioni in Turchia forniti dalla tv di Stato turca Trt. Si riduce sempre di più la differenza dei voti tra il presidente in carica e lo sfidante Kilicdaroglu ma se la situazione rimanesse invariata su questa percentuale a scrutinio completato, Erdogan sarebbe comunque in grado di vincere le elezioni al primo turno.

Con il 70% delle schede scrutinate, Recep Tayyip Erdogan rimane in testa

Con il 70% delle schede scrutinate, Recep Tayyip Erdogan rimane in testa alle elezioni presidenziali con il 51,1% dei voti, mentre il suo sfidante più accreditato, Kemal Kilicdaroglu, è al 43,1%. Il terzo candidato, Sinan Ogan, è al 5,3% mentre Muharrem Ince, che si è ritirato ufficialmente, è allo 0,5%

Erdogan al 55%, Kilicdaroglu al 39%

Con il 21,3% delle schede scrutinate, Recep Tayyip Erdogan è in testa alle elezioni presidenziali con il 55% dei voti, mentre il suo sfidante più accreditato, Kemal Kilicdaroglu, è al 39%. Il terzo candidato, Sinan Ogan, è al 5,4% mentre Muharrem Ince, che si è ritirato ufficialmente, è allo 0,6%.

Si riduce il vantaggio di Erdogan: in testa con il 52,70%

Il vantaggio del presidente turco Recep Tayyip Erdogan alle elezioni in Turchia si sta progressivamente riducendo man mano che vengono scrutinate le schede ma, con oltre il 40% dei voti contati, il leader turco resta comunque in testa con il 52,70% delle preferenze mentre lo sfidante Kemal Kilicdaroglu avanza ottenendo il 41,39% dei voti. Lo fa sapere la tv di Stato turca Trt. Il candidato delle opposizioni Kilicdaroglu vince in gran parte delle province del sudest a maggioranza curda del Paese. Per essere eletti al primo turno serve il 50%+1 dei voti, altrimenti si va al ballottaggio.

Affluenza vicina al 90%

L'88,44% degli aventi diritto ha votato alle elezioni per il rinnovo della presidenza della Repubblica in Turchia mentre per le elezioni parlamentari l'affluenza è arrivata all'85,14%. Lo rende noto la tv di Stato turca Trt. Con oltre il 30% delle schede scrutinate, il presidente turco in carica Recep Tayyip Erdogan è in vantaggio con il 53,62% dei consensi, mentre il principale sfidante Kemal Kilicdaroglu ottiene per ora il 40,42% dei voti.

Erdogan ancora avanti con poco più del 25% delle schede scrutinate

Con poco più del 25% delle schede scrutinate, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si mantiene in vantaggio nelle elezioni in Turchia con il 54,27% dei voti, in calo rispetto al dato precedente. Il principale sfidante Kemal Kilicdaroglu è fermo al 39,75%, seguono Sinan Ogan con il 5,42% dei voti e Muharrem Ince che ottiene lo 0,56% dei consensi. Lo rende noto la tv di Stato turca Trt secondo cui anche nelle elezioni parlamentari, con il 7,5% delle schede contate, la coalizione del presidente turco in carica è avanti con il 63,42% (383 deputati) mentre l'alleanza dei maggiori partiti di opposizione è al 24,25% (174 deputati).

Erdogan è in testa alle elezioni presidenziali con il 55% dei voti

Con il 21,3% delle schede scrutinate, Recep Tayyip Erdogan è in testa alle elezioni presidenziali con il 55% dei voti, mentre il suo sfidante più accreditato, Kemal Kilicdaroglu, è al 39%. Il terzo candidato, Sinan Ogan, è al 5,4% mentre Muharrem Ince, che si è ritirato ufficialmente, è allo 0,6%.

Chiusi i seggi, via allo spoglio

In Turchia sono appena stati chiusi i seggi, aperti questa mattina dalle 8 in occasione delle elezioni parlamentari e per il rinnovo della presidenza della Repubblica dove una coalizione di opposizione guidata da Kemal Kilicdaroglu sfida il capo di Stato in carica Recep Tayyip Erdogan. Inizia ora lo spoglio delle schede. Non si sono registrati incidenti di rilievo durante le operazioni di voto.

Erdogan: «Mi auguro che voto sia positivo per la democrazia»

«Mi auguro che dopo la conta dei voti ci siano benefici per la democrazia turca». Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, come riportano la tv di Stato Trt, dopo avere votato alle elezioni di oggi in Turchia nel distretto di Uskudar, sulla sponda anatolica di Istanbul. «Dalla mattina, il processo elettorale è andato avanti senza incidenti o problemi», ha aggiunto il leader turco.

Erdogan ha votato

Il capo di Stato turco Recep Tayyip Erdogan ha votato nelle elezioni dove è candidato nuovamente per la presidenza della Repubblica. Lo rende noto la tv di Stato Trt, facendo sapere che Erdogan ha votato nel quartiere di Uskudar, sulla sponda anatolica di Istanbul.

Il candidato dell'opposizione Kilicdaroglu al voto

Kemal Kilicdaroglu, il candidato presidente della coalizione dei maggiori partiti di opposizione alle elezioni di oggi in Turchia, ha votato nella capitale Ankara. Lo rende noto la tv di Stato turca Trt.

I candidati in corsa

Il capo di Stato in carica Recep Tayyip Erdogan è tra i candidati alla presidenza e gli altri due sono Kemal Kilicdaroglu, che guida un'alleanza composta da vari partiti di opposizione, e Sinan Ogan che guida un'alleanza di partiti minori. Muharrem Ince, un altro dei candidati, si è ritirato dalla corsa nei giorni scorsi.

Il sistema elettorale

I membri dell'assemblea parlamentare, composta da 600 deputati, sono scelti attraverso un sistema proporzionale in cui gli aventi diritto votano per un partito, non per un candidato, e per entrare in parlamento una formazione politica deve superare la soglia del 7% delle preferenze o fare parte di un'alleanza che la supera. A queste elezioni sarà possibile scegliere tra 36 partiti diversi. Per diventare presidente, un candidato deve invece superare la soglia del 50% dei consensi altrimenti ci sarà un secondo turno, eventualmente in programma il 28 maggio. 

Seggi aperti in Turchia

Sono iniziate alle 8 ora locale, le 7 in Italia, le operazioni di voto in Turchia per le elezioni parlamentari e presidenziali. I seggi resteranno aperti fino alle 17 ora locale, le 16 in Italia. Compreso il numero dei residenti all'estero, gli aventi diritto sono in tutto oltre 64.1 milioni di persone e possono votare tutti i cittadini turchi che abbiano compiuto almeno 18 anni. I giovani maggiorenni che hanno diritto di voto per la prima volta nella loro vita sono 4.904.672.

«Questa è una domanda molto ridicola». Recep Tayyp Erdogan, 69 anni, da 20 al potere in Turchia, ha replicato così in tv a chi gli chiedeva se in caso di sconfitta avrebbe accettato l'esito del risultato delle elezioni presidenziali di oggi. È stato perentorio: «Siamo arrivati al potere con strumenti democratici e se il nostro Paese decidesse diversamente, farei ciò che la democrazia richiede. Rispetteremo qualsiasi risultato esca dalle urne». L'opposizione ha assemblato una faticosa (e forse non così solida) coalizione, con sei partiti che sostengono Kamel Kilicdaroglu, 74 anni. Esponente del Partito popolare repubblicano, moderato, perfino grigio nei comizi, richiama la tradizione laica di Ataturk, fondatore della repubblica turca.

IMPRONTA

Erdogan, al contrario, preme molto sulla religione, sulla sua identità di politico islamista. Ha deciso di chiudere la campagna elettorale partecipando alla preghiera della moschea di Santa Sofia, a Istanbul. Un edificio simbolo dell'impronta che Erdogan e il suo partito l'Akp, hanno dato al Paese: costruita da Giustiniano nel VI secolo, per oltre nove è stata una chiesa cristiana per diventare una moschea solo nel 1452. Ataturk negli anni Trenta del secolo scorso la trasformò in un museo, ma nel 2020 Erdogan ha deciso che venisse riconvertita in moschea. Ma più che alla religione, i 64 milioni di elettori che andranno al voto oggi guardano all'economia e alle ferite del catastrofico terremoto del 6 febbraio. Quando sali su un taxi a Istanbul, in questi giorni, il discorso finisce sempre sulle elezioni, ma la domanda che ti ripeterà quasi sempre il tassista è: questi politici cosa vogliono fare per restituire potere d'acquisto alle famiglie? Il Pil cresce, anche perché Erdogan ha ordinato di mantenere i tassi bassi, ma l'inflazione vola: in aprile ha superato quota 50 per cento, ma secondo il centro indipendente Enag su base annua ha toccato il 112,51 per cento. Una lira turca sempre più debole aiuta le esportazioni, ma il costante aumento dei prezzi sta strozzando i cittadini e anche i recenti aumenti dei salari, concessi pochi giorni fa da Erdogan ai dipendenti pubblici, vengono rapidamente erosi. A questo si aggiunge un giudizio non sempre univoco su come il governo è intervenuto nelle regioni colpite dal sisma, dove centinaia di migliaia di sfollati sono ancora nelle tende o nei container. Su una promessa i due fronti contrapposti concordano: rimandare in Siria i rifugiati accolti dal Paese a causa della guerra. Ma Omar Behram Ozdemir, un ricercatore del Centro per gli studi strategici mediorientali citato dal sito Middle East Eye, osserva: «Risulta molto difficile rimandare indietro i rifugiati siriani. Stiamo parlando di tre milioni di persone, arrivate da diverse parti della Siria in sei anni. Il regime siriano non vorrebbe mai accogliere milioni di persone sulle quali non ha informazioni da anni. Infine, ormai il regime ha confiscato terre e case abbandonate».

VELENI

I sondaggi da settimane sembrano dare una speranza di vittoria all'opposizione, ma se Kilicdaroglu non supererà il 50 per cento si andrà al secondo turno, il 28 maggio, quando tutto potrebbe succedere. Ieri la polizia ha messo in custodia ad Ankara Kemal Ozkiraz, fondatore dell'istituto di sondaggi Avrasya che ha previsto una sconfitta alle elezioni di Erdogan. I veleni stanno scorrendo copiosi: Erdogan accusa l'opposizione di «prendere ordine dai terroristi» citando i presunti legami con il Pkk; Kilicdaroglu punta il dito contro le interferenze della Russia. Ad alimentare questa accusa c'è una brutta storia di deepfake (una tecnologia che consente di manipolare video in modo quasi perfetto). In rete sono apparsi dei filmati porno (falsi) che addirittura mostrano un altro candidato alla presidenza Muharrem Ince, che ha deciso di ritirarsi. In un altro video si vede un militante del Pkk che canta l'inno del partito di Kilicdaroglu. Che ha accusato Mosca di avere organizzato una campagna online per interferire sulle elezioni turche: «Abbiamo prove concrete». Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha smentito seccamente.
Il partito di Erdogan (che da quando la Russia ha invaso l'Ucraina ha mantenuto rapporti sia con Putin sia con Zelensky tentando di svolgere il ruolo di mediatore) ha replicato agli avversari: in Turchia le elezioni sono sempre state trasparenti; le accuse di interferenze sono ingiuste nei confronti del nostro Paese.

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