«I russi continuano a colpire sui civili», la denuncia di chi sta portando aiuti a Kiev

«I russi continuano a colpire sui civili», la denuncia di chi sta portando aiuti a Kiev
di Franca Giansoldati
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Venerdì 11 Marzo 2022, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 07:00

Martyn Kovalko è un imprenditore ucraino, docente alla business school di Leopoli nonché promotore dei TedTalks in Ucraina ma da quando è iniziata la guerra si è messo a capo di due progetti umanitari per fare arrivare generi alimentari nelle zone intrappolate dalle bombe russe: Kharkiv, Mariupol, Kiev. Operazioni piuttosto complesse, visto che manca ormai di tutto, oltre che rischiose per gli autisti dei tir che partono da Leopoli. 

Che difficoltà state incontrando a distribuire beni di prima necessità?

«Enormi.

Le strade non sono sicure. Trasportiamo medicine, alimenti, vestiti. Sono giorni che non dormiamo, facciamo i turni per fare presto e creare dei ponti e non far sentire le persone isolate. E' drammatico, mi creda. Ma la cosa peggiore è un'altra».

Quale?

«I russi sparano sulle persone. Sui civili. Continuo a vederlo con i miei occhi, lo raccontano le famiglie che riescono a scappare e arrivano a Leopoli. Sparano sempre sui civili. Un padre di Mariupol, poche ore fa, mi diceva che è riuscito a partaire con tre figli e nipoti ma la loro colonna si è trovata in serio pericolo, sotto i colpi dei russi. Sparavano, sparavano, sparavano». 

E' stato colpito l'ospedale pediatrico di Mariupol ..

«I russi ora affermano che dentro vi erano nascosti dei militari ucraini. Non è vero. Sono le fake news che i russi fanno girare, per giustificare cose orrende, cose folli. Ammazzano civili. Voglio che lei lo scriva perchè è quello che tocco con mano ogni giorno in questo inferno. Sparano su donne, uomini, anziani, bambini. Sono delle bestie. Bombardano condomini, le abitazioni della gente, i palazzi civici, gli ospedali, le università, i centri di ricerca. Anche a Karkhiv hanno bombardato un ospedale. E' sistematico». 

Come sta organizzando il trasporto degli aiuti?

«Oggi sono partiti sette camnion, di cui due per Kiev. Scaricano la merce che è davvero tanta fino a dove possono. La merce viene poi caricata su piccoli van o auto e da lì prosegue per la distribuzione». 

Su questi tir ci sono anche armi?

«No, solo cibo, vestiti, medicinali. Noi le armi non le portiamo, ci sono altre organizzazioni e altri programmi che sono attivi per questo. Le cose militari noi non le trattiamo». 

Cosa la ha colpita di più in questi giorni?

«I bambini. I loro occhi, i comportamenti, i loro gesti. I bambini sono ammutoliti dopo 30 ore di viaggio in auto o in treno oppure sono diventati ipercinetici. Hanno bisogno di tutto. Cibo, vestiti, un letto, giocattoli. Mi chiedo quanto inciderà su di loro questo trauma. Vivere in mezzo ai missili, vedere le case distrutte, i genitori disperati, a volte vedono gente morire, le sirene che ululano, la paura che diventa compagna di viaggio, un'ombra quasi fedele. Come reagiranno i nostri bambini?»

Cosa può fare l'Italia?

«Vorrei dire agli italiani, a ogni italiano, che può aiutarci stando a casa, diffondendo su Facebook che questa è una guerra vera, non è una esercitazione militare. Che i russi vogliono far sparire il nostro paese. Chiedo agli italiani di manifestare pacificamente davanti all'ambasciata russa, chiedo agli italiani di boicottare i prodotti russi e di dare una mano a chi scappa per salvarsi la vita».

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