Tom Cruise e gli orsi polari, le isole Svalbard negano i permessi e bloccano “Mission: impossible”

La produzione dell'ottavo capitolo del film aveva previsto 40 atterraggi di elicotteri ma per le autorità locali così si metteva a rischio la fauna selvatica locale

Tom Cruise e gli orsi polari, le isole Svalbard negano i permessi e bloccano “Mission: impossible”
di Gianluca Cordella
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Lunedì 20 Marzo 2023, 18:21 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 16:46

Ha sconfitto criminali spietati e piani per sovvertire l'ordine mondiale, ma alla fine l'agente Ethan Hunt è stato sconfitto... dagli orsi polari. L'agente speciale più famoso del mondo, impersonato da Tom Cruise nei sette capitoli fin qui usciti nella sale di “Mission: impossible”, è andato a sbattere sui divieti ambientali norvegesi che hanno fatto subire un brusco stop alle riprese di “Dead Reckoning Part Two”, ottavo episodio della saga.

Questi i fatti: dopo aver girato qualche scena al largo delle coste pugliesi, la mega macchina produttiva di “Mission: impossible” sarebbe dovuta atterrare alle isole Svalbard, l'arcipelago artico a metà strada tra la Norvegia e il Polo Nord. Il piano era ambizioso per scene che sarebbero state adrenaliniche e mozzafiato. La produzione aveva previsto l'atterraggio di ben 40 elicotteri, in parte per esigenze produttive e in parte per le scene d'azione vere e proprie. Ma l'operazione era evidentemente in conflitto con le esigenze dell'arcipelago, che è area naturalistica protetta. Basta un dato significativo: tutte le isole messe insieme racimolano un pugno di case e 2700 abitanti a fronte di 3000 orsi bianchi che popolano i ghiacci che incorniciano l'area. Sì: meno persone che orsi polari.

Ma non è tutto perché in quella zona proliferano anche volpi artiche, trichechi, renne, sei specie di foche e 12 di balene. Un ecositema troppo delicato, insomma, per sopportare le turbolenze delle evoluzioni di Cruise e dell'intero carrozzone hollywoodiano.

Per questo il governatore delle Svalbard ha negato i permessi di atterraggio per disturbo della fauna selvatica. Alla base della decisione la sezione 73 dello Svalbard Environment Act, che stabilisce che il traffico sull'arcipelago non debba danneggiare o degradare l'ambiente naturale o provocare «inutili disturbi alle persone o alla fauna selvatica». La casa di produzione PolarX ha presentato ricorso contro la decisione, chiedendo all'Agenzia per l'ambiente norvegese di rovesciarla. Ma poi è successo qualcosa e il reclamo è scomparso. «Siamo stati informati che il team di produzione del film ha presentato il reclamo alla nostra agenzia - ha detto un portavoce dell'agenzia al Guardian – Ma poi la società di produzione ha detto di avere altre soluzioni e il ricorso è stato ritirato».

Forse un cambio di location o forse un ridimensionamento dei piani di ripresa, ipotesi questa avvalorata dalla presenza di Cruise per le strade di Longyearbyen, città principale dell'arcipelago. Secondo l'emittente pubblica norvegese NRK, la troupe non ha rinunciato a girare ma, invece che sulle acrobazie in volo, ha puntato sulle meno problamatiche riprese a bordo della nave PolarXplorer, attraccata a Longyearbyen.

Il dietrofront

Probabilmente la PolarX ha capito che andando avanti con il ricorso si sarebbe infilata in un labirinto senza uscita. Troppo forti le ragioni degli ambientalisti. Il capo della protezione ambientale dell'arcipelago, Kristin Heggelund, ha spiegato a NRK che in passato i permessi di sbarco erano, sì, stati concessi, ma soprattutto per documentari sulla fauna selvatica. Non per scene di azione con tanto di atterraggio di elicotteri, sicuramente più impattanti al suolo. Tuttavia c'è anche qualcuno che ha storto il naso, come l'associazione degli imprenditori locali, che ha sottolineato come ogni tanto qualche concessione per promuovere l'immagine delle Svalbard potrebbe essere fatta. Ma il ministro norvegese per l'Ambiente Aleksander Oren Heen ha tagliato corto: «In caso di conflitto tra la protezione dell'ambiente e altri interessi, l'ambiente deve avere un peso maggiore». E sulle riprese del film di Tom Cruise sono passati definitivamente i titoli di coda.

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