«Il mio Pride - racconta - si è concluso alle 4 del mattino del 4 agosto, quando sono tornato a casa in taxi. Sono sopravvissuto all’abominevole detenzione illegale in Piazza, a San Pietroburgo, alle torture su un bus della polizia (dove hanno spruzzato gas sui fermati, senza acqua e senza poter andare in bagno). Mi hanno fermato alle 17:40, sono arrivato al dipartimento di polizia alle 21:10, dove ho trascorso più di tre ore».
«Esprimo tutta la mia vicinanza alla comunità Lgbt russa - ha detto in un post Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center - Grave la repressione e il clima illiberale che siamo costretti a vedere. A San Pietroburgo gli attivisti Lgbt hanno manifestato per la loro visibilità, ma sono stati arrestati».
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