Testate nucleari, allarme di Usa e Gb: «La Russia ha rafforzato l'arsenale atomico e aiuta Iran e Corea del Nord in cambio di missili»

Alleati di Mosca sostenuti nello sviluppo dei programmi nucleari

Testate nucleari, allarme di Usa e Gb: «La Russia ha rafforzato l'arsenale atomico e aiuta Iran e Corea del Nord in cambio di missili»
di Mario Landi
4 Minuti di Lettura
Sabato 10 Dicembre 2022, 13:00 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 09:23

Non solo la Russia che ha aggredito l'Ucraina «sta espandendo l'arsenale nucleare», ma sta rafforzando i rapporti  in fatto di compravendita di armi con i regimi dittatoriali di Iran e Corea del Nord.  L'allarme arriva dal segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, attraverso le pagine del New York Times. Ai piloti e al personale dell'Usaf in Nebraska, ha detto che Mosca, grazie all'arricchimento di scorte di uranio, ha aggiunto nuove testate alla dotazione di esercito, marina ed aeronautica.

Ora la Russia disporrebbe di 6mila ordigni atomici pareggiando così di fatto l'arsenale degli Stati Uniti. Una parità che non si registrava dai tempi della Guerra fredda seguita da accordi che hanno portato al progressivo smantellamento soprattutto delle testate da usare con i missili Icbm.

Arsenale nucleare

Numeri comunque spaventosi e per di più risalenti a quando non erano stati sviluppati nuovi vettori quali gli inintercettabili quali i missili ipersonici, per ora prerogativa solo di Russia (e forse Cina).

 

Le due superpotenze devono - dovrebbero - restare entro i limiti (ordigni in esercizi) 800 testate per missili; 1.550 testate per aerei; 700 testate tra missili balistici intercontinentali (Icbm), missili balistici per sottomarini (Slbm) e bombardieri pesanti.

Il futuro della Terra e dei suoi otto miliardi di abitanti resta comunque sempre a rischio: le due superpotenze, va ricordato, hanno nelle loro santabarbara il 90% delle testate nucleari che basta a distruggere il pianeta almeno mille volte, calcolano gli scienziati.

C'è il dubbio - che è meglio che resti tale - di quante di quelle russe siano efficienti, ma intanto nello scenario della guerra in Ucraina appare e scompare il tema della deterrenza nucleare nel probabile intento di favorire l'arrivo a una trattativa.

Ma il tema del nucleare va oltre il confronto far Usa e Russia perché nel frattempo l'Iran, secondo il ministero della difesa britannico, è diventato uno dei principali fornitori di armi a Mosca. In cambio, così come avverrebbe con la Corea del Sud, si ipotezzano sostegni ai programmi nucleari dei rispettivi paesi.

Dietro a queste alleanze sempre più salde e preoccupanti c'è, ipotizza l'intelligence britannica, la penuria russa di missili balistici a corto raggio SS-26 Iskander capaci di trasportare una testata "tradizionale" da mezza tonnellata a 500 chilometri. Missili che servono soprattutto per continuare la distruzione delle infrastrutture civili dell'Ucraina a cominciare dalle centrali elettriche.

La deterrenza nucleare

La deterrenza nucleare della Guerra fredda era basata sia sulla vastità degli arsenali atomici sia sull'efficienza e la potenza delle batterie missilistiche intercontinentali.

A ogni modo le armi nucleari sono disponibili solo in nove paesi che si differenziano fra chi aderisce al Trattato di non proliferazione (Tnp), ovvero Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia e Cina e chi "no" ovvero India, Pakistan, Corea del Nord e Israele. Fra i paesi che hanno smantellato del tutto l'arsenale nuclere anche il Sudafrica.

Stringendo ancora di più il campo, delle circa 13mila testate censite anche dalla Federation of American Scientists, gli Stati uniti ne hanno poco meno di 6mila e la Russia circa 5.500. Molto staccate quindi Cina (350), Francia (300), Regno Unito (225), Pakistan (165), India (160), Israele (90) e Corea del Nord (da 20 a 50). Numeri, va ricordato, indicativi nonostante gli accordi internazionali che hanno puntato a ridurre la proliferazione delle armi nucleari che invece è globalmente ripartita dopo lo smantellamento epocale alla fine dello scorso millennio degli arsenali americani e russi.

A preoccupare anche le attività nello stabilimento di Yongbyon, dove la Corea del Nord arricchisce l'uranio, che procedeno a fasi alterne, ma che sarebbero ripartite insieme alla costruzioni di missili soprattutto a corta e media gittata. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA