Andreas V., disoccupato, si era trasferito nel campeggio 30 anni fa. La procura sostiene che le violenze, cominciate nel 2008, sono andate avanti fino al dicembre scorso, per un totale di oltre mille stupri su almeno 23 bambini tra i 4 e i 13 anni. Tra le vittime anche la figlia adottiva di Andreas, che all'epoca aveva sette anni e che l'uomo utilizzava anche per attirare altri bimbi e far sì che stessero accanto a lui sentendosi al sicuro e senza destare sospetti. Certo, qualcuno doveva comunque aver fiutato qualcosa, visto che Andreas era noto tra i residenti come una persona "eccessivamente amichevole con i bambini". Non passava inosservato, ad esempio, il fatto che spesso portasse i ragazzini in gite che lui stesso organizzava: nessuno, però, poteva sospettare l'orrore che si nascondeva dietro i suoi atteggiamenti.
Nel 2016, però, una denuncia avrebbe dovuto far scattare l'allarme: un uomo si presentò alla Child Protection Association e alla polizia per dire che le sue due figlie avevano subito "attenzioni particolari" da parte di Andreas, ma gli fu detto di stare attento a non lanciare accuse infamanti perché avrebbe rischiato di essere denunciato per calunnia. Allo stesso modo caddero nel vuoto anche le testimonianze di due persone che avevano parlato di abusi sessuali su un bambino. La procura ha ora aperto un'inchiesta sull'operato della polizia in questi anni: in molti potrebbero pentirsi di non aver dato peso a quelle denunce.
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