Trump, il piano per rimuoverlo. Biden accusa: nessun presidente è un re

Trump, il piano per rimuoverlo. Biden accusa: attacco alla democrazia
di Flavio Pompetti
4 Minuti di Lettura
Venerdì 8 Gennaio 2021, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 13:58

«E’ stato il sistema giudiziario a salvare il Paese dalla furia distruttiva di Donald Trump». Joe Biden ha tessuto le lodi dei giudici che hanno respinto le 63 cause sediziose con le quali i legali del presidente hanno cercato di sovvertire l’esito del voto. Lo ha fatto con il discorso più duro finora pronunciato contro il suo predecessore, e il più incisivo in quanto alle accuse che gli muove. Gli eventi di mercoledì sono stati «un assalto contro le fondamenta della nostra essenza comunitaria, oltre alla violazione della casa comune dei cittadini», ha detto Biden. E poi: «Nessun presidente è un re. Viviamo in uno stato di diritto».

Biden: «Trump ha incitato all'assalto, non è al di sopra della legge». I dem: via dalla Casa Bianca

Trump, profilo Facebook bloccato a tempo indeterminato. Zuckerberg: «Garantire a Biden transizione pacifica e legale»

Regole certe


Nel presentare ieri il ministro per la giustizia Merrick Garland, Biden ha ricordato come il dicastero sia stato creato negli Usa a metà dell’800 per difendere i diritti dei neri oppressi dalla schiavitù e ha promesso che il ministro non sarà il suo avvocato personale, ma il difensore di tutti gli statunitensi.

La capitale intanto si interroga su un altro quesito legale: come rimuovere immediatamente Trump dalla sua carica. La speaker della Camera Nancy Pelosi a questo proposito è stata perentoria: se Mike Pence non procederà immediatamente a invocare il 25mo emendamento, lei farà partire una nuova procedura di impeachment. Il 25mo emendamento è un ipotesi estrema, mai tentata prima, almeno nella forma di un intervento di autorità e contro la volontà del presidente. Dopo l’assassinio di J.F. Kennedy i legislatori sentirono il bisogno di dotarsi di una serie di regole certe da applicare nel caso di una nuova crisi e infatti i primi tre commi riguardano il decesso del presidente o del suo vice, o la dichiarazione volontaria della incapacità di continuare ad esercitare il ruolo. Il quarto è quello che prevede invece la rimozione forzata del leader della nazione, per mano del vice presidente affiancato dalla maggioranza dell’esecutivo, o da una commissione costituita apposta dal congresso. Quest’ultima disciplina non è mai stata attuata finora, ma sarebbe l’unica in grado di risolvere la crisi istituzionale nella quale Trump ha gettato il Paese. Pence ha rotto il patto di fedeltà che lo legava a Trump. Trump è furioso per la ribellione: «Io l’ho salvato dalla morte politica, e lui ora mi pugnala alle spalle». 


Idi di marzo

 

Ma in tema di pugnalate, siamo in piene idi di marzo: il deputato repubblicano Adam Kinzinger, è stato il primo a presnetare a Pence presentargli la richiesta formale di applicare il 25mo emendamento. Il probabile, futuro leader del senato Chuck Schumer si è accodato: «Questo presidente non deve restare in carica per un solo altro giorno». Ma il ritmo delle defezioni del gabinetto al quale stiamo assistendo, potrebbe impedire il voto richiesto dalla legge da parte dei membri dell’esecutivo.L’altra ipotesi sul tappeto è quella dell’impeachment. La richiesta è stata già formalizzata dalla deputata Ilhan Omar, e firmata dal resto della “banda delle quattro”: Alexandra Cortez, Ayanna Presley e Rashida Tlayb, oltre che altri dieci democratici.


La cordata parallela

 

Una cordata parallela si sta formando anche tra i repubblicani, con il consenso di almeno 30 tra loro. Trump che è stato già sanzionato nel 2019 e poi assolto al senato per mancanza di voti, sarebbe l’unico presidente a essere sottoposto alla procedura due volte. Se condannato, anche anni dopo aver lasciato la Casa Bianca, sarebbe però escluso in futuro dalla vita politica, e quindi dalla corsa elettorale del 2024. Questo quadro deve essere ben presente nella mente del presidente uscente, se è vero, come ha anticipato ieri il New York Times, che dalla sua tana dell’ufficio ovale sta di nuovo meditando di concedersi la grazia prima che le mani della giustizia si posino sulle sue spalle. La sua statura di politico è in frantumi, e l’immagine che consegnerà alla storia sarà pietosa, ma il sogno di invulnerabilità che ha accompagnato la sua presidenza, non è ancora battuto. 

 
Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA