Trump annuncia nuove sanzioni all'Iran: saranno «rilevanti» e scatteranno lunedì

Trump annuncia nuove sanzioni all'Iran: saranno «rilevanti» e scatteranno lunedì
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Sabato 22 Giugno 2019, 22:03 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 01:40

Trump annuncia nuove sanzioni contro l'Iran. E saranno «rilevanti», ha sottolineato il presidente americano Donald Trump da Camp David. Due giorni dopo aver sfiorato il conflitto con l'Iran, Donald Trump ora apre: «Facciamo un nuovo accordo», è l'appello che rivolge ai vertici della Repubblica islamica parlando con i giornalisti sul prato della Casa Bianca prima di involarsi per Camp David. E per dare enfasi all'invito rivolto a Teheran ricorre addirittura al suo slogan più amato: «Let's make Iran great again».

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Perché se gli ayatollah rinunceranno alle loro ambizioni nucleari - sono i paletti posti da Trump - l'Iran può tornare a essere una nazione prospera e grande«. »L'Iran non avrà mai la bomba atomica, e quando saranno d'accordo su questo - assicura il tycoon - io diventerò il loro migliore amico«. La tensione sembra dunque scemare, anche se il presidente americano ribadisce - senza però entrare nel dettaglio - che scatteranno nuove sanzioni contro Teheran, per accentuare il suo isolamento internazionale e indebolire ulteriormente un'economia già a pezzi. E nonostante la clamorosa retromarcia sui raid aerei pronti a scattare come rappresaglia per il drone Usa abbattuto, il tycoon sottolinea come »l'opzione militare resti sul tavolo«.

Nessuno quindi si illuda che l'amministrazione statunitense si ritirerà da quella che finora è stata la linea dura della Casa Bianca targata Trump. Da Teheran intanto c'è chi continua a ricorrere a un linguaggio bellicoso: »Ogni errore commesso dai nemici dell'Iran, in particolare dagli Usa e dai loro alleati regionali, sarebbe come sparare su una polveriera che brucerà gli Stati Uniti e i loro interessi«, il messaggio di un portavoce dell'esercito.

E un monito a Washington arriva anche dal ministero degli Esteri iraniano: »Risponderemo a ogni minaccia o aggressione americana«. Intanto a Washington ci si continua a interrogare su quanto successo all'interno della Situation Room della Casa Bianca, dove Trump era entrato con l'ordine di attaccare per poi decidere in extremis di fermare i raid. Si fa più chiaro il quadro delle divisioni tra i suoi più stretti collaboratori, con il falco John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale - volato intanto a Gerusalemme per un'inedita trilaterale con Israele e Russia -, che ha spinto fino all'ultimo per l'azione militare, giudicando una debolezza tirarsi indietro. Il presidente gli ha ribadito la sua fiducia, anche se gli sarebbe sfuggita una battuta: »Fosse per Bolton avremmo già aperto due, tre fronti di guerra...«.

Il segretario di Stato Mike Pompeo, invece, sarebbe stato il più attivo nel tentare di convincere il presidente che la via più efficace per piegare Teheran è quella delle sanzioni economiche. Ma ad incidere più di tutti sulla decisione finale di Trump - secondo quanto riporta il New York Times - sarebbe stato l'intervento in tv di uno dei giornalisti più ammirati e ascoltati dal tycoon, Tucker Carlson, che in quelle ore su Fox News sosteneva come un attacco all'Iran sarebbe stato »folle«, trascinando Trump in una di quelle guerre che ha sempre contestato e disintegrando ogni sua speranza di rielezione. »Immaginiamo cosa sarebbe successo se il presidente avesse avuto la televisione spenta«, commenta qualcuno sui social, ripescando la definizione della »Casa Bianca più pazza del mondo«.

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