Cimate Change: Sos dal Maloja Palace in Svizzera per salvare il pianeta alla vigilia della Cop26

Cimate Change: Sos dal Maloja Palace in Svizzera per salvare il pianeta alla vigilia della Cop26
di Franca Giansoldati
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Domenica 22 Agosto 2021, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 15:10

Il permafrost che si squaglia, livelli di siccità mai visti, dalle Alpi all'Himalaya ghiacciai destinati all'estinzione e l'innalzamento delle acque che ha già sommerso alcuni atolli nel Pacifico. L'appuntamento mondiale della Cop26 di Glasgow – programmata dal 31 ottobre al 12 novembre – impone un serrate i ranghi collettivo davanti a quella che viene definita una Apocalisse annunciata e sotto gli occhi di tutti. 

Nella lotta ai cambiamenti climatici un avamposto privilegiato resta l'Engadina, in Svizzera, dove ogni anno – nel Canton dei Grigioni - il ritiro del grande ghiacciaio del Forno si misura in decine di metri.

Si tratta di un caso tanto emblematico quanto abnorme. Questo ghiacciaio di valle a forma allungata, collocato al passo Maloja, rispetto alla posizione che aveva nel 1830, è sparito di 2,3 chilometri. Al posto dei ghiacci ora ci sono rocce e pascoli.

Davanti a questa sfida l'allarme è alto e anche il turismo si è fatto di anno in anno più consapevole. In Engadina il principio di responsabilità ha reso il settore particolarmente sensibile al cambiamento climatico tanto che diverse strutture hanno progressivamente imboccato il percorso della neutralità carbonica, fino a farne il loro punto di forza, la loro bandiera. In pratica le emissioni di anidride carbonica - risultato dell'esercizio di un anno solare di attività alberghiera - vengono compensate con l'acquisto di progetti mirati alla protezione del clima, indennizzando più tonnellate di C02 di quante ne siano state generate internamente dai servizi di accoglienza, ristorazione, riscaldamento, energia elettrica, smaltimento di rifiuti. 

Uno dei primi hotel che in Europa ha fatto da apripista a questo percorso virtuoso - divenendo CO2 neutrale - è lo storico Maloja Palace, a otto chilometri da San Moritz. Questa struttura ottocentesca e carica di fascino durante la Belle Epoque è stata il punto di ritrovo della nobiltà europea. Oggi, invece, è l'avamposto di un ideale cammino green che porta dritto al vertice di Glasgow, così come al centro della Laudato Sì, l'enciclica verde promulgata da Papa Francesco sei anni fa. Il tempo stringe. 

La trasformazione green la si deve ad un imprenditore italiano, Amedeo Clavarino, che rilevando questo albergo quindici anni fa, ha dato vita ad una fondazione - SosPlanet – con l'obiettivo di allargare la piattaforma delle strutture C02 neutrali e alimentare la coscienza green. Il passaggio non è da poco visto che nella lotta al climate change non si possono escludere le emissioni di anidride carbonica emesse nell'atmosfera dalle strutture alberghiere. 

A testimoniare la rapidità con la quale si diffondono i danni ambientali causati dal riscaldamento climatico in Engadina è proprio il grande ghiacciaio del Forno, a due ore di cammino dal Palace Maloja, che mostra quanto sia urgente trovare una soluzione alla catastrofe imminente. Se tutto andrà avanti di questo passo tra qualche anno il ghiacciaio elvetico non ci sarà più e probabilmente gli svizzeri finiranno per fargli una sorta di funerale simbolico proprio come è capitato tre anni fa al ghiacciaio del Pizzol, nel cantone di Sangallo, dove è stata organizzata davanti ad una selva di telecamere una cerimonia esequiale con tanto di banda musicale. Secondo gli esperti la riserva di ghiaccio svizzera potrebbe sparire del tutto entro il 2030 tenendo conto che negli ultimi 100 anni la temperatura sulla terra è aumentata in media di 0,4-0,8 gradi, mentre nell'arco alpino si sono toccate punte anche di 1,4 gradi.

Il 27 agosto proprio al Maloja Palace – alla vigilia del vertice di Glasgow – è stato organizzato un happening internazionale che culminerà con la proiezione del docu-film “Breaking Boundaries: The Science of Our Planet", un lungometraggio sulla probabile fine del mondo (se tutto continuerà così). Il film si basa sul lavoro di Johan Rockstrom, noto scienziato svedese che ha individuato nove zone sul pianeta fragilissime. Se queste aree finiscono per collassare la vita sulla terra potrebbe non essere più sostenibile. 

Narrato da Sir David Attenborough "Breaking Boundaries" si concentra sulla composizione della terra e sulla biodiversità in via di estinzione tra efficaci effetti visivi e musica di atmosfera in sottofondo. La storia dell'antropocene e di come la mano dell'uomo ha inciso sulla la biosfera si dipana incalzante. Il New York Times ha riservato a questa pellicola grande attenzione per le informazioni che contiene ed il messaggio (apocalittico) che diffonde. 

Se nella struttura neo-rinascimentale del Maloja Palace un tempo vi hanno soggiornato spensierati principi e teste coronate di mezza Europa, ma anche intellettuali e scrittori, da Sir Arthur Conan Doyle ad Arturo Toscanini e persino Wiston Churchill che non disdegnava lunghi periodi di villeggiatura godendosi gli inseparabili sigari sprofondato tra le poltrone del salone delle feste, oggi il pubblico di questo hotel carbon neutral è decisamente cambiato. Non è difficile incontrare famiglie green, gruppi di ragazzi sensibili alle questioni ambientali, coppie di anziani in cerca di luoghi integri e silenziosi, ma pure intellettuali e imprenditori illuminati. A riprova che il movimento C02 free si sta allargando progressivamente, rispecchiando il bisogno avvertito di fare qualcosa per salvare il pianeta dalla catastrofe prima che sia troppo tardi. 

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