Taiwan e le minacce della Cina: «Prepararsi alla guerra in qualsiasi momento». E in Europa scoppia l'allarme per i chip

Le dichiarazioni del ministro della difesa cinese Wei Fenghe gettano nuova benzina sul fuoco su Taiwan e preoccupano Usa e Europa

Taiwan e le minacce della Cina: Prepararsi alla guerra in qualsiasi momento. E in Europa scoppia l'allarme per i chip
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Mercoledì 19 Ottobre 2022, 18:35

Mentre in Europa continua la guerra in Ucraina, dall'altra parte del mondo, nel Mare Cinese un altro possibile conflitto tiene con il fiato in sospeso. Le dichiarazioni del ministro della difesa cinese Wei Fenghe in occasione del XX Congresso del Pcc gettano nuova benzina sul fuoco sulla questione mai risolta tra Cina e Taiwan: le forze armate cinesi devono «rimanere altamente vigili e prepararsi alla guerra in ogni momento» ha detto. Parole che preoccupano non solo gli Stati Uniti che hanno varato un piano di aiuti militari per l'isola ribelle, ma anche l'Europa dove le conseguenze economiche di una guerra nel pacifico sarebbero pesanti: il 98% dei nostri chip viene da Taiwan. Non a caso la questione delle relazioni con Pechino sarà sul tavolo delle riunioni del Consiglio Europeo di domani e venerdì.  

Il ministro cinese: «Prepararsi alla guerra»

Le relazioni tra Cina e Taiwan sono ai minimi storici da tempo e per tutta l'estate si è andati avanti a colpi di "scrumble" dei caccia cinesi sui cieli di Taipei e mastodontiche esercitazioni militari russo-cinesi da un lato, americane e taiwanesi dall'altro. Oggi un'altra piccola scossa ha contribuito a far tremare gli equilibri già precari, con le dichiarazioni del ministro della difesa Wei Fenghe. Fenghe ha detto che la Cina dovrebbe attuare con decisione «il dispiegamento strategico effettuato al XX Congresso nazionale del Pcc, migliorare la capacità delle forze armate di vincere, rimanere altamente vigili e prepararsi alla guerra in ogni momento».  Il numero due della commissione militare cinese, Xu Qiliang ha parlato della necessità di «raggiungere gli obiettivi per il centenario dell'Esercito popolare di liberazione nel 2027 come previsto», indicando i compiti centrali della costruzione di un esercito cinese più forte nei prossimi cinque anni.

Di potenziamento dell'esercito ha parlato anche Xi, che ha annunciato che i prossimi 5 anni saranno un periodo critico per la Cina che punta a un nuovo e maggiore sviluppo.   

 

Dall'altra parte del Pacifico gli occhi sono puntati su Pechino: la Cina sta «Portando avanti i piani di annessione di Taiwan in tempi molto più rapidi» ha ammonito il segretario di Stato Usa Antony Blinken. In una dichiarazione riportata dal The Guardian, il segretario non ha dubbi: Xi «ha deciso che lo status quo non è più accettabile e vuole procedere alla riunificazione in tempi molto più rapidi. Se non riuscirà con metodi pacifici userà quelli coercitivi, eventualmente la forza per raggiungere i propri obiettivi».  

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La data chiave del 23 ottobre 

C'è una data nella storia delle relazioni tra Cina e Taiwan che va tenuta a mente: domenica 23 ottobre 2022. Quel giorno terminerà il ventesimo congresso del Partito Comunista Cinese e Xi Jinping verrà riconfermato per la terza volta segretario del Partito e comunicherà il successore del primo ministro  Li Keqiang, che si ritirerà a marzo. Serrate le fila sul piano interno con la forza del nuovo incarico, Xi avrà campo libero per rafforzare ancora la sua politica aggressiva nei confronti di Taiwan, che punta a riconquistare entro i prossimi 5 anni, anche con la forza se necessario. 

Taiwan: «Siamo pronti, l'esercito sa cosa fare»

Di fronte alla situazioen di tensione crescente il minstro della difesa di Taiwan Chiu Kuo-cheng ha affermato che l'isola è «del tutto preparata per qualsiasi invasione cinese, sia che Pechino decida di anticipare sia di ritardare una presunta linea temporale per farlo». E aggiunge:  «L'esercito sa cosa dovrà fare, se nel prossimo minuto oppure nella prossima ora, mentre si prepara alla guerra. Non starà inerte».

Nel frattempo, il portavoce del Pentagono, il generale di brigata Pat Ryder, ha dichiarato martedì che gli Stati Uniti continueranno a concentrarsi sul dissuadere la Cina dall'intraprendere un'azione militare contro Taiwan. Il vicedirettore della Central Intelligence Agency (Cia) David Cohen aveva detto a settembre che il presidente Xi Jinping aveva ordinato alle forze armate cinesi di avere la capacità di prendere il controllo di Taiwan con la forza entro il 2027, anno del centenario delle loro fondazione.  

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L'Europa: evitare che Taiwan diventi la nuova Ucraina 

In Europa si guarda con preoccupazione alla situazione nel pacifico, anche per le conseguenze economiche che le ostilità avrebbero nelle 27 economie già fortemente provate dalla guerra in Ucraina. Gli Usa annunciano il rischio di una crisi economica globale in caso di scoppio di una guerra tra Cina e Taiwan. L'unione europea valuterà la situazione nelle prossime riunioni del Consiglio Europeo:  «L'Ue in quel caso non potrebbe stare a a guardare e le conseguenze sarebbero pesanti: basta pensare che il 98% dei nostri chip viene da Taiwan», spiega un alto funzionario che conosce il dossier. I Paesi Ue dovrebbero dunque lavorare per ridurre da subito «le dipendenze nei settori critici». 

La discussione, affermano gli insiders, non dovrebbe produrre cambiamenti "formali" nella posizione dell'Ue verso la Cina: «Non è il momento di aggiornare la posizione raggiunta nel 2019 ma, allo stesso tempo, vanno presi in considerazione gli sviluppi avvenuti nell'ultimo periodo», spiega la fonte. La strategia corrente individua Pechino come «partner, competitor e rivale sistemico».

Il servizio esterno dell'Unione, l'Eeas, ha però stilato un documento in cui evidenzia i rischi correnti ed è stato sottoposto all'attenzione dei ministri degli Esteri nel corso dell'ultimo consiglio in Lussemburgo. «L'obiettivo - spiega un funzionario - è quello di evitare gli errori passati, ad esempio con la Russia, e incoraggiare i Paesi membri a costruire coalizioni con Paesi amici dell'area indopacifica».  

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