Soldati italiani, timore per la minaccia Hezbollah: oggi il summit della Nato

Minaccia Hezbollah, timore per i soldati italiani: oggi il summit della Nato
di Valentina Errante
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Lunedì 6 Gennaio 2020, 10:19

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha convocato per questo pomeriggio a Bruxelles una riunione del Consiglio nord Atlantico sulla crisi in Medio Oriente. L'addestramento delle truppe irachene da parte delle forze militari presenti in Iraq, nell'ambito del programma Nato per combattere l'Isis, è attualmente sospeso, ma la missione, al momento, non sembra destinata a essere interrotta, nonostante il parlamento iracheno abbia votato l'espulsione delle truppe Usa.

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LE CONSEGUENZE
La decisione, per diventare esecutiva, dovrebbe essere varata dal governo. Si attendono gli sviluppi. E anche in Italia, la preoccupazione e l'allarme per la crisi, non hanno conseguenze immediate: il voto sulle missioni all'estero sarà calendarizzato nei prossimi giorni. E, nonostante il clima rovente nell'area mediorientale, tutti i programmi saranno rifinanziati, anche quelli nelle zone più calde: oltre all'Iraq, il Libano, dove la missione Unifil, a guida italiana, vede impegnati 1.250 uomini del nostro contingente, come forza di interposizione con Israele e dove Hezbollah annuncia una «nuova fase per il Medio Oriente», dopo l'omicidio di Qasem Soleimani.

E mentre il premier Giuseppe Conte cerca di coinvolgere gli altri paesi Ue in un'azione diplomatica, i ministri della Difesa, Lorenzo Guerini, e degli Esteri Luigi Di Maio, puntualizzano che il drone Usa non è partito dalla base siciliana di Sigonella.

La «nuova fase» per il Medio Oriente, secondo Hassan Nasrallah, capo del movimento sciita libanese Hezbollah, stretto alleato di Teheran è cominciata con la morte di Soleimani. «Oggi commemoriamo e onoriamo un grande leader islamico. La sua uccisione segna una nuova fase e una nuova data non solo per l'Iraq o l'Iran, ma per l'intera regione», ha affermato Nasrallah nel corso di un raduno nella zona meridionale di Beirut, al quale è intervenuto in video collegamento. L'uccisione di Soleimani, ha detto ancora Nasrallah, è un «chiaro ed evidente crimine» ed è una questione che riguarda non solo l'Iran, ma «tutti i gruppi di resistenza nella regione, in Siria, Libano e Yemen. Così in Libano, dove la missione Onu non vede militari americani insieme ai nostri uomini al confine con Israele il clima è già rovente.

LA DIPLOMAZIA
Intanto il premier Giuseppe Conte ieri ha parlato al telefono con il presidente dell'Iraq Barham Salih e continua a premere sull'Europa affinché abbia un ruolo più propositivo. Sono due gli aspetti che preoccupano il governo. La preoccupazione per i nostri militari di stanza in Libano e Iraq e l'aspetto geopolitico. La crisi tra Usa e Iran si inserisce in un quadro incandescente in tutto il Medio Oriente e in particolare in Libia dove la posizione di chi, come l'Italia, conta sulla soluzione politica al momento appare in seria difficoltà. Ma per Conte la linea non cambia. Il premier fa appello «alla moderazione, al dialogo, al senso di responsabilità delle parti», sottolineano a Palazzo Chigi.

Né l'Usa né l'Iran vengono citati, a testimonianza della prudenza con cui si muove il governo. Ma su un punto Conte chiede una forte accelerazione: che si muova l'Europa. «Nella prospettiva di un dialogo» l'Ue può giocare un ruolo fondamentale e offrire un contributo determinante», è la convinzione del presidente del Consiglio. Una telefonata tra Conte e la cancelleria Angela Merkel potrebbe avvenire già domani. Da lì a breve seguiranno altri contatti con i partner internazionali di Roma. L'asse con la Germania non è nuovo, per il presidente del Consiglio. È un asse utile anche nel tentativo di limitare le sortite in avanti della Francia, per esempio sul dossier libico. Del resto, sulla politica estera, la linea tra il premier e il leader del M5S coincide. «In quella regione la nostra priorità è e resta la lotta al sedicente Stato Islamico», ha commentato Luigi Di Maio, unendosi all'appello alla descalation dell'alto rappresentante Ue Josep Borrell. La crisi Usa-Iran, inoltre, rischia di minare i rapporti, finora stretti, tra Conte e Donald Trump.

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