La rumba, musica e ballo nati sul bacino del Congo, è entrata a far parte del patrimonio immateriale dell'umanità, inserita nella lista dell'Unesco. L'iscrizione è stata annunciata dall'organizzazione internazionale. Questo ballo sociale cha ha viaggiato con gli schiavi approdò a Cuba dove gli ispanofoni ne deformarono il nome nel XIX secolo. La rumba è una combinazione fra i tamburi degli schiavi neri e le melodie dei colonizzatori spagnoli. Più del 75% degli schiavi trasportati dai portoghesi verso le Americhe provenivano dal bacino del fiume Congo e l’origine della parola deriva con tutta probabilità da quella kikongo “nkumba”, letteralmente “ombelico”, riferendosi al caratteristico modo di ballare ancheggiante.
Durante i primi anni Trenta e Quaranta, grazie alle trasmissioni radiofoniche l’importazione di vinili e l’arrivo di band per il diletto degli amministratori belgi e francesi, i suoni e gli strumenti tipici della musica latina cominciarono a fondersi con le sonorità locali. I ritmi ancestrali sopravvissuti nella rumba vennero immediatamente riconosciuti come propri nel Congo coloniale.