Russia blinda la rotta del mare del Nord, l'esercito difende la scorciatoia artica per le navi cargo Mappa

Rotta del mare del Nord, la Russia blinda con l'esercito la scorciatoia artica per le navi cargo Mappa
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Mercoledì 6 Marzo 2019, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 19:36
La temperatura, lungo la  Northern Sea Route, è decisamente più rigida, diciamo pure artica, mentre nell'altro caso, lungo la rotta tradizionale via canale di Suez, si soffre il caldo africano, ma poi ci sono cifre che non lasciano dubbi e che motivano la blindatura della rotta polare da parte della Russia.

Mosca, rievocando coerenti toni da Guerra Fredda, ha infatti ha deciso di tenere pesantemente sotto controllo le regioni artiche, dove da anni ormai sta rinforzando le sue strutture civili e militari, introducendo nuove regole per controllare l'accesso alla Northern Sea Route, ovvero quel passaggio a nord-est che la Russia vede sempre di più come il suo asso nella manica da giocarsi nel poker geopolitico delle rotte commerciali.

LE CIFRE
Northern Sea Route:
14.000 chilometri (8.700 miglia)
Tempo medio di percorrenza: 35 giorni

Suez Route: 20.000 chilometri (12.400 miglia)
Tempo medio di percorrenza: 48 giorni




Stando a Izvestia, che sostiene di aver visto una copia del documento, le navi militari straniere dovranno notificare alla Russia (con ben 45 giorni di anticipo) l'intenzione di passare lo stretto di Bering e avventurarsi nell'Oceano artico. La richiesta andrà corredata da minuziose informazioni come il nome della nave, lo scopo del viaggio, la rotta, i tempi di navigazione nonché la lunghezza, la larghezza, il tonnellaggio, nome e grado del capitano. Non solo. Le navi dovranno necessariamente ospitare a bordo i piloti russi. Infine Mosca si riserva il diritto di negare l'accesso alla rotta artica e nel caso di passaggi non autorizzati - sostengono gli esperti consultati dalla testata - potrà sequestrare o persino neutralizzare le imbarcazioni abusive. Insomma, via i guanti. La Russia, d'altra parte, considera le regioni artiche come la sua ultima frontiera e il passaggio non autorizzato l'anno scorso della nave francese Ron è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Dato il clima attuale, ha commentato il vice presidente della commissione Affari Esteri della Duma, Alexey Chep, il controllo della rotta di nord-est è «necessario». «La Nato e gli Stati Uniti potrebbero tentare di creare un altro focolaio di tensione sui nostri confini», ha commentato l'esperto militare Vladislav Shurygin, notando come sia gli Usa che il Canada, diversi stati europei e persino la Cina ora reclamino l'accesso alla rotta artica.
Il perché lo spiega il senatore Franz Klintsevich, secondo il quale, stando ad alcune stime, la nuova rotta (grazie allo scioglimento dei ghiacci) potrebbe intercettare la metà del traffico delle merci scambiate fra Asia ed Europa, un business dal valore pari «a centinaia di miliardi di dollari». Gli Usa, nel doppio ruolo di potenza artica e super-potenza commerciale, puntano, scrive Izvestia, a impedire il monopolio russo. Mosca però, sulla base di vari trattati internazionali nonché della convenzione Onu sulle leggi marittime del 1982, revoca per sé il diritto di regolare quelle acque, persino oltre i limiti territoriali. Un nuovo fronte pare dunque pronto ad aprirsi. Anche perché l'artico è ricco di riserve di idrocarburi e Mosca, attraverso Novatek, sta già diventando un player di primo piano nel mercato del gas naturale liquefatto, prodotto proprio oltre il circolo polare artico.
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