Russia avanza nel Donbass, ecco perché il gruppo Wagner vuole controllare le miniere di sale di Bakhmut

Yevgeny Prigozhin vorrebbe controllare il sale e il gesso dalle miniere vicino a Bakhmut

Il capo dei mercenari russi Wagner ha gli occhi puntati sulle miniere di Bakhmut
di Cristiana Mangani
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 11:59

Dopo giorni di battaglia durissima, il fondatore della milizia Wagner, Evegny Prigozhin, ha rivendicato su Telegram di aver preso il pieno controllo della città di Soledar, nel Donbass. Se confermato, si tratterebbe del
maggiore successo russo sul campo di battaglia dalla scorsa estate. «Le unità di Wagner hanno preso il controllo dell'intero territorio di Soledar», ha detto Prigozhin in un messaggio audio, citando «battaglie di strada» con le truppe ucraine che sono state circondate, e ha annunciato anche che nelle prossime ore sarà «reso noto il numero dei prigionieri presi».

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Perché il capo della Wagner vuole le miniere vicino Bakhmut

I successi della Wagner in Ucraina sembrano gli unici dopo la controffensiva delle truppe di Kiev.

La ragione di una spinta così forte da parte dei mercenari dello zar, è stata analizzata dagli Stati Uniti, secondo i quali Prigozhin, considerato molto vicino a Putin, sia interessato a prendere il controllo del sale e del gesso che viene estratto dalle miniere vicine alla città di Bakhmut. Ci sono indicazioni che l'assalto a quei territori sia legato a questioni economiche, ha spiegato un funzionario di Washington alla Reuters. Del resto, la strategia dei criminali aderenti a Wagner è sempre la stessa. Per gli Usa il gruppo di combattenti ha già sfruttato le risorse naturali nella Repubblica Centrafricana, nel Mali e nel Sudan, per aiutare a finanziare la guerra di Mosca. Accuse che la Russia ha respinto.

I rinforzi

Della forza di Wagner composta da quasi 50.000 mercenari, più di 4.100 sono stati uccisi e altri 10.000 feriti in Ucraina. E almeno mille vicino a Bakhmut tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre. Secondo l'Istituto per lo studio della guerra (Isw)  il gruppo Wagner ha probabilmente bisogno di nuove forze a causa delle sue pesanti perdite nella guerra contro Kiev, in particolare di ex prigionieri che sono stati rilasciati dalle carceri in Russia e hanno accettato di combattere con la promessa di guadagnarsi la grazia. Prigozhin, che è stato sanzionato dai paesi occidentali per il suo ruolo, è stato visto salutare gli ex detenuti che avevano combattuto in Ucraina esortandoli a non commettere altri reati gravi, come gli omicidi, una volta tornati uomini liberi. Un'operazione, la sua, con probabili fini pubblicitari perché - è la tesi degli analisti - ha l'obiettivo di far crescere «la campagna di reclutamento del Wagner Group nelle carceri», e di rassicurare «l'80% dei mercenari schierati in Ucraina ai quali è stata promessa una ricompensa per la loro partecipazione alle ostilità».

Il rapporto della Casa Bianca

«Prigozhin - aggiunge Isw - ha sempre più fomentato la comunità ultranazionalista russa a favore della guerra, e soprattutto a favore delle capacità del Gruppo Wagner di conquistare il territorio e, a partire dall'offensiva su Bakhmut - Probabilmente vuole così motivare ulteriormente il personale di Wagner e generare nuove forze paramilitari per invertire il risultato della battaglia sul territorio». La Casa Bianca ha dichiarato alla fine del mese scorso che Wagner ha preso in consegna un carico di armi dalla Corea del Nord per aiutare a rafforzare le truppe in Ucraina, segno questa del ruolo sempre più dominante del gruppo nel conflitto. 

Cosa sappiamo del gruppo Wagner

La forza mercenaria è emersa pubblicamente per la prima volta durante l'invasione e l'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014. Poi, dal 2015 in poi, Wagner è apparsa ovunque la Russia avesse interessi geopolitici: prima nella guerra civile siriana al fianco del presidente Bashar al-Assad, poi in Libia , Car e Mali, tra gli altri paesi. Prigozhin, che ha scontato nove anni di carcere in epoca sovietica per rapina e altri crimini prima di entrare in affari negli anni '90, l'anno scorso ha ammesso di aver interferito nelle elezioni americane e ha riconosciuto per la prima volta il suo ruolo nella fondazione di Wagner. Con l’inizio dell’invasione, il leader del gruppo, oligarca un po' anomalo, ha smesso di nascondersi e c'è chi dice che ambiesce al Cremlino. Ha affermato di fatto il suo patronato sul Gruppo Wagner, il coinvolgimento nelle elezioni presidenziali del 2016 e l’influenza (reale o supposta) sulla decisione di Putin di dare inizio all’invasione. Nel cuore di San Pietroburgo, ambito feudo personale, ha aperto il Centro Wagner per la ricerca militare high tech, dove, presumibilmente, è situato il centro di comando dei “violinisti” e dove vengono svolte attività di catch-up delle tecnologie occidentali. Prendendo in considerazioni il suo passato, quell’ambiente criminale in cui il silenzio vale oro, la  sua volontà di rivelare il coinvolgimento nella guerra non era poi così scontata.

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