Taiwan, Usa: «La Cina diventa sempre più aggressiva, pronti ad affrontarli. Prima o poi qualcuno si farà male»

Le parole del portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing con la stampa: «Siamo pronti ad affrontarli»

Taiwan, Usa: «La Cina diventa sempre più aggressiva, pronti ad affrontarli. Prima o poi qualcuno si farà male»
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Lunedì 5 Giugno 2023, 20:35 - Ultimo aggiornamento: 23:32

Taiwan. Cresce la tensione. «La Cina sta diventando sempre più aggressiva sfortunatamente, soprattutto nello stretto di Taiwan», ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing con la stampa. E ha aggiunto: «Siamo pronti ad affrontarli. Prima o poi qualcuno si farà male».

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Tensioni Usa-Cina su Taiwan

Taiwan «è il fulcro degli interessi fondamentali della Cina» e le sue attività separatiste «stimoleranno ulteriormente le nostre contromisure», perché la riunificazione «ci sarà».

Il ministro della Difesa cinese Li Shangfu aveva messo in guardia proprio ieri sulle priorità di Pechino continuando a non escludere di usare «la forza» per Taipei, considerata parte inalienabile della Repubblica popolare, e avvertendo che l'ipotesi di una guerra con gli Stati Uniti sarebbe «un disastro insostenibile» per tutto il mondo.

La Cina, ha osservato Li nel suo discorso allo Shangri-La Dialogue di Singapore, il primo ad un evento internazionale dalla nomina a capo del ministero avvenuta a marzo, «non esiterà» a reagire «se sarà perseguita l'indipendenza di Taiwan e salvaguarderà la sua sovranità ad ogni costo». Taiwan è la prima linea rossa delle relazioni con gli Stati Uniti, mai così in basso negli ultimi decenni, anche a rischio di incidenti come la collisione sfiorata sabato dall'azione aggressiva di una unità cinese a danno di un cacciatorpediniere Usa, in transito con una fregata canadese nello Stretto di Taiwan.

Sul mar Cinese meridionale, la Cina «non ha problemi con la libertà di navigazione e il passaggio innocente», ma le navi e gli aerei da combattimento non si stanno avvicinando per un passaggio innocente ma per «provocare, un pretesto per esercitare l'egemonia sulla navigazione», ha detto Li commentando la vicenda. Il ministro, numero quattro nella gerarchia militare cinese che ha il presidente Xi Jinping come commander-in-chief, ha accusato gli Stati Uniti e i loro alleati di aver creato il pericolo, mentre invece dovrebbero prendersi «cura del proprio spazio aereo e delle proprie acque territoriali». Il punto è che il monito di sabato della nave dell'Esercito popolare di liberazione cinese a quella Usa e a quella canadese è stato fatto in forza dell'ingresso «nel territorio cinese», in acque invece riconosciute come internazionali. Il timore è che Pechino possa aver avviato una nuova narrativa sulle acque dello Stretto di Taiwan dagli scenari poco rassicuranti.

Le preoccupazioni del Pentagono

Il Pentagono aveva già espresso preoccupazione per le mosse aggressive delle forze armate cinesi in Asia. «Restiamo preoccupati per le attività sempre più rischiose e coercitive dell'Esercito popolare di liberazione nella regione, anche degli ultimi giorni», ha replicato da Singapore il portavoce del Pentagono Pat Ryder. Mentre il ministro della Difesa australiano Richard Marles si è spinto oltre, affermando di essere «ossessionato» dal fatto che la guerra della Russia all'Ucraina sia «premonitrice della competizione a venire» nell'Indo-Pacifico: il suo intervento è maturato il giorno dopo il bilaterale avuto con Li. A Singapore, intanto, alti funzionari di una ventina delle principali agenzie di intelligence del mondo hanno tenuto una riunione segreta ai margini dello Shangri-La Dialogue. Gli Stati Uniti erano rappresentati dalla direttrice dell'Intelligence nazionale, Avril Haines. Anche la Cina era tra i Paesi presenti, nonostante le tensioni tra le due superpotenze e il bilaterale negato da Li all'omologo Usa, Lloyd Austin.

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