LA TENSIONE

Sudan, evacuata l’ambasciata italiana a Khartoum. Meloni: «Non lasciamo indietro nessuno»

L'appello del Papa: stop alla violenza

Sudan, evacuata l'ambasciata americana: la rete internet è al collasso

Atterrato a Berlino areo con a bordo 311 persone evacuate dal Sudan

Alle 6.15 di stamattina è atterrato a Berlino il primo aereo militare tedesco con a bordo 101 persone evacuate dal Sudan. Le forze armate della Germania hanno finora evacuato un totale di 311 persone. Un secondo e un terzo velivolo militare sono nel frattempo arrivati dal Sudan in uno scalo intermedio in Giordania e si dirigeranno poi in Germania. Lo comunicano il ministero tedesco degli Esteri e la stessa Bundeswehr. Le operazioni di trasporto di cittadini tedeschi, delle loro famiglie e di cittadini di Paesi partner sono previste «fino a quando la situazione della sicurezza lo consentirà», scrive il ministero.

Khartoum: "Chiusi 7 ospedali su 10 nelle aree di guerra"

Il 69% degli ospedali che si trovano nelle aree di conflitto in Sudan hanno sospeso i servizio e dei 79 nosocomi di base della capitale Khartoum e degli Stati federali coinvolti 55 non funzionano. Lo segnala il sindacato medico «Ccsd» sulla propria pagina Facebook. I 24 ospedali di queste aree ancora «completamente o parzialmente operativi» (alcuni forniscono solo servizi di primo soccorso) sono però «minacciati di chiusura a causa della mancanza di personale medico, forniture mediche, acqua ed elettricità», avverte il Ccsd segnalando che negli scontri fra esercito e paramilitari in corso da dieci giorni «sei ambulanze sono state attaccate» e «ad altre non è stato permesso di passare per trasportare i pazienti e prestare soccorso».

Conclusa la prima fase di evacuazione di italiani dal Sudan

«Si è appena conclusa la prima fase dell'evacuazione di cittadini italiani dal Sudan, colpito in questi giorni da un violento conflitto armato. Grazie a un'operazione coordinata dall'Unità di Crisi del Ministero degli Esteri, con assetti della Difesa e il supporto dell'intelligence, sono stati messi in sicurezza oltre 100 connazionali, fra cui il personale diplomatico. Con il volo di un C130 dell'Aeronautica militare e un secondo volo di un AM400 spagnolo sono stati trasferiti a Gibuti 105 cittadini italiani e 31 stranieri, fra cui cittadini portoghesi, australiani, greci, britannici, svedesi». È quanto si legge in una nota della Farnesina. «Sin dalle prime notizie degli scontri, il 15 aprile -ricorda il ministero degli Esteri- la Farnesina aveva attivato uno stretto coordinamento con la presidenza del Consiglio, il ministero della Difesa e le Agenzie di sicurezza per monitorare le situazione e valutare le opzioni a tutela dei cittadini italiani, che sono stati contattati individualmente dall'Unità di Crisi per verificare le loro condizioni. Alle prime ore di domenica 23 aprile, i connazionali sono stati fatti convergere presso la residenza dell'Ambasciatore d'Italia, Michele Tommasi. Questi ha coordinato l'organizzazione del convoglio che ha raggiunto l'aeroporto di Wadi Seyydna, situato a circa 30 km a Nord della capitale sudanese, unica via di uscita aerea essendo lo scalo internazionale di Khartoum inagibile perché danneggiato dai combattimenti». «In raccordo con altri Paesi europei e alleati, un ponte aereo internazionale ha permesso di raggiungere la base militare di Gibuti, dove i connazionali saranno ospitati. Il rimpatrio avrà luogo lunedì sera con volo dell'Aeronautica Militare. Il ministro Tajani ha seguito direttamente la pianificazione e l'operazione di evacuazione in stretto contatto con il presidente del Consiglio e il ministro della Difesa», conclude la nota.

Evacuati anche ambasciatore e militari italiani

Tutti gli italiani sono partiti dal Sudan: è decollato l'ultimo aereo da Khartum con l'ambasciatore e il personale militare che in nottata atterrerà a Gibuti terminando l'operazione di evacuazione. È quanto si apprende da fonti della Difesa, secondo cui con molta probabilità domani sera tutti coloro che lo richiederanno atterreranno a Roma con un volo dedicato da Gibuti.

Meloni: «L'Italia non lascia nessuno indietro»

«Dopo una giornata di trepidante attesa, tutti i nostri connazionali in Sudan che hanno chiesto di partire sono stati evacuati. Con loro ci sono anche cittadini stranieri. L'Italia non lascia nessuno indietro. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questa operazione così difficile, in piena zona di combattimento, il mio plauso va al ministro degli Esteri Antonio Tajani e all'Unità di crisi della Farnesina, al ministro della Difesa Guido Crosetto, al Sottosegretario Alfredo Mantovano, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, al comandante del Covi, il generale Francesco Paolo Figliuolo, al nostro ambasciatore in Sudan, Michele Tommasi, ai Servizi di Sicurezza. Voglio rinnovare anche in questa occasione il mio appello alla fine della guerra, all'apertura di un negoziato che conduca a un governo a trazione civile, il Sudan ha bisogno di pace». Lo dichiara la premier Giorgia Meloni.

 

 

 

Tajani: «tutti gli italiani sono in salvo»

«Tutti gli italiani che hanno chiesto di partire dal Sudan sono in salvo ed in volo verso Gibuti. Sono orgoglioso del gioco di squadra che ha portato al successo di questa delicata e complessa operazione di evacuazione. Ringrazio i militari, l'intelligence e la diplomazia italiani». Lo ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

 

Aereo partito da Khartoum con gli italiani evacuati

Un C-130 italiano è ripartito da Khartoum alla volta di Gibuti con la maggior parte degli italiani evacuati dal Sudan e alcuni cittadini stranieri. Lo apprende l'ANSA da fonti informate. Rimane un piccolo gruppo ancora in aeroporto per un secondo aereo italiano o europeo.

 

 

Tajani: «Contiamo che i connazionali siano in Italia domani»

«Stiamo evacuando tutti i cittadini italiani che hanno chiesto di lasciare il Sudan, e questo grazie alla collaborazione tra il ministero degli Esteri, della Difesa e l'intelligence, e anche grazie ai colloqui che abbiamo avuto con i leader delle due fazioni contrapposte. Il presidente del consiglio è costantemente informato e contiamo, se le cose andranno per il verso giusto, di avere i nostri connazionali domani in Italia». Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un aggiornamento al Tg1 e al Tg2 sulla situazione in Sudan.

Evacuati tutti gli italiani dall'ambasciata a Khartoum

«Domenica sera, le Forze di supporto rapido hanno effettuato con successo un'evacuazione di cittadini italiani». L'operazione è partita «dalla residenza dell'ambasciatore a Khartoum 2» e «comprendeva, oltre al personale dell'ambasciata», anche «41 cittadini italiani, a bordo di 6 automezzi e un autobus»: lo scrivono su Twitter i paramilitari delle Rsf citando il proprio portavoce.

Borrell sente Burhan e Dagalo: "Subito cessate il fuoco"

«Ho parlato con entrambi i generali Abdel Fattah al-Burhan e Mohamed Hamdan Dagalo sollecitando un cessate il fuoco immediato. Ho inoltre insistito sulla necessità di proteggere i civili e di garantire l'evacuazione sicura dei cittadini dell'Ue». Lo scrive in un tweet l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Josep Borrell.

Avviata l'evacuazione degli italiani

«La Difesa è in costante contatto con la Presidenza del Consiglio, la Farnesina e l'Autorità delegata, rendendo disponibile ogni assetto utile a mettere in sicurezza, e poi portare in salvo, tutti i nostri connazionali presenti in Sudan».

Così il Ministro della Difesa Guido Crosetto, che segue costantemente tutte le operazioni, e che ha aggiunto: «La Difesa monitora, in costante coordinamento con gli altri organi dello Stato e i partner internazionali, la preoccupante situazione in essere a Khartum che cambia in continuazione». «Le attività di evacuazione dei nostri connazionali sono coordinate dal comando operativo di vertice interforze - si legge - Sono già decollati due C130 dell'aeronautica militare alle 13,55 ora italiana da Gibuti alla volta di Khartum con a bordo personale delle forze speciali dell'Esercito Italiano e dei Carabinieri. La sicurezza degli aeroporti è assicurata dai fucilieri dell'aria dell'aeronautica militare».

Il nono reggimento paracadutisti Col Moschin Esercito, Gis carabinieri e Goi del Comsubin Marina sono le forze speciali che stanno garantendo le operazioni di evacuazione degli italiani a Khartum.

Decollati due C-130 italiani

La Difesa ha avviato l'operazione di evacuazione degli italiani in Sudan. «Le attività di evacuazione dei nostri connazionali sono coordinate dal comando operativo di vertice interforze. Sono già decollati due C-130 dell'aeronautica militare alle 13.55 ora italiana da Gibuti alla volta di Khartum con a bordo personale delle forze speciali dell'Esercito italiano e dei Carabinieri. La sicurezza degli aeroporti è assicurata dai fucilieri dell'aria dell'aeronautica militare», ha spiegato il ministro della Difesa Guido Crosetto.

L'appello del Papa: stop alla violenza

«Rimane purtroppo grave la situazione in Sudan. Perciò rinnovo il mio appello affinché cessi al più presto la violenza e sia ripresa la strada del dialogo. Invito tutti a pregare per i nostri fratelli e sorelle sudanesi». Lo ha detto il Papa al Regina Coeli.

Anche la Gran Bretagna evacua lo staff dell'ambasciata

Il ministro britannico degli Esteri, James Cleverly, ha annunciato in un tweet che il Regno Unito ha evacuato lo staff della sua ambasciata in Sudan

Unhcr: 20mila persone in fuga dal Sudan

«Il Ciad orientale ospita già oltre 400mila rifugiati dal Sudan e i nuovi arrivi stanno mettendo ulteriormente a dura prova i servizi e le risorse pubbliche del Paese, già sollecitate oltre misura». Questo l'allarme lanciato dall'Unhcr, l'alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, secondo cui ci sono «milioni di persone in fuga nella regione» del Sudan. Negli ultimi giorni - secondo le stime dell'Unhcr - sarebbero tra le 10mila e le 20mila persone in fuga dal conflitto nella regione sudanese del Darfur per cercare rifugio nel vicino Ciad».

Le Ong: con la crisi in Sudan aumenteranno le partenze dei profughi

«Con la crisi in Sudan aumenteranno le partenze dei profughi». E' questo l'allarme lanciato dalle Ong Mediterranea e Sos Mediterranée alla luce della crisi in atto nel paese africano. «Quello che sta accadendo aggrava una situazione di grande sofferenza per la popolazione civile e chiaramente spingerà le persone a spostarsi dal Paese», spiegano dalla ong Mediterranea. «A prescindere da dove vengono i profughi siamo pronti a salvarli», dicono da Sos Mediterranée.

Il Belgio e i Paesi Bassi, avvio evacuazione dei loro cittadini dal Sudan

Il Belgio e i Paesi Bassi hanno annunciato l'avvio delle operazioni dei loro cittadini dal Sudan. Lo annunciano i rispettivi ministri degli Esteri, Hadja Lahbib e Wopke Hoekstra, riferendo di aver mobilitato «tutti i servizi» per cercare di «portare in salvo il maggior numero possibile» di cittadini «il più rapidamente possibile». Le operazioni, aggiunge la ministra belga, avvengono «in collaborazione con la Francia».

Un cittadino francese è rimasto ferito in un attacco contro il convoglio diplomatico

Un cittadino francese è rimasto ferito in un attacco contro il convoglio diplomatico nel quale si trovava durante l'evacuazione dal Sudan. Lo ha riferito un portavoce delle Forze armate sudanesi, che ha accusato i paramilitari delle Forze di sostegno rapido (Rsf) di aver «attaccato il convoglio dell'ambasciata francese con colpi d'arma da fuoco», che sarebbe stato costretto a rientrare nella sede a Khartoum.

Tutti gli aeroporti in Sudan sono sotto controllo militare

Il capo delle Forze armate sudanesi, Abdel Fattah al-Burhan, ha ribadito che «tutti gli aeroporti in Sudan sono sotto controllo militare, ad eccezione» degli scali «di Khartoum e Nyala, e continuerò a difendere l'unità del Paese»: lo scrive su Twitter l'emittente al-Hadath diffondendo un audio con dichiarazioni di al-Burhan che ricalcano altre fatte ieri circa il suo controllo quasi totale degli scali aerei sudanesi.

Ferito un uomo dell'ambasciata egiziana

«Un componente dell'ambasciata» egiziana a Khartoum è stato «raggiunto da un colpo di arma da fuoco»: lo rende noto un comunicato del Ministero degli Esteri egiziano senza fornire altre indicazioni ma lasciando intendere che il diplomatico è rimasto solo ferito e che il ferimento è avvenuto nella capitale sudanese. L'Egitto, confinante col Sudan, sostiene l'esercito sudanese ed è uno dei Paesi sotto osservazione per il rischio di un suo coinvolgimento nel conflitto.

Italiani via dalle 12 di oggi

«Cari connazionali, con il nostro Ministero della Difesa stiamo lavorando ad una finestra di opportunità per lasciare Khartoum via aerea, che potrebbe avere luogo nella giornata di oggi, domenica 23 aprile. Il punto di raccolta sarà entro le ore 12.00 presso la residenza dell'Ambasciatore d'Italia»: secondo quanto si è appreso a Khartoum, è questo il testo di un messaggio inviato dall'Unità di crisi della Farnesina agli italiani intrappolati nella capitale sudanese dai combattimenti fra esercito e paramilitari.

La Francia ha avviato una «operazione di evacuazione rapida» dei connazionali

Anche la Francia ha avviato una «operazione di evacuazione rapida» dei connazionali e del personale diplomatico in Sudan, ha reso noto oggi il ministro degli Esteri aggiungendo che sono coinvolti nell'operazione anche cittadini europei e di «Paesi partner alleati». Le parti coinvolte nel conflitto avrebbero garantito di sicurezza necessarie per lo svolgimento dell'operazione, spiega una fonte citata da Bfmtv.

La rete internet "è al collasso"

«I dati di rete in tempo reale mostrano un collasso quasi totale della connettività Internet in Sudan con la connettività nazionale ora al 2% dei livelli ordinari». Lo riferisce NetBlochs, Osservatorio di monitoraggio della sicurezza informatica e della governance digitale.

Usa, completato l'evacuazione del personale della loro ambasciata in Sudan

Gli Stati Uniti hanno completato l'evacuazione del personale della loro ambasciata in Sudan. Lo riportano i media americani citando alcune fonti, secondo le quale anche le famiglie del personale dell'ambasciata sono state evacuate. L'evacuazione è stata condotta tramite un aereo militare americano, ma non è ancora chiaro dove il personale dell'ambasciata sia diretto. Con l' evacuazione, l'ambasciata americana in Sudan è, almeno temporaneamente, chiusa. 

 

Gli Stati Uniti hanno completato l'evacuazione del personale della loro ambasciata in Sudan. Lo riportano i media americani citando alcune fonti, secondo le quale anche le famiglie del personale dell'ambasciata sono state evacuate.

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