Russia, l'embargo dello shopping: da Zara a Chanel, i marchi chiudono gli store. Quali saranno le conseguenze

Russia, la crisi dei negozi: da Zara a Chanel, i marchi chiudono gli store. Quali saranno le conseguenze
di Costanza Ignazzi
3 Minuti di Lettura
Sabato 5 Marzo 2022, 19:57 - Ultimo aggiornamento: 6 Marzo, 08:30

Non solo Apple e Ikea: la guerra scatena in Russia una crisi del retail, con i grandi nomi del lusso e quelli del fast fashion che fanno a gara ad abbandonare Mosca e dintorni. Con l'intensificarsi del conflitto nessuno ha più potuto girarsi dall'altra parte: l'embargo sui beni di lusso in Russia è stato chiesto con forza dalle riviste Vogue e L'Officiel Ucraina. «Ascoltare la vostra coscienza e scegliere l'umanità più che il profitto è l'unica ragionevole posizione da prendere per opporsi alla violenza posta in essere dalla Russia», così l'appello di Vogue Ucraina, che sui social ha chiamato in causa uno a uno i giganti della moda. 

Dal lusso al fast fashion

Così una a una le grandi maison hanno deciso di abbassare la saracinesca nelle città russe: Lvmh ha annunciato la chiusura delle sue 124 boutique (al colosso francese del lusso fanno capo tra gli altri Louis Vuitton, Fendi e Dior) e lo stesso ha fatto Kering,che vanta tra i brand di punta griffe come Gucci, Bottega Veneta e Balenciaga. Idem per Cartier, Hermès e Chanel, che si sono detti «preoccupati per la situazione» e per il gruppo Richemont, proprietario, tra gli altri, di Baume&Mercier. Ultima in ordine di data Prada ha deciso di sospendere le proprie attività retail in Russia. Stesso discorso per i colossi del fast fashion: Inditex (Zara, Bershka, Pull&Bear), che in Russia ha 502 negozi e che ha annunciato anche un «piano speciale di sostegno» agli oltre novemila dipendenti nel Paese. H&M Group, che conta 150 punti vendita in Russia, ha sospeso tutte le operazioni fino a data da destinarsi. 

Ucraina, diretta. Bennett da Putin per mediare (e poi vola da Scholz). Attacchi a corridoi umanitari, fallita la tregua. Sequestrato ospedale psichiatrico vicino Kiev

Stop dell'e-commerce

Se Burberry Group, Swatch e Nike hanno sospeso le spedizioni in Russia mantenendo, per ora, i negozi aperti, i giganti dell'e-commerce come Asos e Boohoo hanno messo in standby tutte le vendite nel Paese e la stessa cosa hanno fatto Net-a-Porter, Mr Porter e Yoox. «Vista la situazione attuale, non siamo in grado di completare i nuovi ordini nel vostro Paese fino a nuova comunicazione», è l'avviso che si legge sui siti. Anche Puma sta chiudendo i suoi negozi in Russia per protestare contro l'invasione dell'Ucraina: i 90 negozi russi dell'azienda, che impiegano più di 900 persone, saranno chiusi. 

 

I dati della crisi

Secondo gli analisti di Bain&Company i consumatori russi pesano oggi sul mercato mondiale dei beni di lusso per circa il 2-3%, con un'incidenza simile anche sul segmento dei beni di lusso personali (accessori, abbigliamento, hardluxury e beauty) e l'impatto del conflitto sul mercato globale del lusso, sarà legato principalmente alla sua durata e alle conseguenze economico-finanziarie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA