Terra rovente: ultimi sette anni i più caldi. Effetti devastanti tra piogge, incendi e morti. Studio Onu per Cop26

La relazione del Wmo per il vertice di Glasgow: un segnale per tutti i paesi del mondo

Clima, la "febbre" della Terra. Gli ultimi sette anni i più caldi: alluvioni, incendi, morti. Studio Onu per Cop26 a Glasgow
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Domenica 31 Ottobre 2021, 19:48 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 09:14

La febbre della Terra è nelle temperature registrate negli ultimi sette anni, i più caldi di sempre da quando esistono le rilevazioni scientifiche, vale a dire dalla fine Ottocento ad oggi. Il 2021 non è passato inosservato agli studi sul riscaldamento globale: dalla Cina al Mediterraneo, dalla Germania alla California, è stato un continuo di ondate di calore e piogge eccezionali, con incendi, centinaia di morti e danni per miliardi di dollari. L'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo), organismo dell'Onu, ha scelto la conferenza sul clima di Glasgow, la Cop26, per presentare il suo rapporto annuale «State of the Global Climate 2021». E ha scelto il giorno d'apertura, per lanciare un segnale a tutti i paesi del mondo che a Glasgow devono decidere sull'aumento degli impegni di decarbonizzazione. A quelli ricchi, dove le lobby degli idrocarburi frenano sull'abbandono delle fonti fossili, e a quelli emergenti, come Cina e india, che non vogliono accelerare sul taglio delle emissioni per non rallentare lo sviluppo.

Il Wmo dell'Onu: eventi estremi la nuova normalità

Il quadro del clima nel 2021 dipinto dalla Wmo è terrificante. «Gli eventi meteorologici estremi sono la nuova normalità», spiega il segretario dell'organizzazione, Petteri Talaas. E poi aggiunge, tanto per evitare equivoci: «C'è una crescente evidenza scientifica che alcuni di questi portano l'impronta del cambiamento climatico provocato dall'uomo». Nel 2020 le concentrazioni dei gas serra hanno raggiunto nuovi record. La CO2 è arrivata a 413,2 parti per milione (ppm), il metano a 1889 parti per miliardo (ppb) e il protossido di azoto a 333,3 parti per miliardo. Sono, rispettivamente, il 149%, il 262% e il 123% dei livelli pre-industriali (1750). E non sono gas che finiscono in atmosfera naturalmente. A mandarceli, sono le attività degli esseri umani. Il risultato è che le temperature medie globali sono già aumentate di 1,09 gradi dai livelli pre-industriali.

Altri 0,41 gradi, e l'obiettivo massimo dell'Accordo di Parigi, 1,5 gradi, è mancato.

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Gli effetti diretti: nel 2021 ondate di calore, incendi, morti

Il rapporto elenca le conseguenze di tutto questo nel 2021. Ondate eccezionali di calore hanno colpito il Nord America occidentale a giugno e luglio, con temperature da 4 a 6 gradi sopra le medie, e centinaia di morti per il caldo e gli incendi. La Valle della Morte in California è arrivata a 54,4 gradi. Temperature estreme hanno colpito anche la regione del Mediterraneo. L'11 agosto in Sicilia si sono toccati i 48,8 gradi, record europeo. Kairouan in Tunisia è arrivata a 50,3. Montoro con 47,4 ha registrato il record della Spagna, Cizre con 49,1 quello della Turchia. Anche qui, gli incendi si sono propagati, con morti e danni miliardari. Poi c'è l'altro effetto del riscaldamento globale. Più calore vuol dire più evaporazione, più vapore acqueo nell'atmosfera, e quindi più eventi meteo estremi. Il 20 luglio la città cinese di Zhenzgou ha segnato il record nazionale di pioggia in 1 ora, 201,9 mm. Nel paese asiatico le alluvioni hanno provocato 302 morti e 17,7 miliardi di dollari di danni. La Germania occidentale e il Belgio hanno ricevuto da 100 a 150 mm di pioggia il 14 e 15 luglio, con più di 200 morti. L'America Latina è stata flagellata al nord dalle alluvioni, al sud dalla siccità, con gravi danni alle colture. 

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