Le forze armate in Sudan hanno accettato una tregua di 3 giorni a partire da stasera per permettere ai cittadini di celebrare l'Eid El Fitrm, che segna la fine del Ramadan, e facilitare i servizi umanitari. L'annuncio arriva dopo ore che i paramilitari avevano avanzato la proposta di un cessate il fuoco per 72 ore. L'annuncio delle forze armate arriva sulla sua pagina Facebook. «I militari si aspettano che i ribelli rispettino tutti i requisiti della tregua e che interrompano qualsiasi movimento militare che la comprometta», si legge su Fb.
Il piano di evacuazione dell'Unione Europea
L'Ue sta lavorando per coordinare una possibile evacuazione di cittadini europei in Sudan, dove da quasi una settimana infuriano pesanti combattimenti tra l'esercito regolare e le Forze paramilitari di sostegno rapido (Rsf).
Cittadino americano ucciso
Un cittadino americano è rimasto ucciso negli scontri in Sudan. Lo ha annunciato il dipartimento di Stato Usa precisando di essere in contatto con la famiglia. Al momento non si hanno altre informazioni se non che l'uomo non lavorava per l'ambasciata degli Stati Uniti a Khartum. «Continuiamo a rimanere in stretto contatto con la nostra sede diplomatica e il nostro personale». «Ci stiamo preparando ad evacuare l'ambasciata in Sudan se necessario, ma non siamo ancora arrivati a quel punto». Lo ha detto il portavoce della sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti.
Croce rossa chiede la tregua
Il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) ha oggi lanciato un appello per una pausa nei combattimenti in Sudan necessaria per assistere i civili: «Imploriamo le parti a concedere al Cicr un accesso umanitario immediato e senza ostacoli per assistere i civili sudanesi bisognosi. Questo non è facoltativo: è un obbligo legale ai sensi del diritto umanitario internazionale», ha detto la presidente del Cicr Mirjana Spoljaric, in una dichiarazione resa nota a Ginevra.
La richiesta della Spagna e della Germania
Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, e l'omologo spagnolo, José Manuel Albares, hanno chiesto alle forze militari in Sudan un immediato «cessate il fuoco» e l'inizio dei colloqui che possano porre fine alle ostilità e «consentire alla popolazione di ricevere l'assistenza urgentemente necessaria».