Incidente aereo Rio-Parigi, tutti assolti per il disastro. «Non ci sono colpe dimostrabili», morirono 228 persone

Airbus e Air France scagionati per l'incidente del 2009. In aula la rabbia dei parenti

Incidente aereo Rio-Parigi, tutti assolti per il disastro. «Non ci sono colpe dimostrabili», morirono 228 persone
di Valeria Di Corrado
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Martedì 18 Aprile 2023, 07:40

Si è concluso con l'assoluzione della compagnia aerea Air France e del produttore di velivoli Airbus il processo per la strage del primo giugno 2009, quando il volo AF447 da Rio de Janeiro a Parigi si inabissò nell'Oceano Atlantico non lasciando alcuna speranza alle 228 persone a bordo. Dei 216 passeggeri, 9 erano italiani: alcuni erano andati in Brasile per progetti di solidarietà con le comunità trentine di emigrati. Per l'accusa il disastro aereo si verificò a causa di un insufficiente addestramento dei due co-piloti di Air France, Pierre-Cedric Bonin e David Robert, che fecero delle manovre sbagliate dopo essere entrati in una zona di forti turbolenze, e a causa di una sonda di monitoraggio della velocità difettosa, che poi Airbus fece sostituire dagli altri velivoli acquistati in tutto il mondo. Ma per i giudici del Tribunale parigino, «non è stata dimostrata alcuna colpa» penale nei confronti delle due società. Ieri, dopo la lettura della sentenza, alcune parenti delle vittime presenti in aula si sono alzati, stupefatti, come per lasciare l'aula, prima di risedersi in silenzio sbigottiti.

Come lasciarono sbigottiti, anni fa, le registrazioni recuperate dalla scatola nera in cui si sentiva il capitano Marc Dubois lamentarsi, già pochi minuti dopo il decollo da Rio: «Non ho dormito abbastanza la scorsa notte: un'ora di sonno non è sufficiente».

Per questo poi lasciò il comando dell'aereo ai due più inesperti co-piloti, i quali, contrariamente alle procedure standard, alzarono (anziché abbassare) il muso del velivolo, mentre attraversavano la perturbazione. L'occlusione dei tubi, per il ghiaccio presente ad alta quota, aveva causato la disattivazione del pilota automatico. E i due ufficiali non erano pronti ad affrontare quella criticità in volo. Quando svegliarono il comandante dal pisolino, era già ormai troppo tardi, perché l'areo stava precipitando in mare.

Le parti civili

«Ci aspettavamo un giudizio imparziale, non è così. Siamo disgustati», è la reazione a caldo di Danièle Lamy, presidente dell'associazione "Entraide et Solidarité AF447", che rappresenta i familiari delle vittime. «Di questi 14 anni di attesa non resta che disperazione, costernazione e rabbia». Il Tribunale ha escluso colpe penali delle due società, spiegando che se «errori» sono stati commessi sul piano civile, «nessun nesso certo di causalità con l'incidente può venire dimostrato». I giudici d'Oltralpe si limitano a riconoscere la «responsabilità civile» dei danni, la cui quantificazione economica è stata rinviata ad un'udienza fissata per il 4 settembre. «Per me non ha alcun senso», ha commentato Ophélie Toulliou, che nella sciagura perse il fratello. Air France, in una nota, «prende atto della sentenza» e assicura che «conserverà sempre nella memoria il ricordo delle vittime di questo terribile incidente e rivolge il suo più profondo cordoglio alle famiglie». Per Airbus, l'assoluzione è «coerente» con il non luogo a procedere pronunciato al termine delle indagini preliminari, nel 2019. Anche il colosso europeo dell'aeronautica esprime solidarietà ai familiari e ribadisce il suo «totale impegno in materia di sicurezza aerea».
 

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