Sanzioni a Putin e Lavrov, congelati i beni in Europa e Gb. Rinviato lo stop allo Swift

La sospensione del sistema dei pagamenti solo dopo uno studio sull’effetto boomerang

Sanzioni a Putin e Lavrov, congelati i beni in Europa e Gb. Rinviato lo stop allo Swift
di Gabriele Rosana
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Sabato 26 Febbraio 2022, 00:54 - Ultimo aggiornamento: 11:41

Le bombe su Kiev accelerano il lavoro sulle sanzioni che ora colpiscono pure Vladimir Putin e il ministro degli Esteri Sergey Lavrov, congelandone gli asset nell’Ue (e in Gran Bretagna) che ammonterebbero a miliardi di euro. E in Europa si ragiona pure sulla fase tre: poche ore dopo l’adozione del secondo pacchetto di misure restrittive, mentre varie capitali vanno in pressing su Bruxelles, la Commissione promette uno studio di fattibilità sulla sospensione della Russia da Swift, il sistema internazionale dei pagamenti che collega 11mila banche in tutto il pianeta. Una mossa, sollecitata dal premier ucraino Zelensky, che equivarrebbe a tagliare fuori Mosca dalle transazioni mondiali, rendendo di fatto impossibile il pagamento di gas e petrolio in arrivo dalla Russia e innescando un più che probabile stop alle forniture. 

IL RICHIAMO

A sera, intervenendo al termine dell’Ecofin informale di Parigi, ha espresso più di un dubbio sull’efficacia della sanzione il ministro dell’Economia Daniele Franco: «La preoccupazione di alcuni Paesi, tra cui l’Italia, è la possibilità di continuare a pagare il gas naturale russo». La frenata del ministro Franco è netta: «Se una sanzione dovesse interrompere la possibilità di pagare», «il venir meno istantaneo di questo tipo di forniture potrebbe essere un problema». Le parole del titolare del Mef entrano però in contraddizione con le dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio, riferite pochi minuti prima dal capo della diplomazia ucraina Dmytro Kuleba: «Ho ricevuto garanzie che l’Italia sosterrà la misura», aveva twittato il ministro di Kiev.
A provare a fare chiarezza provvede Palazzo Chigi che in una nota precisa come «non sia stata chiesta alcuna eccezione» sulla sanzione.

Linea ribadita di nuovo, a Bruxelles, dallo stesso Di Maio secondo il quale l’Italia «non pone veti, ha sempre votato in maniera compatta con gli altri membri Ue le proposte della Commissione e continuerà a farlo».

Ma i problemi restano. Tanto è vero che gli effetti della misura saranno oggetto di ulteriori approfondimenti, ma l’Italia non è l’unico Paese a riflettere sul tema fra i Ventisette (del resto l’intera Ue dipende per il 40% del suo fabbisogno dal gas russo). Nella serata di ieri anche la Germania si è detta pronta a valutare l’ipotesi che viene molto spinta dalla Francia e dal ministro Bruno Le Maire. Mentre il presidente del Consiglio europeo parla della preparazione «con urgenza di un ulteriore pacchetto» di restrizioni, l’Alto rappresentante Josep Borrell getta acqua sul fuoco: «Sull’esclusione da Swift il lavoro non è ancora maturo, ma nessuna misura è esclusa. Se andranno prese altre sanzioni lo faremo. Un terzo pacchetto, però, non arriverà nelle prossime ore o nei prossimi giorni». Ecco che, in questa finestra temporale, si inserisce il ruolo di mediazione della Commissione. A spiegarlo, a margine dell’Ecofin, è il commissario all’Economia Paolo Gentiloni: «Nei prossimi giorni la Commissione e la Banca centrale europea valuteranno i meccanismi possibili per aggiungere Swift alle sanzioni, con il solo obiettivo di colpire Putin e le sue azioni e mettendo al riparo da effetti negativi le nostre economie».

Nell’attesa di sapere se nella terza “tranche” di sanzioni ci sarà l’esclusione della Russia da Swift, il secondo pacchetto approvato dai ministri degli Esteri dei Ventisette - terza riunione in cinque giorni - prevede il “congelamento” degli asset di Putin e Lavrov, anche se Borrell a sera non dà indicazioni sull’effettiva esistenza di beni o conti corrente a loro nome in Europa. Le due figure più apicali della politica russa erano state finora risparmiate dalle misure riservate alla cerchia ristretta del Cremlino. Non ne vengono però ristretti i viaggi, fa notare il Financial Times, a riprova della volontà di lasciare semi-aperta la porta della diplomazia. 

LA STRETTA

Nel mirino, d’intesa con gli altri Paesi del G7, è stata inserita anche una nuova stretta al settore finanziario, con misure che colpiranno il 70% del sistema bancario russo, che si vedrà bloccato l’accesso ai capitali europei, con l’obiettivo di «aumentare gli oneri finanziari della Russia e l’inflazione, e di erodere gradualmente la base industriale russa». Alle banche Ue sarà invece vietato accettare depositi da cittadini russi superiori a 100mila euro (quasi il doppio del limite individuato invece dal Regno Unito, che ha “armato” anche la City). Tra gli altri provvedimenti, una stretta alle esportazioni di aerei e parti e attrezzature dell’industria aeronautica, così come di tecnologie dual-use (quelle al tempo stesso civili e militari) e di quelle per la raffinazione dell’industria petrolifera (essenziali per poi commercializzare il prodotto in Europa). Nella black list dell’export non ci sono (per il momento) i beni di lusso e i diamanti. 

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