Svezia, le paure dei socialdemocratici (al potere) sull'ingresso nella Nato. Perché il 15 maggio è la data chiave

Svezia, le paure dei socialdemocratici (al potere) sull'ingresso nella Nato. Perché il 15 maggio è la data chiave
di Francesco Malfetano
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Lunedì 9 Maggio 2022, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 16:11

Un'opposizione lunga decenni potrebbe presto crollare e il merito sarebbe tutto di Vladimir Putin e della sua folle guerra di aggressione scatenata in Ucraina. La Svezia infatti, il 15 maggio deciderà se entrare a far parte della Nato oppure no. Entro domenica il partito socialdemocratico svedese - al termine di una lunga serie di confronti interni - come ha spiegato il suo leader Tobias Baudin «deciderà sulla posizione da prendere in merito». Secondo la stampa locale però, la linea sarebbe già segnata: «quasi sicuramente» la scelta ricadrà sull'abbandonare la storica opposizione del partito all'ingresso nella Nato e la sostanziale neutralità nello scacchiere internazionale. In altri termini la Svezia entrerà a far parte degli Alleati.

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E lo farebbe anche piuttosto presto perché la domanda formale di adesione sarebbe presentata al vertice Nato di giugno a Madrid.

Una situazione del tutto analoga a quella che sta affrontando pochi chilometri più in là nella penisola scandinava anche il governo finlandese guidato da Sanna Marin. In entrambi i Paesi il dibattito è in corso al pari della ricerca di sponde internazionali per avvalorare la candidatura (la scorsa settimana la prima ministra svedese Magdalena Andersson avrebbe chiuso un'intesa con cancelliere tedesco Olaf Scholz), ma si cerca di limitare al minimo le uscite pubbliche. L'idea è quella di evitare l'apertura di una finestra di dialogo in cui Putin possa inserirsi per avanzare qualche controfferta o provare a frenare l'iter. 

IL FRONTE INTERNO


In pratica si tratta di una partita delicatissima in cui influenzare l'opinione pubblica, potrebbe portare rapidamente ad un esito opposto rispetto a quello preventivato. Basti pensare che a ancora a gennaio, prima dell'invasione russa dell'Ucraina, la stragrande maggioranza dei cittadini svedesi era contraria all'ingresso del Paese nell'Alleanza. Tant'è che anche i socialdemocratici di centrosinistra oggi al potere, un tempo avrebbero derubricato come una follia la faccenda. Il partito, che ha una storia centenaria al governo, non solo è sempre stato contrario ma ha reso il punto una questione identitaria opponendosi a tutte le altre formazioni politiche - dai moderati ai partiti di centrodestra - invece disponibili a valutarla. Si tratta cioè di una svolta storica che, chiaramente, rischia di avere un peso significativo in termini elettorali. Anzi si teme che il partito possa spaccarsi tra coloro che preferirebbero, per corsì dire, avere le spalle coperte dalla Nato in caso di una ulteriore escalation bellica e chi invece, vorrebbe tenersene fuori per evitare che la credibilità del Paese possa essere danneggiata da alcune posizioni ondivaghe prese dall'Alleanza (il Financial Times ad esempio, cita il disarmo nucleare o la pace in paesi come lo Yemen). 

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