Il Sudafrica oscura il sole: piano contro la siccità, “nuvole” di gas riflettenti per ridurre l’effetto serra

Il Sudafrica oscura il sole: piano contro la siccità, “nuvole” di gas riflettenti per ridurre l’effetto serra
di Francesca Pierantozzi
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Venerdì 27 Novembre 2020, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 22:40

A Città del Capo lo chiamano il Day Zero, ovvero il punto di non ritorno, il momento in cui la città non avrà più acqua. La metropoli sudafricana potrebbe essere la prima grande città al mondo a trovarsi senza risorse idriche. C'era andata vicino nel 2018: nell'aprile di quell'anno il Day Zero sembrava dovesse arrivare di settimana in settimana, poi il razionamento e piogge provvidenziali avevano scongiurato la siccità dell'apocalisse. «L'apocalisse è solo ritardata - correggono oggi gli esperti - se non faremo niente contro il riscaldamento climatico, la siccità tornerà, e nessuno potrà evitare il Day Zero. E siccome i tentativi del pianeta di limitare a meno di 2 gradi il riscaldamento medio globale sembrano ancora solo buoni propositi, i ricercatori dell'Università di Città del Capo, in collaborazione con l'Università norvegese di Scienza e Tecnologia e il Centro Nazionale americano per la Ricerca Atmosferica hanno pubblicato uno studio che rispolvera un piano di raffreddamento finora catalogato come una speculazione da fantascienza: iniettare nella stratosfera particelle di gas riflettenti e oscuranti in grado di attenuare i raggi del sole.

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IL PROGETTO
L'idea circola da tempo, Bill Gates aveva anche finanziato un progetto negli Usa, ma questa volta gli studiosi assicurano che il piano dettagliato nella rivista Environmental Research Letters e citato dal quotidiano sudafricano Mail and Guardian è pronto e funziona.

Soltanto che potrebbe rivelarsi rischioso, se non per gli abitanti di Città del Capo, per il resto del globo. Cosa fare è precisamente spiegato dagli esperti, quasi tutti geo-ingegneri: si tratterebbe di iniettare, grazie a dei grossi palloni stratosferici, milioni di tonnellate di anidride solforosa a circa 25 chilometri di altitudine, in modo da formare delle nuvole in grado di riflettere i raggi del sole.

Il piano s'ispira d'altra parte direttamente alla natura, puntando a riprodurre gli effetti di un'eruzione vulcanica. Basta ricordare che il risveglio del Pinatubo, nelle Filippine, nel 1991, provocò uno strato di acido solforico nella stratosfera talmente oscurante da produrre una diminuzione di mezzo grado della temperatura globale. La nebulizzazione della stratosfera tramite mongolfiere spaziali consentirebbe di limitare a meno di un grado e mezzo il riscaldamento, un obiettivo da far sognare i climatologi e gli ecologisti di tutto il mondo. Protetta dalla sua nuvola riflettente Città del Capo vedrebbe ridotto del 90 per cento il rischio che si verifichi il Day Zero entro il 2100. Peccato che però ben altre catastrofi potrebbero verificarsi manomettendo la fetta di stratosfera sopra la città. «Se questo tipo di ingegneria geo-solare consente di contrastare il cambiamento climatico in diverse regioni del mondo ha commentato Anthony Jones, dell'Agenzia meteorologica britannica È impossibile stabilizzare il clima dovunque e in modo costante».
GLI SCIENZIATI
Scienziati che hanno in passato lavorato su questa idea, avevano già messo in guardia «dai rischi che possono provocare queste interferenze sul sistema climatico globale».

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«Una volta liberati nella stratosfera, gli aerosol ci resteranno almeno per un anno, e nessuno potrà più controllarli né controllarne gli effetti» ha avvertito Olivier Boucher, del laboratorio di Meteorologia Dinamica del Cnrs francese. Se l'uomo non può controllare il sole (non dispiaccia agli sceneggiatori del fantascientifico Sunshine, di Danny Boyle) qualche difficoltà ha ancora anche a controllare l'atmosfera, senza contare i propri popoli. Filtrare i raggi solari può provocare effetti inattesi in zone diverse: qui un aumento delle precipitazioni, qui un cambiamento delle correnti, là delle tempeste anomale. «I sistemi di gestione delle radiazioni solari possono alterare il sistema climatico creando vincitori e vinti in base ai diversi livelli di diffusione e di effetti ammettono gli scienziati nel loro rapporto su Città del Capo E questo potrebbe diventare una fonte di enorme conflitto fra le nazioni». Per questo, concludono, «il piano non può essere considerato un'alternativa alla limitazione dei gas a effetto serra, che resta il mezzo principale per ridurre il riscaldamento del pianeta».

 

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